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Due righe sulla sfagnoterapia

biro46

Maestro Giardinauta
SFAGNOTERAPIA

Quando una pianta mostra segni di sofferenza a livello fogliare in particolare sulle Phalaenopsis si hanno le così dette foglie a orecchie di cocker quasi sicuramente si ha un problema a livello radicale, in questo caso bisogna svasare e controllare lo stato delle radici per verificare la situazione dell'apparato radicale. Ci sono radici marce, molli o secche, dopo la pulitura di radici non ce ne sono più?? ....Puoi salvare la tua orchidea seguendo alcuni piccoli suggerimenti utilizzando la

SFAGNOTERAPIA

Ma cosa è questa strana parola sfagnoterapia

è una tecnica di recupero che serve a ripristinare le orchidee in particolare Phalaenopsis che presentano varie problematiche e che non hanno più un apparato radicale efficiente di solito dovuto al marciume radicale causato da vari motivi: troppo bagnato, composta non adeguata, composta troppo vecchia, ecc.. Non garantisce un recupero al 100% ma se ben fatta le possibilità di riuscita sono molto alte.

Vediamo quali semplici passi è necessario seguire per sperare di ottenere un buon risultato (da seguire scrupolosamente)

Per il lavoro utilizzare una forbice ben affilata e disinfettata alla fiamma. La prima parte è l'attività che si fa normalmente quando si rinvasa una orchidea
  1. Svasare la pianta ed eliminare TUTTA la vecchia composta aiutandosi anche con un leggero getto di acqua tiepida

  2. Pulire la parte radicale della pianta tagliando tutte le radici marce, molli o secche

  3. Pulire il fusto eliminando tutti i residui di guaine delle vecchie foglie, se sono dure tagliare con una forbice affilata nel senso della lunghezza in più parti le vecchie guaine e poi aiutandosi con una pinzetta strappare verso il basso questi pezzettini di guaina e tagliare le foglie che mostrano segni di marciume in qualsiasi punto si presenti
A questo punto se ci sono ancora radici buone si rinvasa in bark nuovo, se invece dopo la pulizia di radici non ne restano più (da qui si denota che la sfagnoterapia va fatta solo con le orchidee senza radici) allora si parte con la sfagnoterapia per poter recuperare la nostra amata orchidea creando una situazione tipo miniserra al fine di mettere la pianta in terapia in un ambiente saturo di umidità e riuscire a creare un microclima ideale
  1. Fare a tutta la pianta un bagnetto di qualche ora con funghicida tipo PREVICUR ENERGY o equivalente

  2. Lasciare asciugare per almeno 3 gg la pianta affichè i tagli effettuati sia alle radici che alle foglie si cicatrizzino tenendola in una zona luminosa ma che non prenda il sole. Uno dei principali punti per una buona riuscita della sfagnoterapia è che la pianta deve essere ben asciutta.

  3. Prendere lo sfagno disidratato ed immergerlo in acqua almeno a temperatura ambiente o leggermente tiepida per qualche momento al fine di reidratarlo, fatto questo lo si strizza benissimo e lo si sfiocchetta nel contenitore che ospiterà la pianta da recuperare per una altezza di almeno 4-5cm.

  4. Si mette la pianta all'interno del contenitore trasparente facendo in modo che il livello dello sfagno non superi il colletto della pianta e facendo attenzione che le foglie non siano eccessivamente a contatto delle pareti del contenitore per evitare la formazione di marciume.

  5. Chiudere ERMETICAMENTE il contenitore e aspettare che si formi la condensa sulle pareti.

  6. Mettere il contenitore con la pianta in una zona calda, illuminata ma non al sole.

  7. Questa è il punto importantissimo - Non fatevi prendere dalla curiosità aprendo il sacchetto o il barattolo tutti i giorni perchè la riuscita del recupero dipende moltissimo dal fatto che deve rimanere chiuso il tutto. Questo è il classico momento in cui si scopre il vero orchidofilo "QUELLO DELLA PAZIENZA". Noi diciamo di applicare la regola delle 3P (Pazienza - Pazienza e ancora Pazienza) e in questo caso aggiungiamo anche la regola delle 3M (Molta Molta e ancora Molta) perchè la pianta deve emettere nuove radici per poter poi sopravvivere.
Non ci sono tempi certi per dire quanto la pianta ci metterà ad emettere radici o foglie nuove, è lei che decide quando è il momento. E' certo che la reazione della pianta dipende anche dalla stagione in cui si esegue il trattamento ad esempio in primavera che è l'inizio della stagione vegetativa la pianta reagisce più in fretta che non in inverno dove lo stimolo vegetativo è ridotto e quindi la reazione potrebbe essere più lenta, ma anche questa è solo una ipotesi

