• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

experiences

G

Giam

Guest
Una breve relazione sulla stagione orticola che si avvia a conclusione, inframmezzata dalle mie piccole scoperte che, spero, potranno essere utili a qualcuno. Seppur superfluo, specifico che quel che segue è solo quanto deriva dalla mia piccola esperienza.
LATTUGA PRIMAVERILE La mia varietà preferita continua ad essere la Regina dei Ghiacci insieme ad una varietà locale senza nome. Il mio semenzaio è costituito da un avvallamento del terreno scavato in modo da avere dimensioni leggermente inferiori ma forma uguale a una lastra di plastica molto rigida (recuperata anni fa’ dalla monnezza). In pratica trattasi di una buca poco profonda coperta da detto “coperchio” di plastica trasparente. Il vantaggio riscontrato è quello di una più rapida ripresa delle piantine dopo il trapianto a radice nuda, in quanto suppongo che le pianticelle si ritrovino ad avere a che fare, dopo il trapianto, con lo stesso terreno con cui hanno avuto a che fare fino a quel momento. Il “coperchio” gli fa’ da serra. ‘Sto coperchio di plastica viene sostituito da una rete a maglie strettissime (quella delle zanzariere) per le semine effettuate in primavera avanzata, per ostacolare le incursioni delle formiche.
LATTUGA ESTIVO-AUTUNNALE Qualche danno dalle beccate degli uccellini. Coperto con rete (quelle che si usano per far arrampicare i fagioli), in doppio strato, tenuta sollevata da palettini infissi ai lati dell’aiuola. Devo rimarcare che i pennuti non si accaniscono contro tutta l’insalata, ma solo su alcuni cespi che devono avere le seguenti caratteristiche: essere non troppo grandi e non di varietà rosse. Dipende dalla specie di pennuti? Da una “cultura” dei pennuti locali?
FAGIOLINI Coltivata solita varietà (Burro di Roquencourt o qualcosa del genere) a baccello giallo. Una piccola invasione di afidi. Ho aspettato che se ne andassero e quelli se ne sono andati e non mi sembra che la produzione ne abbia risentito. Consiglio l’uso di pochissimi letame.
ZUCCHINE Coltivato Tondo Fiorentino. Fiori molto grandi, produzione abbondante. Frutti un po’ acquosini, per cui l’anno prossimo si torna al Lungo Fiorentino. A mio modesto avviso il Tondo è però insuperato per la preparazione della parmigiana di zucchine (stesso procedimento di quella di melanzane, ma necessita, ancor più dell’altra, di almeno una mezza giornata di riposo a temperatura ambiente).
POMODORI Qualche problema di marciume apicale. Seguo da anni il problema ed ho effettuato diversi tests e mi sembra di poter affermare che, nelle condizioni colturali che sono simili alle mie (terreno argillosissimo, acqua disponibile, aiuole molto esposte al sole), le tecniche che ne ostacolano l’insorgenza sono: 1) andarci piano, molto piano, con il letame; 2) annaffiature quotidiane; 3) far seguire i pomodori alle leguminose.
Fra le varietà coltivate segnalo il Brandywine (non grande produzione, non grande resistenza, ma sapore notevolissimo), il Nero di Crimea (ottima produzione, grande aroma, aspetto attraente, un po’ troppo acquosi). Grande successo di critica e pubblico ha pero’ riscosso il Pomodoro da Chilo (semi fortunosamente ottenuti da amico, che li ha avuti da un amico, che…). Pomodori carnosi e saporitissimi. Li affettiamo a mo’ di pane e basta un filo d’olio ed un po’ di sale. Persino i bambini piu’ verdurofobici hanno ceduto (presentare la cosa come “pizza”). Mo’ stiamo a fare conserve.
PEPERONI Problemi di scottature da troppo sole per il Quadrato d’Asti (ma un tempo il sole scottava cosi’?). Squisiti, in ogni caso (gli si leva la parte scottata e se magna uguale). Nessun problema per il Friariello. Data l’abbondante produzione, ormai li stiamo mangiando rossi (il Friariello viene in genere magnato verde): squisiti. Nonostante continui a leggere che il peperone non deve essere sostenuto, non posso esimermi dal caldamente invitare a sostenere le piante con piccole canne, magari unite fra di loro da un fil di ferro. Continuo inoltre a leggere che il peperone deve essere sfemminellato, like tomatoes. Testata la cosa: effettivamente mi sembra che sfemminellando si ottengano frutti più grossi e più precoci, ma il minor numero degli stessi, unitamente alla possibilità di consumarli anche verdi, scoraggia il sottoscritto dall’adottare tale tecnica in via abitudinaria e definitiva.
FRATTAGLIE Il prezzemolo, dopo che nel presente forum ne feci argomento di dottissime disquisizioni, mi è venuto una schifezza memorabile. Cause solo in parte note (non è che mi freghi poi tanto del prezzemolo…). Basilico (varietà a foglie di lattuga) dopo uno stentato inizio (praticamente immobile fino a metà Luglio), grande esplosione e grande pesto per l’inverno. Buon risultato per le bietole (ma poi nessuno le mangia…Surgelate per l’inverno). Molto bellini i peperoncini piccanti a ciliegia (a proposito: quale è il miglior modo per seccare i peperoncini? Ancora attaccati alla pianta ed a testa in giù o altro?). Bella anche la pianta. Cipolle ok. Varie ed eventuali.
AROMATICHE Fatto liquorino con cedrina. Buon sostituto del limoncello per la preparazione del quale è però essenziale avere un/una coniuge nativo/a della penisola sorrentina con parenti/amici proprietari di vecchie piante di limoni su cui (se non altro a causa di disinteresse) non vengono praticati trattamenti.

