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Gardenia

A

alessandra_v

Guest
Anch'io come spessp detto ho una gardenia e a parte i primi 10 gg. dall'acquisto i boccioli sono presto caduti. Comunque le foglie ono belle verdi lucido, e mi accontento così avendo preso in considerazione che forse gli ci vorrà un po' per ambientarsi. Di foglie e boccioli nuovi é piena ma arrivati a "matuazione" i boccioli cadono prima di aprirsi. Certo rimpiango un po' quel buon profumio che lasciava i primi giorni, ma la lascerò in pace per un po' prima di provvedere al concime. Ma la cocciniglie come la riconosco?

Ale
 
L

LuciaR

Guest
Leggo soltanto adesso questo interessante dibattito sul rinvaso della gardenia. Qualche tempo fa sono state dette cose simili in un messaggio dedicato alle tecniche di rinvaso. Sono in perfetto accordo con quanto detto da Claudia, ovvero anche nella mia esperienza è più rischioso tenere una pianta sacrificata nel ridicolo vasetto in cui è venduta, piuttosto che rinvasarla in piena fioritura. Ovviamente il rinvaso deve essere fatto con delicatezza, per non danneggiare le radici. Fatta eccezione per alcune specie molto fragili nei confronti dei rinvasi (ad es. peonia e gypsophila), per la maggior parte delle piante non è poi cosi' facile comprometterne lo sviluppo con un rinvaso. Bisogna commettere un errore grossolano, quale quello di rompere il pane di terra che avvolge le radici.
Evitando di rinvasare immediatamente una pianta acquistata in vaso piccolo, il rischio è quello di indurre una rapida disidratazione con appassimento generale della pianta. Se la temperatura è elevata e il vaso piccolo, l'unica via per evitare la disidratazione è bagnare più di una volta al giorno (frequenza che personalmente non posso permettermi, rientrando a casa soltanto la sera).
Aggiungo che non sono una sostenitrice dei rinvasi fatti in autunno, poichè il freddo che sopraggiunge a fine autunno rende il terreno più compatto e meno penetrabile dalle radici e quindi il rinvaso è in qualche modo inefficace. Effettuandolo invece in primavera le radici possono meglio diffondersi nel terreno, sia perchè in crescita e sia perchè il terreno stesso è più soffice.

[ 05-06-2001: Messaggio scritto da: Lucia ]
 
T

teo

Guest
Ciao a tutte, vedo con piacere che si continua a parlare di Gardenie quando l'argomento per certi versi è considerato datato.
Forse per il fatto che producono fiori così belli e profumati e per la loro incredibile eleganza. Tra l'altro è evidente che il tema non è dei più semplici visto che sembrano spesso diverse le tecniche di coltivazione adottate. Io sono un neofita per cui mi limito a citare ciò che ho letto su riviste di giardinaggio, in particolare Casa in Fiore.
In pratica si consiglia di non rinvasare la gardenia se non quando le radici hanno completamente saturato il vaso e sbucano copiose dai fori di drenaggio. Questo perchè il vaso piccolo impedisce che la pianta produca rami troppo vigorosi in sostituzione dei tanti rametti che poi danno luogo alle abbondanti fioriture.
Il rinvaso dovrebbe essere poi eventualmente fatto fine inverno inizio primavera.
La rivista stessa poi consiglia di potare (o, penso meglio, cimare) la pianta dopo la fioritura per favorire la formazione di nuovi germogli.
Devo quindi desumere che la rivista faccia riferimento a tecniche puramente vivaistiche non adatte alle piante tenute in casa o mi sbaglio?
Approfitto infine della massiccia presenza di esperte giardiniere per chiedere se qualcuna può rispondere al mio quesito sulle talee di lillà, che, come succede spesso ai miei quesiti, sta finendo nel dimenticatoio con zero risposte..... :(
Ciao da Teo
 

claudia cadoni

Aspirante Giardinauta
la penso anch'io come Lucia sui rinvasi, e addirittura sull'impianto autunnale: se la zona è il nord e l'inverno è troppo prossimo e freddo le radici non riescono ad espandersi in maniera ottimale.

[ 06-06-2001: Messaggio scritto da: claudia_c ]
 
I

imported_Alberto

Guest
Aggiugngo alle dotte disquisizioni solo alcune chiose.
L'anno scorso si è guastato l'impianto di irrigazione per un forte vento che ha spostato il gocciolatore e..orrore una mia gardenia di oltre un metro e venti di diametro ed altrettanto di altezza costituita da tre piante di partenza è andata a KO.
Mi sono disperato e poi ho tentato il tutto per tutto malgrado fosse fine agosto ho dato una robusta potata alla parte secca.
Ho metto quello che resta al riparo dal sole.
Ho messo a bagno il pane di terra con abbondanti innaffiature, ho dato il 66 F stimolante fogliare( per quelle tre foglie rimaste e dopo circa un mese a settembre ho dovuto dare il de profundis a due gardenie mentre la terza ha ripreso facendo tutta una serie di getti laterali.
Oggi a distanza di oltre un anno ho rinserito un altra gardenia al posto delle due e la terza ha ripreso alla grande tant'è che utilizzaro i rami dopo la fioritura o non fioriti ad agosto per fare le famose talee.
Dico agosto perchè è pratica contadina di ritenere con il forte caldo un leggero assopimento delle piante e quindi un rallentamento della vegetazione che facilita l'attecchimento delle talee ormai parzialmente lignificate.
La Gardenia dà eccellenti soddisfazioni.
 
