[FONT=Verdana, Arial, Helvetica]Mi hai appena ricordato ciò che ho letto in un libro di Tiziano Terzano in merito alla cucina cinese.[/FONT]
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[...] Dan stava scrivendo un libro sulla cucina cinese e raccontò di una sera che aveva trascorso in un nuovo, specialissimo ristorante a Canton. I tavoli erano sistemati su tre piani, attorno a un’enorme gabbia di ferro dentro la quale, in diversi scomparti, erano in mostra i vari animali da mangiare: cani, serpenti, scimmie, orsi e altre “specialità”. C’erano scimmie cui mancavano le mani perché un cliente aveva voluto mangiare solo i palmi. La ferita era stata cauterizzata con ferri roventi e la scimmia rimessa in gabbia ad aspettare, urlando, che un cliente le volesse mangiare, da viva, il cervello. I cuochi, nelle loro uniformi bianche, entravano e uscivano dalle gabbie con i pezzi che la gente aveva ordinato e quelle povere bestie, avendo ormai capito quale fosse la loro sorte, ogni volta che qualcuno vestito da bianco si avvicinava, magari solo per andare ai gabinetti, si mettevano a strillare come ossesse. [...][/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica]Un indovino mi disse - Tiziano Terzani[/FONT]
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