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Depressione, chi ci e' passato?

yeye27

Master Florello
la tristezza che attanaglia l'anima........

Ale :love_4: ...
Stagli vicina,ma senza forzarlo,fagli capire che quando se la sentirà di aprirsi, e lo farà, tu ci sarai ,che lo ascolterai,che su di te puo' contare,avere fiducia e si sentirà gia' meglio.
Per undici anni,tra alti e bassi, giorno e notte,ho ascoltato,ascoltato e ancora ascoltato,le lamentele,gli sfoghi, i pianti, asciugato le lacrime e condiviso i silenzi, della mia migliore amica.
La cosa piu' difficile e faticosa e' stata convincerla che aveva bisogno di un aiuto psicoterapeutico...quanti medici,quante cliniche e ospedali,e quante terapie rifiutate,nascoste,gettate via.....
Poi abbiamo incontrato il medico che ha saputo guadagnarsi un tantino piu' la sua fiducia e piano,piano ha icominciato a risalire la china...niente medicine,guai solo a nominargliele...l'unica che accetta di prendere al momento del bisogno, sono le gocce per gli attacchi di panico.
Adesso sta molto meglio,è riusciata a prendere la patente,che prima il solo pensiero, le scatenava indicibili attaccchi di ansia.Quel giorno abbiamo festeggiato alla grande,come avessimo vinto insieme lo scudetto!!!
A volte ancora, ci sono i giorni bui e le notti insonni,ma poi parliamo e parliamo e tutto passa,come spero presto anche per il tuo giovane amico.
Un abbraccio grande a te e uno anche a Lui:love_4:
yeyè
 
M

Mary74

Guest
Io invece la penso esattamente come Kiwo.
Ho passati anni in uno stato di alti e bassi , chiudendomi in me stessa ,senza voglia di vivere ,APATICA ...
Poi ho toccato con mano un VERO problema , una VERA disperazione ..e per magia sono diventata una leonessa e mi sono data mille volte della CO.GLI.ONA per non aver apprezzato prima la vita e quello che mi stava attorno.

Oggi ho comprensione solo per chi cade in depressione a seguito di una grave evento (un lutto, una malattia, una separazione..) .
 

rossl

Giardinauta Senior
ho perso da pochi mesi una amica vera, una persona meravigliosa per sensibilità, intelligenza, capacità di comprendere e accogliere gli altri; era anche una bravissima psicoterapeuta e da lei nel corso degli anni e delle nostre lunghissime conversazioni ho imparato tante cose (lei diceva che io le avevo già dentro, lei le aiutava solo a uscir fuori).

Ho imparato che la depressione nasce dal dolore che tutti noi ci portiamo dentro inconsapevolmente: il dolore primario della separazione dalla madre, ma anche di tutte le altre perdite che sperimentiamo successivamente nella vita.
L'importante non è non provare dolore - impossibile e inumano - ma imparare a riconoscerlo, accettarlo e conviverci, sapendo che fa parte della vita di tutti gli esseri umani 'normali'.
Gli affetti soprattutto, ma anche gli interessi, le passioni sono gli strumenti migliori che la vita ci offre per imparare a soffrire senza farci sopraffare; per questo la vicinanza di un altro essere umano che comprende, partecipa alla nostra sofferenza e sa aspettare o ascoltare è di per sè terapeutica (anche se nei casi più critici occorre il supporto medico)

La mia amica si chiamava Daniela, la sua perdita è per me irreparabile.

Però ho scoperto che me ne porto sempre dentro un pezzettino, quando riesco ad essere serena e comprensiva, quando riesco a trovare qualcosa di buono anche quando tutto sembra andare storto (lei diceva che aveva imparato tante cose buone anche dalla sua malattia) e quando riesco a trovare parole di conforto per chi ne ha bisogno.

Ale, fai capire al tuo collega che tu sei pronta ad ascoltarlo, quando lui lo vorrà; ma se ti sembra che la situazione sia piuttosto grave, sarebbe meglio cercare di fargli comprendere che dovrebbe farsi aiutare da un bravo psicoterapeuta
 

rossl

Giardinauta Senior
Mary74 ha scritto:
Io invece la penso esattamente come Kiwo.
Ho passati anni in uno stato di alti e bassi , chiudendomi in me stessa ,senza voglia di vivere ,APATICA ...
Poi ho toccato con mano un VERO problema , una VERA disperazione ..e per magia sono diventata una leonessa e mi sono data mille volte della CO.GLI.ONA per non aver apprezzato prima la vita e quello che mi stava attorno.

