Qualcuno sa che tipo di ficus fosse quello dove il Buddha ottenne l'illuminazione?
ci sono diverse notizie sull'albero dell'illuminazione:
All'età di 35 anni, al Buddha, seduto sotto un fico sacro a Bodh Gaya, si spalancò l'illuminazione perfetta: egli meditò una notte intera fino a raggiungere il nirvana. Buddha conseguì, con la meditazione, livelli sempre maggiori di consapevolezza: afferrò la conoscenza delle Quattro nobili verità e dell'Ottuplice sentiero e visse a quel punto la Grande Illuminazione, che lo liberò per sempre dal ciclo della reincarnazione (vedi Trasmigrazione): dotato di sovrumana intelligenza, trascorse le settimane seguenti a contemplare i vari aspetti del dharma (legge) che aveva compreso.
Dopo la sua illuminazione, Il Buddha meditò a Bodh Gaya per sette settimane. Durante la prima settimana stette irremovibile sotto l’albero Pipal, che venne in seguito conosciuto come l’Albero dell’Illuminazione. Nella seconda settimana attraversò tutta l'estensione del cosmo visitando i tremila grandi mondi. Nella terza rimase risoluto e fisso su Bodhimanda, il luogo dell’illuminazione. Nella quarta camminò dall’oceano dell’est fino all’oceano dell’ovest. Una grande tempesta venne durante la quinta settimana; e Mucilinda il supremo signore dei naga (essere mezzo uomo e mezzo serpente) proteggè il Buddha avvolgendolo nella sua spirale, Nella sesta rimase sulla sponda del fiume Nairanjana, e durante la settima stette ai piedi dell’albero dell’illuminazione.
L’albero dell’illuminazione, divenne presto un luogo di venerazione, un luogo di intima relazione con l’illuminazione dei Buddha. Divenne il simbolo della crescita rapida dell’insegnamento del Buddha, ma anche oggetto di ostilità della tradizione dei Brahmani. Si dice che il re Asoka, prima di convertirsi al buddhismo, fece tagliare l’albero per dare il legno ai non buddhisti per i loro sacrifici. Quando venne bruciato, dalle sue ceneri spuntò un nuovo alberello, Asoka colmo da meraviglia offrì del latte al tronco reciso dell’albero originale. Il giorno dopo l’albero era grande come in origine. In seguito Asoka divenne buddhista e per il rimorso di avere fatto tagliar l’albero, sovente si recava a visitarlo. La regina di Asoka divenne gelosa di ciò e mandò alcuni servitori a abbattere l’albero. Asoka nuovamente versò del latte sulle sue radici e l’albero si rigenerò completamente. In seguito, si dice che un discendente di Asoka, per proteggere l'albero fece costruire intorno un recinto in pietra.
La monaca Sanghamitta che era figlia di Asoka, portò nell’isola di Shri Lanka, un ramo dell’albero della bodhi, che venne piantato nel giardino del grande monastero del Mahavihara e questo risvegliò le potenzialità del dharma nello Shri Lanka. L’alberò prosperò e dai suoi semi crebbero molti altri alberi in tutto lo Shri Lanka.
Lo storico tibetano Taranata, dice che Nagarjuna, per proteggere l’albero dai passaggi degli elefanti, fece circondare l’albero da un muro di pietra con 108 nicchie con immagini dei Buddha. Inoltre, quando il fiume danneggiò la parte est del Vajrasana, costruì un argine con grossi blocchi di pietra scolpiti con immagini di Buddha, che divennero famosi come i Sette Saggi dell’Argine. Viene detto inoltre, che Nagarjuna riuscì a procurarsi delle reliquie del Buddha e mettendole in uno scrigno, le depositò sulla cima del monumento della Mahabodhi, incoronando in questo modo lo stupa dell’illuminazione.
