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Depressione, chi ci e' passato?

decky

Florello Senior
marco48 ha scritto:
e si ha sempre l'impressione di aver sbagliato qualcosa od in ogni caso di non aver fatto abbastanza....
....ma non è così...purtroppo in questo campo spesso e volentieri è difficile trovare delle persone veramente competenti in una materia talmente complicata come il nostro cervello .Umanamente si hanno sensi di colpa ma razionalmente a volte la malattia è tale da non esser compresa o addirittura da non poter esser guarita nemmeno da medici specializzati.

Un abbraccio Marco
 

RosaeViola

Master Florello
decky ha scritto:
mah,l'anoressia vista come esternazione di depressione,non saprei...sicuramente nasce da problemi che a livello mentale prendono vita con la masochistica tortura del non cibo.


Non so se sia autolesionismo l'anoressia o se sia, invece, una potente anomalia ricattatoria nei confronti delle madri che non hanno saputo amare.
La madre per il bambino è cibo e il cibo, per il neonato, è anche affetto.
E allora, quale arma migliore, per una figlia, se non il cibo, per accusare una madre che è stata abbandonica o che è stata incapace di amare la propria figlia?
Tu non mi ami? Io mi lascio morire di fame, perchè a quella fame atavica, mi ci hai educato tu.
Distruggo me stessa, per distruggere te madre.
Difficile sconfiggerla, davvero tanto difficile, proprio perchè affonda le sue radici in un rapporto che è così profondo da non riuscire quasi a vederne l'origine.

Delle volte, nei casi che si risolvono, forse è più una protesta, un urlo di dolore e, magari, in certi casi, sì, può anche essere un modo di far male a sè stessi per non sentire un dolore più grande...
 
Ultima modifica:

decky

Florello Senior
Già....forse nell'anoressia il farsi del male è a livello inconscio più che in altre patologie, tant'è che i segnali del deperimento fisico all'occhio della persona che ne è affetta non sono visibili almeno fino a quando non si riesce a prender coscienza di ciò che si sta diventando...e del perchè si sta facendo tutto ciò... e solo in quel momento si sta compiendo il salto per uscirne.
 

elleboro

Florello
Eltu, tu dici "ci può essere qualche piccola ricaduta, ma niente di grave".

No, la persona competente che mi ha curato mi ha assicurato che il grosso problema, raggiunta la guarigione, è la tendenza alle ricadute, tipica di questa malattia.

Però io non sono tanto d'accordo nel cercare di andare a fondo di problemi che riguardano competenze di alta specializzazione. Io almeno non mi sento in grado di farlo. Sono entrata qui a portare la mia esperienza (che non amo divulgare) perchè poteva, forse, essere utile, come quella di tanti altri.

Ma preferisco astenermi dal parlare di cose che non so, se non per quella limitata mia esperienza personale. Esco quindi da questa discussione.
 
M

Mary74

Guest
RosaeViola ha scritto:
Mary, ma perchè? Come puoi stabilire dei parametri di valutazione in merito a tutto ciò?
Spesso nella mente di una persona sono seppelliti degli eventi fortemente traumatici e devastanti, di cui non ha nemmeno la consapevolezza, ma che lo inducono, suo malgrado, a stare male.
Giudicare è rischioso, proprio perchè nelle persone che abbiamo di fronte, noi non sappiamo quali strappi ci siano.
Quando ci si trova di fronte a qualcuno che si comporta così, bisognerebbe sempre domandarsi cosa lo spinga e accettare che non sono solo le cose eclatanti a fare la differenza, anzi, talvolta è proprio il contrario.
Delle volte Mary, bisognerebbe anche avere la forza di perdonare sè stessi, nelle proprie fragilità, per accettare e perdonare quelle degli altri. :love_4:

Rò, non sto giudicando gli altri. Sto giudicando me stessa.

La presunta depressione, il non farcela ad alzarsi la mattina , l'apatia , l'estraniarsi da tutto e tutti, disturbi alimentari legati a tutto questo ..ha colpito anche me in momenti in cui obbiettivamente non avevo problemi.

Nel momento in cui mi sono dovuta rimboccare le maniche , è sparito tutto.

A questo punto la mia idea è che forse affrontare qualche difficoltà nella vita è un bene e che non è un caso che ci siano tanti depressi tra le famiglie benestanti.
 