Oggi ho comprensione solo per chi cade in depressione a seguito di una grave evento (un lutto, una malattia, una separazione..) .


Mary, non tutti sono in grado di reagire con energia ad una situazione difficile; molto dipende dalle esperienze di vita, positive o negative, che hai alle spalle, e un po' anche dal carattere individuale: c' è chi nasce con gli occhi azzurri, chi castani ecc., chi nasce con una grande carica vitale e chi no.
E' una colpa?
 

decky

Florello Senior
La depressione vera,la malattia, va curata,non basta star vicino alla persona che ne soffre,non è pensabile che la si possa aiutare ad uscirne solo ed esclusivamente con la nostra comprensione e con il nostro affetto,ciò non toglie che umanamente sia un aiuto,ma la soluzione sta altrove....La depressione ti spegne, ti annienta,è un male che spesso è sottovaluto e perfino criticato perchè non compreso.Per chi ne soffre è un baratro dal quale si risale a poco a poco e con grande fatica.
 

elleboro

Florello
Daria, tu (ed altri, qui) dite che sono equilibrata. Chi mi conosce mi trova squilibrata, ma nel senso di un eccessivo ottimismo e della fiducia negli altri. Con la sola parentesi del periodo depresso.
Però vorrei dire che, se uno non ha voglia di vivere, incitarlo perchè lo faccia, può essere negativo. Come minimo, il depresso, pensa di non essere capito e gli aumenta la voglia di andarsene. Stargli vicini in silenzio, mi sembra meglio.
Ma ognuno ha il suo modo di vivere questo guaio veramente terribile.

Ale, se il tuo amico ha voglia di sentire la storia di chi è stata nello stesso guaio, io sono in pensione e un giorno a Ferrara non mi costa nulla. Poi possiamo trovare mille modi per stare in contatto.
Vedi tu. Solo che so che, perchè lui accetti, sarebbe indispensabile la sua lucidità, che non tutti, in questi frangenti, hanno.
Ecco, forse l'unica cosa che può servire veramente al depresso è aiutarlo a capire che ha una malattia. Io mi sono salvata per quello, mi hanno detto i medici.
Comunque la pennso come Kiwo.
 
L

Lucanotav

Guest
non è comunque facile uscirne ....
credetemi io ho una voglia di vivere inredibile, non starei e non sto mai fermo....ma in quei mesi vivevo in un limbo..io non avevo nessuna malattia ma perdevo 2-3 kg alla settimana.....
era terribile avevo solo voglia di dormire....
 
L

Larissa

Guest
La depressione è una malattia a tutti gli effetti.
Purtroppo spesso la confondiamo con momenti, o fasi critiche della vita...

chi di noi non ha mai detto "oggi mi sento depresso", oppure "è un periodo che sono depresso"?

Tolti alcuni casi, (e da quello che ho letto qui, ci sono persone che ci sono passate davvero, dalla depressione) credo che talvolta tendiamo a confondere la depressione - che come parola è entrata nel gergo quotidiano - con questa sorta di "mal di vivere" , per cui basterebbe un pò di forza di volontà, o di buon senso, o un occhio a chi sta peggio, perchè d'incanto, con la sola ragione che confronta, valuta e discerne, uno può dirsi, "ma sì, che frigno a fare?"

purtroppo la volontà, la capacità di essere lucidi, di tirarsi su, è proprio quello che il depresso non può fare, perchè sennò non sarebbe depresso, ma "solo" più o meno "giù".

ora, io non so che livello di gravità abbia raggiunto il problema del collega di Ale, ma so che ci sono casi in cui i farmaci sono indispensabili ( e sono una che non è per niente amica degli psicofarmaci), associati, anzi, preceduti da una forma di terapia.

un buon medico con cui stabilire una buona alleanza terapeutica, ed eventualmente un sostegno farmacologico possono fare molto.

ovviamente, al contempo, è fondamentale quel sostegno e l'empatia di cui si è capaci... altrimenti per me resta sempre una cura a metà...
 