Nei secoli a seguire vi furono tentativi di danneggiare l'albero della bodhi, come nel caso di un seguace del re del Bengala, ma un buddhista di nome Purvavarma del Mahagada con mille litri di latte di mucca rigenerò l'albero. Lo stupa attraverso i secoli, sia come offerta o come lavori di restaurazione è stato arricchito di nicchie, statue e decorazioni di vario stile artistico testimoniano le fasi storiche dell'arte buddhista. Vi sono stati molti episodi straordinari, come il manifestarsi di luce da alcune statue sia di giorno che di notte. Statue che rappresentavano l'immagine di Maitreya, di Cenresig e Tara, che si sono mosse e hanno espresso parole in presenza di grandi mistici, come ad esempio l'episodio di Atisha in cui una statua di Tara parlò con Atisha, Atisha è stato testimone di statue che discutevano di dharma. le une con le altre.
Bodhgaya divenne così un luogo di pellegrinaggio e nei dintorni sorsero stupa e templi, inoltre luoghi vicini diedero nascita a personaggi che divennero discepoli. Il buddha nelle vicine montagne come Mt. Gaya espose dei sutra come il Ratnamegha, il Gayasirsa e il Paramarthadharmavijaya Sutra. In questa montagna si narra che sono apparse manifestazioni di Buddha e e alcuni fenomeni miracolosi, come la nascita di una sorgente di acqua con poteri di guarigione. Oggi vi si trova uno stupa e un piccolo tempio dove vi è la grotta del protettore del Dharma Mahakala che si manifestò a Nagarjuna mentre era in ritiro. Molti maestri Pandita indiani hanno visitato lo stupa e vi hanno svolto lunghi ritiri di meditazione, e molti hanno avuto profonde esperienze mistiche e dato insegnamenti di Sutra e Tantra. A seguito della conversione nel buddhismo in Tibet intorno al 900 d.c., molti maestri e mahasiddha hanno visitato lo stupa e li hanno manifestato siddhi delle loro realizzazioni spirituali. A bodhgaya si sono svolti grandi dispute filosofiche tra buddhisti e induisti, è molti si convertirono al buddhismo accettando le teorie e le logiche buddhiste che mettevano in contraddizione la logica monoteista dell'induismo.
Molti Arath e Bodhisattva, saggi, eruditi, monaci e laici buddhisti si sono recati in pellegrinaggio a Bodhgaya. Alla fine del ritiro delle piogge 'Yarne' il Sangha si recava allo stupa di Bodhgaya e per sette giorni svolgevano cerimonie di offerta, rituali, canti, fiori, cibo, incenso e altro ancora.
Abbandonando la vita da principe, Siddhartha lasciò il palazzo di nuovo, per studiare e conoscere a fondo la meditazione yoghica, vegliare ed altre pratiche austere. Osservò queste pratiche per un periodo di 6 anni, e superò in questo anche i suoi maestri . Però, alla fine, Siddhartha rifiutò tutte queste austerità. Si accorse che queste pratiche erano inutili e non potevano portare una persona alla vera liberazione o all'illuminazione. Durante il rispetto di queste pratiche, Siddhartha vegliò e digiunò sino quasi a morire di fame. Comprese che simili austerità e la mancanza di sonno lo rendevano debole, e decise, a differenza di altri ascetici, di accettare e mangiare una scodella di riso e latte, offerta dalla fanciulla Sujata. Dopo aver mangiato si riprese,e con una determinazione rinnovata viaggiò verso la cittadina di Gaya dove sedette sotto un albero pipalo. Qui cominciò la meditazione. Meditò durante tutta la notte, senza fermarsi.
Durante la meditazione, però, Siddhartha fu disturbato da uno sogno illusorio creato dal demone Mara, nel tentativo di ostacolarlo dal raggiungere l'illuminazione e trovare la risposta a tutte le sue domande. Siddhartha, però, non cedette. Non abbandonò la sua determinazione e non si arrese al demone Mara. In quel momento, toccò la terra dimostrando di voler mantenere la sua risoluzione. Proprio in quel momento Siddhartha ottenne il "Bodhi" o "l'illuminazione perfetta",e da quel giorno venne chiamato "Sakyamuni" ,ovvero "L'illuminato dei Sakya". Il luogoo dove ottenne l'illuminazione venne chiamato Buddhagaya ("la città Gaya del Buddha") e l'albero di pipalo fu denominato "L'Albero della Bodhi".
comunque sia l'albero in questione si chiama pipal ma non ho mai trovato tante notizie "botaniche" in merito
carino anche ficus religiosa!!!!