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Milano, 7 nov . (Adnkronos Salute) - Sono circa 7-8 milioni gli italiani costretti a fare i conti, durante lanno, con un dolore alla testa violento e pulsante, accompagnato a volte da nausea e vomito. Tanti sono i malati di emicrania nel nostro Paese, nel 20% dei casi afflitti da crisi quotidiane, e ancora oggi spesso accusati di simulare un dolore che fino a poco tempo fa era giudicato solo un disturbo disfunzionale, o un sintomo di altri problemi più seri. Oggi invece abbiamo scoperto, grazie a uno studio
condotto alluniversità di Torino, che lemicrania è una vera e propria malattia, causata da unalterazione di strutture cerebrali precise, localizzate allinterno del circuito del dolore. Lo spiega Lorenzo Pinessi, ordinario di Neurologia dellateneo piemontese e direttore del Centro cefalee dellospedale Le Molinette di Torino, illustrando oggi a Milano i risultati di una ricerca tutta italiana, che sarà presto pubblicata su Headache. Sotto accusa - dice lesperto - i lobi frontali e temporali, aree cerebrali che fanno parte del circuito che regola il dolore. Per la prima volta al mondo il team piemontese, usando uninnovativa metodica di risonanza magnetica (che si avvale di una particolare analisi morfometrica), è riuscito a evidenziare delle riduzioni focali di sostanza grigia proprio nelle aree cerebrali del circuito del dolore. Piccole alterazioni, presenti sia nei pazienti con emicrania episodica, sia in quelli cronici, ma non nei soggetti di controllo, cioè sani. La ricerca, condotta su 56 persone (di cui 27 afflitte da emicrania) ci ha permesso di verificare anche che questa riduzione di sostanza grigia è direttamente correlata con la frequenza degli attacchi. In pratica, maggiori sono le alterazioni, maggiore è la vulnerabilità alle crisi. Dunque possiamo dire che chi soffre di emicrania è un malato vero, non un simulatore. Purtroppo arriva alla diagnosi anche dopo anni di sofferenza, e deve essere aiutato. Non solo, un altro recente studio del team piemontese ha legato lemicrania ai chili di troppo. La malattia fa ingrassare: circa 3 milioni di emicranici italiani sono obesi o in sovrappeso. Si calcola che questa malattia regali chili in più nel 20-30% dei casi, dice Pinessi. Dunque anche la bilancia rappresenta un problema per questi pazienti. Nella nostra ricerca abbiamo visto che lemicrania colpisce il 10% della popolazione generale e il 30% degli obesi. Così - precisa Pinessi, anticipando i temi del prossimo Migraine Day, in programma il 18 novembre ad Alba - siamo andati a studiare il metabolismo del glucosio, scoprendo che i pazienti con emicrania presentano una certa insulinoresistenza: anticamera della sindrome metabolica, del diabete preclinico e dellobesità. Non solo, a insidiare la linea di chi soffre di questa forma di mal di testa sono anche i farmaci. Alcuni medicinali usati nella profilassi dellemicrania, come i beta-bloccanti e i calcioantagonisti, possono far ingrassare: secondo un recente studio su 200 pazienti, alcune molecole anti-emicrania regalano anche sei chili in più.
Il legame chili-emicrania è molto stretto. Laumento del peso moltiplica gravità e durata degli attacchi, che rischiano di diventare cronici. Mentre la stessa emicrania favorisce lobesità. Cosa fare, allora, contro questo doppio pericolo? Una dieta adeguata e una moderata ma regolare attività fisica possono ridurre in modo significativo linsulinoresistenza, migliorando tutti i parametri metabolici, quindi anche leccesso di peso, assicura Pinessi. Di conseguenza gli attacchi saranno più rari e meno dolorosi. Stiamo valutando anche lefficacia di alcuni farmaci che migliorano la sensibilità allinsulina, per controllare meglio anche lemicrania.
Per spegnere il dolore lancinante localizzato in genere a metà testa, un aiuto arriva dal menù. Meglio evitare alimenti e bevande a rischio crisi, come formaggi, cioccolato, vino, spumante, banane, crostacei, noci e frutta secca, agrumi e pomodori, consiglia lesperto. Occhio poi allo stress, che peggiora le crisi. Un problema ben noto soprattutto allaltra metà del cielo, dal momento che per ogni sei pazienti cinque sono donne. La cattiva notizia è che lemicrania è ereditaria: se sia la madre che il padre ne soffrono, i rischi per i figli sono molto alti.
Come spegnere il dolore? Nei casi più lievi purtroppo il fai da te è frequentissimo: molti pazienti non ne parlano neanche con il proprio medico, magari si affidano a terapie alternative o ai consigli del vicino. Altri pensano di soffrire di cervicale e passano anni per cercare di risolvere un problema inesistente. La realtà è che - dice Pinessi - quando abbiamo davanti persone giovani, spesso la cervicale non centra nulla. Il dolore arriva dallemicrania, che nel 30-50% dei casi si focalizza a livello di nuca e spalle. Altro rischio, confondere lemicrania con la cefalea tensiva: i casi di questultima forma di mal di testa sono molto più rari. Proprio per alleviare il dolore e la tensione muscolare dei pazienti, i ricercatori stanno testando lefficacia della tossina botulinica di tipo A. Due studi americani su oltre 350 persone hanno mostrato che iniezioni della tossina nei muscoli intorno agli occhi, nella fronte, nelle mascelle o su collo e spalle consente di allentare la morsa della cefalea e dellemicrania con una componente muscolo-tensiva.