RosaeViola

Master Florello
Larissa mi hai preceduto di poco nel dire che spesso si confonde la depressione con la tristezza, sentimento umano tanto bandito dal nostro vivere comune che ci vuole sempre felici, realizzati e sorridenti.

La tristezza è parte di noi, ma non siamo più avvezzi a riconoscerla.
Certo, poi è vero che la depressione esiste ed esiste eccome, ma un depresso vero non è colui che piange di continuo bensì è individuo che spesso, non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto la mattina per affrontare una giornata, nei casi più seri.

In quanto alle cure...beh, Larissa, ci sarebbe da scrivere un trattato di bestiate che si commettono ai danni dei depressi, come il mandarli da neurologi vari che li imbottiscono di sedativi, ansiolitici e, nei migliori casi, di antidepressivi ma senza associarvi nessuna terapia d'appoggio di tipo psicanalitico o psicoterapico.
E' vero che è una malattia, ma affonda le sue radici dentro a noi.
Gli antidepressivi servono a riequilibrare la chimica del cervello, ma non aiutano certo ad affrontare i propri spettri e a dar loro un nome e un cognome, prima di dare loro degna e definitiva sepoltura.
 

RosaeViola

Master Florello
pinuccia ha scritto:
Quando ti capita, perchè cade addosso, non riesci a vedere che c'è chi sta peggio.

Già, perchè in quel momento il tuo dolore è così grande che sovrasta tutto.
E poi...ma è proprio vero che la depressione cade addosso come fosse una tegola dal tetto? Io sono convinta che non sia così.
Prodomi, avvisaglie e segnali certi, ci sono sempre.
Il problema è che siamo esseri viventi pensanti, ma nessuno ci educa a pensare a chi siamo, a stare in contatto col nostro interiore e a guardarci dentro, cercando di capire perchè soffriamo.
Nessuno ci insegna a dare una voce a tutte le parti che abbiamo dentro: ognuno di noi porta in sè frammenti di sè neonato, di sè bambino, di sè adolescente. Nessuno ci abitua ad una sana periodica assemblea di condominio, nessuno ci insegna che dentro di noi, ognuna di queste parti, deve comunicare con l'altra, deve trovare una relazione, una sinergia per affrontare quanto più consapevolmente la propria vita.
Solo così, si possono scongiurare i rischi della depressione.


Ferisce te e ferisce le persone che ti amano

Ma è la depressione che ci ferisce o siamo noi stessi che non capiamo che la depressione è un atto dovuto di una grande sofferenza?
L'ho sempre vissuta, ogni volta che ne sento la presenza in persone che conosco, come un ultimo grande grido di aiuto della nostra scatola nera, quella che tutti abbiamo ma con cui non facciamo mai i conti.
 
M

Mary74

Guest
rossl ha scritto:
Mary, non tutti sono in grado di reagire con energia ad una situazione difficile; molto dipende dalle esperienze di vita, positive o negative, che hai alle spalle, e un po' anche dal carattere individuale: c' è chi nasce con gli occhi azzurri, chi castani ecc., chi nasce con una grande carica vitale e chi no.
E' una colpa?
Non è una colpa non saper reagire ad eventi più o meno tragici della nostra vita .
Il mio discorso è diverso : per un vero depresso ci sono 10 falsi-depressi che non avendo interessi o problemi seri di fondo si lasciano andare , non apprezzano la vita e quello che gli sta attorno.
Una mia amica soffre di attacchi di panico , quando l'ho rincontrata dopo anni che non la vedevo e ho capito cosa avesse , l'ho aiutata
Le impedivo di prendere le famose "gocce" , la portavo in giro , le leggevo dei libri..spingevo la sua attenzione su qualcos'altro. Capivo che bastava un niente , anche una strada buia perchè si sentisse male...iniziava a piangere , a tremare ,sudare , tachicardia ..voleva tornare a casa e voleva le gocce! . Le parlavo con calma , le dicevo "restiamo fuori , passeggiavamo anche di notte ..
Per due anni è stata tranquilla, poi è partita , è andata in un altra città ..

ma lei ha un vero problema di fondo , ha bisogno di un percorso terapeutico.
 