Oleander

Guru Giardinauta
Mary74 ha scritto:
A questo punto la mia idea è che forse affrontare qualche difficoltà nella vita è un bene e che non è un caso che ci siano tanti depressi tra le famiglie benestanti.

ah si ? ....questa è un pò come la storia che il figlio dell'operaio si fà di eroina e il figlio di papà si fà di cocaina......ora, al di là dell'esempio che a volte ma non sempre è legato a forme depressive io credo che il problema depressione non abbia quasi nulla a che fare col vivere in ambiente agiato o meno, le radici son ben più profonde e interne e si scontrano nella società che viviamo quotidianamente.....:squint:
 
M

Mary74

Guest
Sono argomenti che fanno riflettere e purtroppo si rischia sempre di urtare la sensibilità di qualcuno.
 

RosaeViola

Master Florello
Mary, so benissimo che non giudichi gli altri ma te stessa quando affermi certe cose, tant'è vero che ti avevo scritto questo:

Delle volte Mary, bisognerebbe anche avere la forza di perdonare sè stessi, nelle proprie fragilità, per accettare e perdonare quelle degli altri.


Ti voglio bene. :love_4:
 

*ALE*

Apprendista Florello
Lunarossa ha scritto:
ale come va con il tuo collega?

Male malissimo, stamattina e' arrivato piangendo, aveva le lacrime che gocciolavano dal mento e non riusciva a calmarsi, si vergogna di farsi vedere cosi e allora si chiude in bagno poi alle 08:00 prende e va a lavorare. Con il titolare abbiamo deciso di affiancargli sempre qualcuno per non lasciarlo mai solo, non si sa mai cosa gli giri in testa. Sua mamma, con cui ho parlato 1 ora fa mi ha detto che lui e' certo di avere qualche cosa nella testa, non un male incurabile ma un qualche cosa che gli da momenti di ira pazzesca (mi ha detto che a casa si chiude in camera e grida a piu' non posso....) e momenti in cui torna alla normalita'. Ha come 2 personalita' in conflitto, non so di cosa si tratta ma lui non e' in grado di spiegare altro. Oggi pome si e' deciso ad andare dal suo dottore poi lo cureranno perche' secondo me da solo non ce la puo' fare, ci si deve aggrappare a qualche cosa di saldo. Per di piu' e' senza fidanzata e non sappiamo se abbia amici che lo aiutino a superare la situazione. Non mangia e non esce se non per venire al lavoro. Io quando stavo cosi la mattina era il momento tremendo, piangevo prima di mettermi in macchina e anche durante tutto il tragitto ma poi in mezzo ai miei colleghi (che sono tutti matti) mi passava un po'....
Speriamo gli passi presto perche' quando lo vedo cosi mi si stringe il cuore, e' il piu' buono e non merita di stare cosi.
Ale
 

Eltuena

Guru Giardinauta
elleboro ha scritto:
Eltu, tu dici "ci può essere qualche piccola ricaduta, ma niente di grave".

No, la persona competente che mi ha curato mi ha assicurato che il grosso problema, raggiunta la guarigione, è la tendenza alle ricadute, tipica di questa malattia.

Secondo come la vedo io, a monte di questa astratta e pur vera malattia, esiste una causa che la fa scaturire. Se si riesce a capire quale essa sia, se si riesce ad affrontarla e a superarla, si è già a metà guariti. In caso contrario, i farmaci e gli aiuti psicologici restano sempre limitati, non conducono ad una vera e proprio guarigione, ecco perchè le ricadute.
I casi più gravi riguardano le persone che RIFIUTANO tutti gli aiuti. Si chiudono in se stessi, piangono senza un vero motivo, restano chiusi il più possibile negli stessi luoghi, vedono le prove che ci riserva la vita insuperabili, difficili. Anche la più semplice e banale delle azioni per loro diventa estrema.
 

kiwoncello

Master Florello
RosaeViola ha scritto:
Non so se sia autolesionismo l'anoressia o se sia, invece, una potente anomalia ricattatoria nei confronti delle madri che non hanno saputo amare.
La madre per il bambino è cibo e il cibo, per il neonato, è anche affetto.
E allora, quale arma migliore, per una figlia, se non il cibo, per accusare una madre che è stata abbandonica o che è stata incapace di amare la propria figlia?
Tu non mi ami? Io mi lascio morire di fame, perchè a quella fame atavica, mi ci hai educato tu.
Distruggo me stessa, per distruggere te madre.
Difficile sconfiggerla, davvero tanto difficile, proprio perchè affonda le sue radici in un rapporto che è così profondo da non riuscire quasi a vederne l'origine.