Ricetta liquore di erba cedrina Mettere in un barattolone di vetro mezzo litro di acqua e mezzo chilo di zucchero, mescolando fino a quando lo zucchero non si è sciolto del tutto. Aggiungere la scorza di mezzo limone ed una settantina di foglie di erba cedrina, badando che non siano né troppo vecchie né troppo giovani. Infine aggiungere mezzo litro di alcool puro. Lasciare il tutto in infusione per 8 giorni agitando la sbobba quotidianamente. Scaduto il termine filtrare ed imbottigliare in bottiglie di vetro chiaro. Far riposare il tutto un mese prima di consumare.

Dove non si disponga di ottimo origano, consiglierei di seccare la santoreggia, pianta con esigenze minime e profumo sublime. Altro metodo, da noi seguito: si seccano, in mazzi ben distinti, issopo, timo, santoreggia etc. Quando ben secchi si mettono in distinti barattoli rigorosamente non etichettati. Dopo un po’ di tempo ci si chiede vicendevolmente: “Ma che roba c’è in questo barattolo?…Perché non l’hai etichettati? Sei stato/a te a metterci dentro ‘sta roba….!”. Si procede quindi ad unificare i contenuti dei diversi barattoli. Usare nelle più disparate preparazioni. Pace familiare come effetto secondario.

Saluto tutti scusandomi per i miei eccessi.
 
G

Gloria2

Guest
Giam, ora mi disconnetto e leggo il tuo messaggio con una tazza di caffè in mano! Mi fa sempre piacere constatare quanto tempo passi a scrivere per noi, io che scrivo sempre di fretta... E' proprio piacevole questa cosa e volevo dirtelo. Ciao Gloria
 

Sandrasos

Aspirante Giardinauta
Giam...ripeto sei "fortissimo", dovresti scrivere un libro!
Sei talmente chiaro nei tuoi discorsi e molto simpatico, pero' sta attento a non fa' casini con ste' etichettature!!!
Sai quest'anno ho piantato anche i porri (per fare il minestrone), ho messo un bel po' di letame a piu' riprese perchè mi ricordavo che anni fa' facendo cosi' erano cresciuti benissimo e ...sorpresa: mi sono ritrovata delle belle cipollone... Sai succede cosi quando vai a comperare le piantine e tutta orgogliosa pensi "ecco questi sono porri!"...senza chiedere consigli al rivenditore..
Ciao Giam, stammi bene, Sandra ;)
 
Alto