L

Larissa

Guest
RosaeViola ha scritto:
....In quanto alle cure...beh, Larissa, ci sarebbe da scrivere un trattato di bestiate che si commettono ai danni dei depressi, come il mandarli da neurologi vari che li imbottiscono di sedativi, ansiolitici e, nei migliori casi, di antidepressivi ma senza associarvi nessuna terapia d'appoggio di tipo psicanalitico o psicoterapico.
E' vero che è una malattia, ma affonda le sue radici dentro a noi.
Gli antidepressivi servono a riequilibrare la chimica del cervello, ma non aiutano certo ad affrontare i propri spettri e a dar loro un nome e un cognome, prima di dare loro degna e definitiva sepoltura.

Quoto, Rò;
le bestialità si sono commesse e si continuano - purtroppo - a commettere ai danni di depressi, ma anche di psicotici, e in lungo e in largo le nevrosi di ogni grado e misura.

Tu dici "E' vero che è una malattia, ma affonda le sue radici dentro a noi."
Io direi "è una malattia, e affonda le sue radici dentro a noi."
Non è un tentare sofismi, è per sottolineare che non ci sono malattie che che non affondano radici dentro di noi, e ovviamente questo a maggior ragione vale per tutti i disturbi dell'umore e quelli mentali in generale.

Considerare la depressione (o qualunque altro disagio psichico) una malattia non implica considerare malato solo il corpo, e di questo per fortuna oggi cominciamo a renderci conto. Solo che il vizio linguistico, per così dire, resta.

Per questo dicevo che la cura farmacologica deve essere preceduta da una forma di sostegno psicoterapico; non posso non condividere la tua convinzione che non ci sia - ne potrà esserci mai - molecola che possa cacciar via gli spettri, e nemmeno nominarli...
 
Ultima modifica di un moderatore:

RosaeViola

Master Florello
daria ha scritto:
Io credo che ci sia disposizione per lo stato depressivo, che alcune persone lo portino dentro in uno stato di dormienza, fino a che la bestia si sveglia e si prepara a devastare, tanto più forte quanto inatteso, piccoli segnali qualche disagio momentaneo e poi esplode.
Scusate, ho perso da poco una persona che non ha saputo resistere all'angoscia...non le mancava nulla, amici un buon lavoro un bell' aspetto certo non aveva problemi di sopravvivenza, ma di convivenza con se stesso e non sono stati pochi quelli che hanno sottovalutato il suo stato, fino all'inevitabile.
Sentire parlare di lui come di un vigliacco o una persona stupida, mi ha molto infastidito.

Già, e nessuno si è chiesto perchè soffrisse.
Certo, per il pensiero comune, a fare una buona vita è l'avere e non certo l'essere o il non essere.

Forse dovremo ripensare bene ai canoni della nostra cultura che nega di continuo ciò che siamo.
L'uomo viene al mondo affrontando una grande sofferenza che è la nascita e continua in questo percorso in cui, ben pochi genitori, hanno consapevolezza di quel che un bimbo affronta in sè, per crescere.
Questo bambino, stratifica in sè stesso, tante esperienze buone e cattive. Crescere, lo sappiamo tutti bene, comporta dolore. Che ci piaccia o no, è così.

Ma quanti genitori riescono a parlare coi propri bambini, coi propri ragazzi del dolore?
Sento tantissimi genitori dire che i bambini e i ragazzi devono essere sereni, verissimo peraltro, ma la serenità non si compra al mercato a chili, ed è qualcosa che si costruisce insegnando ai figli ad accettare anche le sconfitte, la sofferenza e a prendere contatto col proprio dolore, accettandolo come parte della vita. Mi sento sempre rimproverare da parenti e amici, quando cerco di dare una voce al dolore delle mie figlie, quando cerchiamo di spiegare il dolore. Solo così anch'esse possono trovare strumenti per capirlo e accettarlo, per non esserne spaventate o per non farsi sovrastare.

La cultura della negazione che ci propinano sempre di più, altro non fa che esaltare il dolore, più lo si nega più lo si rende silente, freddo e sordido.
Questi non tace mai, abbassa solo la voce e mugugna dentro a noi, scava crateri che non si colmano tacendo e fingendo che tutto va bene, stampandosi sulla faccia un sorriso che va bene per tutte le occasioni.