Delle volte, nei casi che si risolvono, forse è più una protesta, un urlo di dolore e, magari, in certi casi, sì, può anche essere un modo di far male a sè stessi per non sentire un dolore più grande...

Ti do ragione e secondo gli esperti questa è effettivamente una delle cause complesse alla base dell'anoressia, questa psicosi figlia del benessere. All'anoressia contribuiscono anche idioti modelli sociali ai quali le adolescenti soprattutto sono molto sensibili, tipo essere magre per essere belle come le veline ecc. E lo si sa, l'organismo si adatta all'omeostasi alimentare nel senso che come ci si abitua a mangiar poco e male meno si mangerebbe. Rimedio drastico ma efficace? Un soggiorno prolungato in paese del quarto mondo.
kiwo
 

Eltuena

Guru Giardinauta
Mary74 ha scritto:
Nel momento in cui mi sono dovuta rimboccare le maniche , è sparito tutto..

Forse, ad un certo punto si è stanchi di rimboccarsi le maniche!

[/quote]A questo punto la mia idea è che forse affrontare qualche difficoltà nella vita è un bene e che non è un caso che ci siano tanti depressi tra le famiglie benestanti.[/quote]

Ti assicuro che i depressi non sono solo nelle famiglie benestanti.
 
C

cerchina

Guest
Sua mamma, con cui ho parlato 1 ora fa mi ha detto che lui e' certo di avere qualche cosa nella testa, non un male incurabile ma un qualche cosa che gli da momenti di ira pazzesca (mi ha detto che a casa si chiude in camera e grida a piu' non posso....) e momenti in cui torna alla normalita'.

Ale ciao, il tuo collega deve essere visto subito da un neuripsichiatra competente, parlane in fretta con la madre e consigliale caldamente di non perdere altro tempo, perchè potrebbe essere qualcosa di più grave ancora di una depressione.
Se vuoi aiutarlo davvero informati su chi sono i neuropsichiatri veramente bravi nella tua zona.
Ti faccio tantissimi auguri:love_4:
 
M

marco48

Guest
decky ha scritto:
....ma non è così...purtroppo in questo campo spesso e volentieri è difficile trovare delle persone veramente competenti in una materia talmente complicata come il nostro cervello .Umanamente si hanno sensi di colpa ma razionalmente a volte la malattia è tale da non esser compresa o addirittura da non poter esser guarita nemmeno da medici specializzati.

Un abbraccio Marco
E' vero, a volte non è possibile sconfiggere la malattia anche perchè spesso la persona ammalata non sà di esserlo e quindi rifiuta le cure, ed inoltre i suoi cari si trovano spesso impreparati e non hanno la competenza o la possibilità di aiutarla efficacemente. La vera depressione è una malattia che grava su tutti i componenti della famiglia, e se ne esce solo con l'aiuto delle persone care che dovrebbero, a loro volta, essere aiutate e sostenute psicologicamente.:Saluto:
 
S

sibelius

Guest
*ALE* ha scritto:
..... ma piu' che altro come ne siete usciti? Farmaci? Dottori? ecc ecc.
Se vi va di raccontarmi avrei piacere di ascoltarvi .... anzi.... leggervi.
C'e' un mio collega che da 2 giorni e' in crisi profondissima, uno dei piu' educati, buoni e riservati. Non so cosa dirgli, lui non parla, piange solo. Ha 25 anni e probabilmente diversi problemi in famiglia.
Ale


Io ho trascorso diversi anni veramente male, crisi nere, voglia di vivere 0.
Sono uscito da questo periodaccio quando ho trovato la ragazza, che mi ha fatto intravedere la possibilità di un futuro con mete da raggiungere.

Caschi in queste situazioni non istantaneamente, ma dopo lunghi periodi di delusioni, problemi, ecc.

