new dawn
Guru Giardinauta
Io credo che noi non teniamo abbastanza conto delle grosse trasformazioni culturali che sono avvenute nel novecento e di cui ancora non abbiamo un quadro ben chiaro.
Nel secolo scorso, infatti, il sostegno ideologico e/o religioso, il sistema di regole e di risposte di tipo ottocentesco, a cui erano abituate le persone, è quasi completamente crollato, almeno nel mondo "occidentale", lasciando l'"anima" in balia di se stessa.
Nello stesso tempo la scienza ha fatto enormi progressi sia nella ricerca farmacologica sia nell'esplorazione fisiologica.
E' normale che farmaci sempre più sofisticati, il mercato potentissimo delle aziende farmaceutiche, la caduta del supporto idealistico/psicologico, spingono sempre più le persone a sostituire il linguaggio con i farmaci.
La chimica dei farmaci risolve rapidamente e bene moltissimi sintomi della depressione, sostituisce l'analisi e la consapevolezza di sé, sostituisce la parola, la ricerca del senso.
E' logico che la ricerca supporti il mercato dei farmaci, dando minuziose informazioni di tipo neurofisiologico. E' nella logica di un'epoca in cui ogni cosa umana deve essere resa perfetta.
Ciò non toglie che alcuni di noi non si accontentano di questa lettura meccanicistica della psiche.
Io vado alla ricerca del senso delle mie emozioni.
Io ho combattuto la depressione, che ho conosciuto in una forma accettabile per fortuna, lottando per conoscere me stessa ed essere consapevole del mio disagio, pur avendo chiaramente ereditato questa tendenza.
Io voglio vivere in un modo che alla sofferenza si contrapponga la felicità, non l'ottundimento dei farmaci.
Scusatemi questo sproloquio lunghissimo, ma sono argomenti che mi stanno molto a cuore.
Nel secolo scorso, infatti, il sostegno ideologico e/o religioso, il sistema di regole e di risposte di tipo ottocentesco, a cui erano abituate le persone, è quasi completamente crollato, almeno nel mondo "occidentale", lasciando l'"anima" in balia di se stessa.
Nello stesso tempo la scienza ha fatto enormi progressi sia nella ricerca farmacologica sia nell'esplorazione fisiologica.
E' normale che farmaci sempre più sofisticati, il mercato potentissimo delle aziende farmaceutiche, la caduta del supporto idealistico/psicologico, spingono sempre più le persone a sostituire il linguaggio con i farmaci.
La chimica dei farmaci risolve rapidamente e bene moltissimi sintomi della depressione, sostituisce l'analisi e la consapevolezza di sé, sostituisce la parola, la ricerca del senso.
E' logico che la ricerca supporti il mercato dei farmaci, dando minuziose informazioni di tipo neurofisiologico. E' nella logica di un'epoca in cui ogni cosa umana deve essere resa perfetta.
Ciò non toglie che alcuni di noi non si accontentano di questa lettura meccanicistica della psiche.
Io vado alla ricerca del senso delle mie emozioni.
Io ho combattuto la depressione, che ho conosciuto in una forma accettabile per fortuna, lottando per conoscere me stessa ed essere consapevole del mio disagio, pur avendo chiaramente ereditato questa tendenza.
Io voglio vivere in un modo che alla sofferenza si contrapponga la felicità, non l'ottundimento dei farmaci.
Scusatemi questo sproloquio lunghissimo, ma sono argomenti che mi stanno molto a cuore.
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