DUBBI

D: Non trovo lo sfagno cosa posso utilizzare??
R: In alternativa allo sfagno si può utilizzare del cotone idrofilo ben sfiocchettato. La resa è leggermente inferiore per cui ogni tanto bisogna verificare che non si sia asciugato aprendo il contenitore ed eventualmente ribagnandolo se asciutto

D: Ma non si deve mai aprire il contenitore??
R: Se il contenitore è di plastica tipo bottiglia o barattolo non dovrebbe essere necessario, se è un sacchetto di plastica potrebbe essere che si sgonfi allora bisogna aprirlo leggermente e soffiare per gonfiarlo nuovamente. Questo porta anche al beneficio di immettere nel sacchetto della anidride carbonica CO2 utile alla pianta

D: Non si forma la condensa sulle pareti
R: La condensa si forma se tra la temperatura interna al contenitore e quella esterna vi è un differenziale negativo, quella interna è più alta di quella esterna altrimenti non si forma, questo non vuol dire che all'interno non ci sia un elavato grado di umidità

D: Su quali orchidee si può fare la sfagnoterapia??
R: sicuramente su tutte, purchè non abbiano radici altrimenti è inutile fare la sfagnoterapia per far crescere delle radici che già ci sono
 

Sunflower79

Aspirante Giardinauta
Ciao a tutte, mi hanno consigliato questa cura per le mie orchidee. Avevano le radici interne marce, ma quelle esterne disidratate e i fiori bellissimi. Le foglie verdi, alcune turgide, altre (quelle vicino alle radici, un po’ flosce).

Come faccio? Nel senso: per fare questa terapia devo chiuderla ermeticamente: ma i fiori??

Grazie
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
SFAGNOTERAPIA

Quando una pianta mostra segni di sofferenza a livello fogliare in particolare sulle Phalaenopsis si hanno le così dette foglie a orecchie di cocker quasi sicuramente si ha un problema a livello radicale, in questo caso bisogna svasare e controllare lo stato delle radici per verificare la situazione dell'apparato radicale. Ci sono radici marce, molli o secche, dopo la pulitura di radici non ce ne sono più?? ....Puoi salvare la tua orchidea seguendo alcuni piccoli suggerimenti utilizzando la

SFAGNOTERAPIA

Ma cosa è questa strana parola sfagnoterapia

è una tecnica di recupero che serve a ripristinare le orchidee in particolare Phalaenopsis che presentano varie problematiche e che non hanno più un apparato radicale efficiente di solito dovuto al marciume radicale causato da vari motivi: troppo bagnato, composta non adeguata, composta troppo vecchia, ecc.. Non garantisce un recupero al 100% ma se ben fatta le possibilità di riuscita sono molto alte.

Vediamo quali semplici passi è necessario seguire per sperare di ottenere un buon risultato (da seguire scrupolosamente)

Per il lavoro utilizzare una forbice ben affilata e disinfettata alla fiamma. La prima parte è l'attività che si fa normalmente quando si rinvasa una orchidea
  1. Svasare la pianta ed eliminare TUTTA la vecchia composta aiutandosi anche con un leggero getto di acqua tiepida

  2. Pulire la parte radicale della pianta tagliando tutte le radici marce, molli o secche

  3. Pulire il fusto eliminando tutti i residui di guaine delle vecchie foglie, se sono dure tagliare con una forbice affilata nel senso della lunghezza in più parti le vecchie guaine e poi aiutandosi con una pinzetta strappare verso il basso questi pezzettini di guaina e tagliare le foglie che mostrano segni di marciume in qualsiasi punto si presenti
A questo punto se ci sono ancora radici buone si rinvasa in bark nuovo, se invece dopo la pulizia di radici non ne restano più (da qui si denota che la sfagnoterapia va fatta solo con le orchidee senza radici) allora si parte con la sfagnoterapia per poter recuperare la nostra amata orchidea creando una situazione tipo miniserra al fine di mettere la pianta in terapia in un ambiente saturo di umidità e riuscire a creare un microclima ideale
  1. Fare a tutta la pianta un bagnetto di qualche ora con funghicida tipo PREVICUR ENERGY o equivalente

  2. Lasciare asciugare per almeno 3 gg la pianta affichè i tagli effettuati sia alle radici che alle foglie si cicatrizzino tenendola in una zona luminosa ma che non prenda il sole. Uno dei principali punti per una buona riuscita della sfagnoterapia è che la pianta deve essere ben asciutta.

  3. Prendere lo sfagno disidratato ed immergerlo in acqua almeno a temperatura ambiente o leggermente tiepida per qualche momento al fine di reidratarlo, fatto questo lo si strizza benissimo e lo si sfiocchetta nel contenitore che ospiterà la pianta da recuperare per una altezza di almeno 4-5cm.