S

stefi

Guest
Ciao a tutti.

Cara Claudia, è vero, amiamo proprio le stesse piante, e anch'io sono contenta dello scambio di opinioni.

Anche Tu, come me, non incontri particolari problemi nella cura delle acidofile, che per molti sono considerate di coltivazione non facile, seppur con metodi forse un po’ diversi.

Forse la spiegazione sta nel fatto che, pur abitando entrambe al nord, non le coltiviamo esattamente con lo stesso clima. Mi ha fatto riflettere il riferimento di Lucia - veneta come te - al freddo che sopraggiunge in autunno. Ma quale freddo a Milano? Qui (e tieni conto che io abito in città) non vedo un inverno freddo da anni. Sembra ormai di vivere (e non lo dico con ironia) in un paese tropicale, per il caldo umido che comincia ad assediarci da aprile in poi (anche se questa primavera è stata davvero clemente). Il mio nemico non è il freddo (che oltretutto è ben tollerato dalla maggior parte delle acidofile), ma proprio l’opposto.

La mia prima acidofila è stata una camelia japonica "Debutante" che ho comprato circa sette anni fa e che, di per sé, ha già una fioritura precoce. Pur essendo nella parte più esposta del mio terrazzo, ogni anno la anticipa di qualche giorno (e lo so perché ne tengo nota). Addirittura quest’anno, atteso l’inverno inesistente, è fiorita a fine dicembre, primi giorni di gennaio. Il bello è che pochi giorni dopo ha nevicato (è stato uno dei pochi momenti in cui il termometro ha segnato lo zero), ed è stato davvero singolare vedere la camelia completamente fiorita e contemporaneamente innevata.

Ed ecco il motivo dei miei travasi autunnali. In primis perché, effettivamente, è un consiglio colturale abbastanza unanime sui libri di giardinaggio (anche se concordo con te sul fatto che valga particolarmente per le piante a radice nuda); secondariamente perché ho avuto riscontri concreti nella mia esperienza e col mio clima. Infatti, poiché il nemico numero uno delle mie piante è costituito da malattie fungine (soprattutto per le camelie di due-tre anni), ho riscontrato che corro minori pericoli se effettuo il travaso a ottobre-novembre, quando il mix caldo-umido è passato.
Inoltre, il periodo trascorso nel vaso di coltura mi serve a mantenere le piante un po’ "a stecchetto" per quanto riguarda la concimazione. Infatti queste ci arrivano dal vivaio sempre "pompate al massimo" per la già citata pratica del pronto effetto e questa situazione (soprattutto l’eccesso di azoto) le rende particolarmente vulnerabili alle invasioni di afidi e agli attacchi fungini.

Discorso a parte è quello dell’azalea. Lì concordo pienamente, i vivaisti arrivano ad esagerazioni estreme nell’economizzare lo spazio. Bella la Tua idea dei fori, la proverò. Io solitamente "affetto" sottilmente, con un coltello affilato, tutta la circonferenza del pane di terra (che poi spesso è un pane di radici), come se sbucciassi un salame.

Concludo dicendo che sono d’accordo sul fatto che, comunque, piante non ancora trapiantate richiedono attenzioni appropriate. In effetti, a Milano ci sono stati recentemente alcuni giorni di caldo estremo (per fortuna non umido) e ho quindi ho effettivamente dovuto innaffiare la mia nuova rosa due volte al giorno. Ovvio che, se una persona non ha tempo o voglia, è meglio che provveda immediatamente al trapianto.

Comunque, dal successo di questo messaggio, e di altri analoghi, noto con piacere che non siamo in pochi ad amare le acidofile!

Ciao e a presto. Stefania
 

claudia cadoni

Aspirante Giardinauta
Però bisogna che vi confessi: l'amore per le acidofile, nel caso mio, viene dalla terra natale, acida (hai voglia a farci l'orto, senza adeguate integrazioni, sembra di dover fare le marnature degli antichi romani). Sono nata a Biella e da noi, con terra acida e acqua a pH 7, si piantavano, magari al riparo di qualche paterno cedrus deodara, crogiolate dalla pacciamatura acida dei suoi aghi rhododendri, azalee, e le meravigliose decidue profumatissime azalea mollis, ci si dimenticava quasi di loro e si trovavano muraglioni fioriti (rhododendri), qualcuno pure profumato, isole colorate di azalee varie, qualcuna speziata nel profumo dei fiori, e nuvole profumate, le mollis, con fogliame autunnale a colori da urlo...
A Biella mi riferivo, quanto al Nord dagli inverni freddi, inverni di molti anni fa.

Se passate da quelle parti non perdetevi la visita al Parco naturale della Burcina, a Pollone, e resterete senza parole, in stagione opportuna, a vedere fiorita la valletta delle azalee, i rhododendri, la valletta delle hydrangee...
Per non parlare del paesaggio di felci e alberi secolari. Merito della famiglia Piacenza, del loro gusto per le collezioni di piante particolari, seguito per generazioni.

[ 06-06-2001: Messaggio scritto da: claudia_c ]
 

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