Borbotta e si muove insinuandosi in ogni anfratto del nostro mondo interiore. La sua voce sommessa magari per anni, nel momento opportuno e, spesso per futili motivi agli occhi degli altri, si alza improvvisa esplodendo poi, in fasi tristi e buie come la depressione.
 

RosaeViola

Master Florello
Mary74 ha scritto:
Il mio discorso è diverso : per un vero depresso ci sono 10 falsi-depressi che non avendo interessi o problemi seri di fondo si lasciano andare , non apprezzano la vita e quello che gli sta attorno.


C'è sempre una ragione, una spiegazione, una motivazione per tutto. Anche per questo.
 
M

marco48

Guest
RosaeViola ha scritto:
In quanto alle cure...beh, Larissa, ci sarebbe da scrivere un trattato di bestiate che si commettono ai danni dei depressi, come il mandarli da neurologi vari che li imbottiscono di sedativi, ansiolitici e, nei migliori casi, di antidepressivi ma senza associarvi nessuna terapia d'appoggio di tipo psicanalitico o psicoterapico.
E' vero che è una malattia, ma affonda le sue radici dentro a noi.
Gli antidepressivi servono a riequilibrare la chimica del cervello, ma non aiutano certo ad affrontare i propri spettri e a dar loro un nome e un cognome, prima di dare loro degna e definitiva sepoltura.
E' vero RosaeViola, si tende sempre a curare la malattia con psicofarmaci e sedativi, ma senza un aiuto psicolologico efficace non se ne esce facilmente.
Io ho perso mio fratello, depresso da molti anni, al quale hanno provato anche l'elettrochock con il risultato di devastargli il cervello e renderlo incurabile. Si uccise in modo raccapricciante e spesso vengono a galla i sensi di colpa.... :Saluto:
 
M

Mary74

Guest
RosaeViola ha scritto:
C'è sempre una ragione, una spiegazione, una motivazione per tutto. Anche per questo.

E se questi come dice kiwo , fossero invece vittime del "troppo" benessere, di un vita troppo facile ?
 

RosaeViola

Master Florello
eltu ha scritto:
Se la depressione non è radicata dentro una persona dai tempi che furono, e se la si cura in tempo, è guaribile. Può esserci qualche piccola ricaduta, ma niente di grave. Il vero problema è quando si è depressi e non si vuole guarire. Si rifiuta qualsiasi tipo di aiuto, si respingono le buone parole. Ci si allontana sempre di più da quella che è la vita umana. Ci si isola, si resta in compagnia solo dei propri pensieri.

Beh Eltu, direi che quello che hai descritto, sia qualcosa che si possa definire chiaramente come depressione se non anche peggio, in alcuni casi. Comunque è difficile che un depresso ammetta di esserlo...
 

RosaeViola

Master Florello
Mary74 ha scritto:
Io invece la penso esattamente come Kiwo.
Ho passati anni in uno stato di alti e bassi , chiudendomi in me stessa ,senza voglia di vivere ,APATICA ...
Poi ho toccato con mano un VERO problema , una VERA disperazione ..e per magia sono diventata una leonessa e mi sono data mille volte della CO.GLI.ONA per non aver apprezzato prima la vita e quello che mi stava attorno.

Oggi ho comprensione solo per chi cade in depressione a seguito di una grave evento (un lutto, una malattia, una separazione..) .

Mary, ma perchè? Come puoi stabilire dei parametri di valutazione in merito a tutto ciò?
Spesso nella mente di una persona sono seppelliti degli eventi fortemente traumatici e devastanti, di cui non ha nemmeno la consapevolezza, ma che lo inducono, suo malgrado, a stare male.
Giudicare è rischioso, proprio perchè nelle persone che abbiamo di fronte, noi non sappiamo quali strappi ci siano.
Quando ci si trova di fronte a qualcuno che si comporta così, bisognerebbe sempre domandarsi cosa lo spinga e accettare che non sono solo le cose eclatanti a fare la differenza, anzi, talvolta è proprio il contrario.
Delle volte Mary, bisognerebbe anche avere la forza di perdonare sè stessi, nelle proprie fragilità, per accettare e perdonare quelle degli altri. :love_4:
 
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