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Depressione, chi ci e' passato?

RosaeViola

Master Florello
Mary74 ha scritto:
E se questi come dice kiwo , fossero invece vittime del "troppo" benessere, di un vita troppo facile ?

Infatti Mary questo è possibilissimo.
Bisognerebbe chiedersi quali sono gli effetti di una simile educazione nella sfera emotiva di una persona.
Spesso, nel vivere una vita agiata, sono tanti i fattori che concorrono a scatenare certe problematiche.
 

RosaeViola

Master Florello
marco48 ha scritto:
E' vero RosaeViola, si tende sempre a curare la malattia con psicofarmaci e sedativi, ma senza un aiuto psicolologico efficace non se ne esce facilmente.
Io ho perso mio fratello, depresso da molti anni, al quale hanno provato anche l'elettrochock con il risultato di devastargli il cervello e renderlo incurabile. Si uccise in modo raccapricciante e spesso vengono a galla i sensi di colpa.... :Saluto:

Oh mio Dio Marco...Mi dispiace tantissimo...:cry:
 

RosaeViola

Master Florello
Larissa ha scritto:
è per sottolineare che non ci sono malattie che che non affondano radici dentro di noi, e ovviamente questo a maggior ragione vale per tutti i disturbi dell'umore e quelli mentali in generale.


Larissa, non posso non evidenziare questa frase.
 

rossl

Giardinauta Senior
Marco, quanti dolori si nascondono dentro le vite delle persone!

Ricorda però che non sempre ne siamo noi i responsabili
 

RosaeViola

Master Florello
Ultimamente mi rende sempre più conto che la parola compassione è quasi sparita dal nostro vocabolario.
Attribuiamo un significato quasi negativo a questo termine, mentre in realtà, dovremmo ripensare un po' alla nostra lingua e comprenderla, perchè la parola compassione ha un significato bellissimo e molto alto, considerato che deriva dal latino cum-passio, che significa con passione o patire insieme.
In ognuno delle persone che abbiamo di fronte, c'è un pezzetto di noi e non riesco a capire, non so rassegnarmi al fatto che ci si dimentichi troppo spesso di identificarci nell'altro.
Compassione, alla fine, è una parola bellissima.
 

rossl

Giardinauta Senior
Rosa, approvo quello che stai dicendo, ma soprattutto trovo giusto e 'salutare' che tu insegni alle tue figlie a dare voce al loro dolore: è una condizione che ci tocca tutti prima o poi ed è importante che una madre insegni ai propri figli ad affrontarlo
 

daria

Master Florello
RosaeViola ha scritto:
Vero Daria, però considera che nel club, persone come Marco, Larissa, rossl, non potrebbero intervenire.
Hai ragione...è che mi sembrava si toccassero temi delicati, comunque ripeto come non detto non ci avevo pensato
 

RosaeViola

Master Florello
rossl ha scritto:
Rosa, approvo quello che stai dicendo, ma soprattutto trovo giusto e 'salutare' che tu insegni alle tue figlie a dare voce al loro dolore: è una condizione che ci tocca tutti prima o poi ed è importante che una madre insegni ai propri figli ad affrontarlo

Rossl, se c'è una cosa che ho capito è proprio che spesso il dolore che i ragazzi provano, genera mostri assurdi che assumono dimensioni impressionanti perchè ognuno pensa che soffrire sia sbagliato.

Mia figlia giorni fa piangeva disperata perchè un'amica le ha fatto un grave torto e alla fine del nostro parlare, mi ha detto: "Mamma, ma perchè si soffre? Perchè io soffro così tanto?"
E' stata la più bella cosa che potesse chiedermi e, asciugandole le lacrime, ho cercato solo di dirle che questo suo modo di essere non è un danno o qualcosa di negativo, ma in realtà, un grande dono che talvolta fa male.
Le ho detto che il dolore passa nella vita di tutti, continuamente e che tutti lo sentono, solo che non tutti hanno la forza di guardarlo bene in faccia perchè sono più fragili.
Alla fine mi ha detto: "Ma allora, se io riesco a sentirlo, a provarlo, non sono debole..."

No, non lo è.

Poche volte mi son sentita così felice di fronte alle lacrime della mia ragazza.
 

rossl

Giardinauta Senior
RosaeViola ha scritto:
Ultimamente mi rende sempre più conto che la parola compassione è quasi sparita dal nostro vocabolario.
Attribuiamo un significato quasi negativo a questo termine, mentre in realtà, dovremmo ripensare un po' alla nostra lingua e comprenderla, perchè la parola compassione ha un significato bellissimo e molto alto, considerato che deriva dal latino cum-passio, che significa con passione o patire insieme.
In ognuno delle persone che abbiamo di fronte, c'è un pezzetto di noi e non riesco a capire, non so rassegnarmi al fatto che ci si dimentichi troppo spesso di identificarci nell'altro.
Compassione, alla fine, è una parola bellissima.