Secondo me non sei tu che devi dirgli qualcosa, devi solo fargli intravedere la possibilità che tu sia una persona fidata con cui confidarsi e sfogarsi, il parlare dei problemi è un vero toccasana, almeno per il momento di crisi. Per dargli la certezza di potersi fidare, dovresti secondo me fargli qualche confidenza, dimostrando tu di fidarti di lui.
 
A

ambapa

Guest
Mary74 ha scritto:
...A questo punto la mia idea è che forse affrontare qualche difficoltà nella vita è un bene e che non è un caso che ci siano tanti depressi tra le famiglie benestanti.
Non è così Mary, la depressione non ha riguardo per le categorie sociali. Anzi, in chi non ha mezzi, nè economici e nè culturali per affrontarla è, se possibile, ancora più devastante e senza speranza. Ho visto e vedo, casi di umili casalinghe "curate" ad antidepressivi e tranquillanti, che si trascinano per anni e anni, senza miglioramenti reali, semplicemente tenute a galla, devastare la vita propria e quella di chi gli sta intorno. Spesso si trasformano in veri tiranni, imponendo a tutta la famiglia le proprie ritualità ossessive, la propria incapacità di affrontare anche il più piccolo imprevisto. Non vanno mai contraddette...altrimenti scatta il ricatto affettivo, il paventato rischio della ricaduta. E' un continuo nascondersi dietro la malattia. Lo dico con tutta la compassione possibile. La colpa non è la loro, ma di chi si limita semplicemente ad imbottirle di medicinali, senza costringerle ad affrontare se stesse. Ho parlato al femminile perchè sono questi i casi che conosco direttamente.
 

luckybamboo

Florello Senior
persnalmente credo anch'io che sia necessario che vada da uno specialista. Purtroppo la dpressione (intesa come malattia, non come senso comune dell'espressione "mi sento depresso") è una malattia vera e propria, anche se non ha spesso una causa e una cura definitiva e precisa.
e il brutto è che una persona depressa non ha più amici, famigliari, figli, copagni, nel senso che non li riconosce come tali. Ho visto mamme rinnegare i figli, trattarli come se fossero una pezza da piedi, per poi colpevolizzarli di non fare nulla, quando in realtà è gran poco quello che si può fare per una persona depressa.

non c'è parola o gesto che serva, nella maggior parte dei casi, Ale. So che spezza il cuore vedere una persona cara in una situazione simile e non poter fare nulla, ma la realtà è che si ha bisogno di farmaci e di cure mediche, solo dopo si può intervenire con l'amicizia e l'affetto.
 

daria

Master Florello
ambapa ha scritto:
Non è così Mary, la depressione non ha riguardo per le categorie sociali. Anzi, in chi non ha mezzi, nè economici e nè culturali per affrontarla è, se possibile, ancora più devastante e senza speranza. Ho visto e vedo, casi di umili casalinghe "curate" ad antidepressivi e tranquillanti, che si trascinano per anni e anni, senza miglioramenti reali, semplicemente tenute a galla, devastare la vita propria e quella di chi gli sta intorno. Spesso si trasformano in veri tiranni, imponendo a tutta la famiglia le proprie ritualità ossessive, la propria incapacità di affrontare anche il più piccolo imprevisto. Non vanno mai contraddette...altrimenti scatta il ricatto affettivo, il paventato rischio della ricaduta. E' un continuo nascondersi dietro la malattia. Lo dico con tutta la compassione possibile. La colpa non è la loro, ma di chi si limita semplicemente ad imbottirle di medicinali, senza costringerle ad affrontare se stesse. Ho parlato al femminile perchè sono questi i casi che conosco direttamente.
Acc! Cinzia come è vero...tu spesso hai la capacità di risvegliare in me ricordi sopiti, che mi riportano inevitabilmente al quartiere della mia infanzia dove si consumavano vere tragedie famigliari all'insegna di una, tanto grande quanto disarmante disinformazione...tanto più tragica quando la donna ne era protagonista...
 

*ALE*

Apprendista Florello
Oggi alle 12:00 ci ha salutati tutti ... come se non volesse piu' tornare (a me ha fatto venire i brividi....). Aveva gli occhi lucidi e con un filo di voce ha detto che ci saremo visti lunedi perche' lui oggi sarebbe andato dal dottore.... persino il mio titolare che non e' mai stato molto sensibile ha detto che si sente un nodo in gola nel vederlo cosi.
 
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