  4. Si mette la pianta all'interno del contenitore trasparente facendo in modo che il livello dello sfagno non superi il colletto della pianta e facendo attenzione che le foglie non siano eccessivamente a contatto delle pareti del contenitore per evitare la formazione di marciume.

  5. Chiudere ERMETICAMENTE il contenitore e aspettare che si formi la condensa sulle pareti.

  6. Mettere il contenitore con la pianta in una zona calda, illuminata ma non al sole.

  7. Questa è il punto importantissimo - Non fatevi prendere dalla curiosità aprendo il sacchetto o il barattolo tutti i giorni perchè la riuscita del recupero dipende moltissimo dal fatto che deve rimanere chiuso il tutto. Questo è il classico momento in cui si scopre il vero orchidofilo "QUELLO DELLA PAZIENZA". Noi diciamo di applicare la regola delle 3P (Pazienza - Pazienza e ancora Pazienza) e in questo caso aggiungiamo anche la regola delle 3M (Molta Molta e ancora Molta) perchè la pianta deve emettere nuove radici per poter poi sopravvivere.
Non ci sono tempi certi per dire quanto la pianta ci metterà ad emettere radici o foglie nuove, è lei che decide quando è il momento. E' certo che la reazione della pianta dipende anche dalla stagione in cui si esegue il trattamento ad esempio in primavera che è l'inizio della stagione vegetativa la pianta reagisce più in fretta che non in inverno dove lo stimolo vegetativo è ridotto e quindi la reazione potrebbe essere più lenta, ma anche questa è solo una ipotesi

DUBBI

D: Non trovo lo sfagno cosa posso utilizzare??
R: In alternativa allo sfagno si può utilizzare del cotone idrofilo ben sfiocchettato. La resa è leggermente inferiore per cui ogni tanto bisogna verificare che non si sia asciugato aprendo il contenitore ed eventualmente ribagnandolo se asciutto

D: Ma non si deve mai aprire il contenitore??
R: Se il contenitore è di plastica tipo bottiglia o barattolo non dovrebbe essere necessario, se è un sacchetto di plastica potrebbe essere che si sgonfi allora bisogna aprirlo leggermente e soffiare per gonfiarlo nuovamente. Questo porta anche al beneficio di immettere nel sacchetto della anidride carbonica CO2 utile alla pianta

D: Non si forma la condensa sulle pareti
R: La condensa si forma se tra la temperatura interna al contenitore e quella esterna vi è un differenziale negativo, quella interna è più alta di quella esterna altrimenti non si forma, questo non vuol dire che all'interno non ci sia un elavato grado di umidità

D: Su quali orchidee si può fare la sfagnoterapia??
R: sicuramente su tutte, purchè non abbiano radici altrimenti è inutile fare la sfagnoterapia per far crescere delle radici che già ci sono
Articolo stupendo.
 

biro46

Maestro Giardinauta
Ciao a tutte, mi hanno consigliato questa cura per le mie orchidee. Avevano le radici interne marce, ma quelle esterne disidratate e i fiori bellissimi. Le foglie verdi, alcune turgide, altre (quelle vicino alle radici, un po’ flosce).

Come faccio? Nel senso: per fare questa terapia devo chiuderla ermeticamente: ma i fiori??

Grazie
la sfagnoterapia come scritto si fa con piante che non abbiano radici, se nel tuo caso ci sono radici anche se esterne la pianta potrebbe essere recuperabile senza necessità di sfagnoterapia, in tutti i due i casi è opportuno eliminare gli steli perchè la pianta deve spendere energie per fare radici e non per mantenere i fiori. Però per essere più precisi è il caso che tu metta delle foto della pianta in modo da poter vedere in che condizioni reali è, in particolare delle radici e dello stato generale delle pianta dei fiori non serve
 

Sunflower79

Aspirante Giardinauta
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la sfagnoterapia come scritto si fa con piante che non abbiano radici, se nel tuo caso ci sono radici anche se esterne la pianta potrebbe essere recuperabile senza necessità di sfagnoterapia, in tutti i due i casi è opportuno eliminare gli steli perchè la pianta deve spendere energie per fare radici e non per mantenere i fiori. Però per essere più precisi è il caso che tu metta delle foto della pianta in modo da poter vedere in che condizioni reali è, in particolare delle radici e dello stato generale delle pianta dei fiori non serve

grazie.
Allora, la pianta ha tre radici esterne e due interne (ma molto mal messe), in compenso ha gli steli ricchi di fiori e le foglie sono verdi, ma poco turgide (ne ho tagliate tre che erano spaccate e cicatrizzate da tempo, ma ormai flaccide).


Inoltre mi si è rotto un rametto fiorito: l’ho messo in acqua tipo fiore reciso. C’è modo di far mettere radici per fare un’altra pianta?
 
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