sì, Rosa: compassione è una parola bellissima, grazie per avercelo ricordato
 

RosaeViola

Master Florello
daria ha scritto:
Hai ragione...è che mi sembrava si toccassero temi delicati, comunque ripeto come non detto non ci avevo pensato

E' vero Daria che si toccano argomenti personali e delicati e in questo senso, il club sarebbe il posto giusto dove parlare di ciò, ma hanche il club, ha le sue contraddizioni. :(
 

decky

Florello Senior
Io ho in famiglia un caso di depressione,questa persona ne è affetta da anni,mi ricordo esattamente quando iniziò,quando lei avvertì i primi tarli mentali che la portavano a manie suicide,mi ricordo perfettamente le sue crisi,gravi e travolgenti,un'onda che la buttava giù e che non le permetteva di rialzarsi.Ho impresso lo sguardo di chi nei momenti di sconforto si chiedeva come aiutarla,e cercava in ogni modo di darle un imput,un perchè dovesse continuare a vivere nonostante la sua vita fosse stata e fosse ancor di più in quel periodo un vero inferno,un limbo anche per una persona forte.Ho in mente il suo sguardo perso nel vuoto,ricordo le sue frasi colme di disperazione e la sua voglia di non soffrire più.
Lei non ne è mai uscita.Oggi sopravvive,vittima di medici sbagliati e delle cure dalle quali ormai dipende al 100%.Vittima anche dell'incuranza di alcuni più influenti di altri che forse per ignoranza,forse per incuranza l'hanno lasciata andare,pensando o sperando forse che la via di guarigione fosse lì a portata di mano,o forse non capendo fino in fondo la gravità di quanto le stesse accadendo.
Ricordarmi com'era e vederla oggi fa male,e pensare che la sua vita è stata un calvario così grande è devastante.
 

rossl

Giardinauta Senior
deve essere terribile vedere lo sguardo di una persona che ti chiede aiuto e non poterlo, o saperlo, fare
 

decky

Florello Senior
rossl ha scritto:
deve essere terribile vedere lo sguardo di una persona che ti chiede aiuto e non poterlo, o saperlo, fare
ed è ancora più terribile vedere lo stesso sguardo a distanza di anni che è ormai privo....e non chiedetemi di cosa,non so esprimerlo,è uno sguardo vuoto,senza espressività,è lo sguardo di una persona che non ha vissuto la serenità della vita
 
M

marco48

Guest
rossl ha scritto:
deve essere terribile vedere lo sguardo di una persona che ti chiede aiuto e non poterlo, o saperlo, fare
Hai perfettamente centrato il dramma di chi vive accanto ad una persona malata di depressione, si cercano tutti i pareri possibili, ovviamente sono sempre contrastanti, e si ha sempre l'impressione di aver sbagliato qualcosa od in ogni caso di non aver fatto abbastanza....
Adesso scusatemi, per stasera chiuderei quì. Ciao a tutti.
 

kiwoncello

Master Florello
pinuccia ha scritto:
kiwoncello ha scritto:
Strana "condizione" la depressione, distinguendo fra quella "endogena" e quella "reattiva", quest'ultima la più comune e derivante da stress, lutti, disillusioni, delusioni ecc. Strano ma vero, il fatto che in tempi di grandi pericoli di vita, disgrazie, fame come accade durante ogni guerra i depressi spariscano come d'incanto.

Durante ogni guerra i depressi non spariscono, sai quanto suicidi ci sono stati in tempo di guerra?
Non è forse l'atto estremo che porta la depressione?
Forse non venivano considerati tali perchè la malattia non si conosceva.
Ma tante morti non sono state per bombardamenti o arma da guerra.
Solo successivamente, conoscendo la malattia, si è scoperto che ci sono state delle morti da depressione.
Quando ti capita, perchè cade addosso, non riesci a vedere che c'è chi sta peggio.
Ne vieni fuori con l'aiuto dei farmaci e con l'amore di chi ti sta vicino.
Ma è una battaglia sanguinosa. Ferisce te e ferisce le persone che ti amano

In tempo di guerre la gente si suicidava come atto di disperazione senza speranza plausibile, perché in un attimo si vedeva distrutta la famiglia, perché si aspettava cose atroci nell'immediato, perché era satura di disgrazie. Pensa alla situazione pazzesca di chi trovava a Berlino subito dopo l'entrata dei russi, quando le donne di ogni età sapevano che nel breve sarebbero state al minimo violentate! Non si trattava del lungo e macerante processo depressivo che può anche portare all'atto estremo, ma di una forma disperata di autodifesa distruttiva nel breve.
kiwo
 

decky

Florello Senior
filippolitti ha scritto:
qualcuno vuole aggiungere qualche parallelo con altre malattie tipo anoressia????
mah,l'anoressia vista come esternazione di depressione,non saprei...sicuramente nasce da problemi che a livello mentale prendono vita con la masochistica tortura del non cibo.
 
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