la depressione PUO' diventare una malattia, talvolta si presenta in soggetti che mai hanno avuto problemi del genere ma spesso è solo un periodo di malessere che può cronicizzarsi se non si interviene in tempo... se poi siamo persone complesse, irrequiete, creative, rischia di contaminare certe doti o atteggiamenti creando una spirale molto pericolosa, un vortice che ti risucchia e dal quale si ha la sensazione di non poter uscire, dimenticando le nostre meravigliose doti, il nostro istinto di sopravvivenza perchè sporca la nostra percezione del mondo che vediamo ostile, lontano e incompatibile con le nostre aspirazioni o desideri...
Per quanto riguarda l'aggettivo "sconosciuta" mi permetto di dissentire da Francesco Saverio, perchè la depressione è una patologia invece molto studiata e conosciutissima da chi la cura, da chi ne soffre e da chi non la teme... il problema è che la si fugge come la peste anche solo nel parlarne e ho notato che per molte persone è un argomento quasi tabù, come se solo il nominarla renda depressi o rischi di trascinare a fondo ^^
il discorso farmaci vs. volontà è complesso: ansiolitici e antidepressivi rincojoniscono se si abusa e se ci si aggrappa a loro come fossero la panacea, questo lo ho già detto, ma sono un supporto imprescindibile per riaccendere quei meccanismi (uscire col piacere di farlo, vedere gente e amici, parlare, aprirsi, comunicare) che rendono la vita piacevole varia e spesso molto divertente. Qui allora entra in gioco la volontà, quella che -per esempio- ti obbliga ad andare in palestra quando sei fiacco e scaxxato, e rendere questo sacrificio un piacere (parlo di volontà di vedere le cose in positivo) oppure che ne so, andare nonostante tutto in sala prove a suonare quando vorresti invece ficcarti in un letto con un'amica (è un caso limite e in questa circostanza si può fare un'eccezione perchè è decisamente terapeutico ^^)...
Ecco: la volontà, intesa non come un obbligare sè stessi a fare ciò che non ci va ma come un piegare la propria visione delle cose per cercare di cogliere il buono di esse anche quando non si vede e farlo proprio, cacciarlo dentro i propri meccanismi e la propria vita per illuminarla una volta ancora di novità, entusiasmi progetti e sensazioni quasi dimenticate che tornano a sollevarti e a scrollarti di dosso anni di vita facendoti (ri)scoprire te stesso, gli altri e sentimenti o battiti che pensavi non tornassero più. Questo è bellissimo.
Io la sto prendendo così, e non nascondo nè mi vergogno di riconoscere di aver trascorso un periodo terrificante del quale neppure avevo coscienza (ed è questa l'insidia peggiore) e dal quale sto uscendo riscoprendo pian piano Andre, le sue passioni, le cose che amava e che per qualche strano motivo (la vita di coppia mal vissuta) aveva abbandonato quà e là, il basso nell'armadio, i libri sugli scaffali, gli amici dai quali pian piano mi sono allontanato... qua la volontà interviene, ovvio, nel ritrovare certi ritmi, meccanismi e altro che alla fine sono quelli tuoi e naturali, un poco atrofizzati, ma 20 giorni di medicine, nel periodo peggiore in cui non dormivo, non mangiavo, e avevo palpitazioni e tachicardia mi sono serviti per normalizzare il mio fisico e prepararlo a sostenere una nuova situazione in cui solo e soltanto il mio cervello bacato può orientarmi... in poche parole, non si ragiona bene se si hanno 450 battiti al minuto e si dorme due ore a notte, ma se si riesce a dormire, a rilassarsi, a stare... sciolti, allora ci si ferma, si ragiona, e si decide... si sceglie, si fa.... si rinasce poco a poco credetemi.
E tutto, per occhi abituati ad una penombra sonnolenta e monotona, diventa luminosissimo o -al limite- si scorge una luce neppure troppo lontana che basta fare quattro passi per raggiungerla.