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Conifere

I

Il Marchese del Ficus

Guest
Sono piuttosto inesperto riguardo le conifere, vale a dire che ne ho uccise
più di quante nn sono riuscito a mantenere... sarà stato il clima romano, il trafficatissimo primo piano su via Boccea...sarà stato il bonsaista... In effetti sono "difficili" specie se rapportate ad essenze "da principiante" come zelkove,olivi, meli... sono decisamente diverse, per comportamento
ed esigenze... vediamo comunque che cosa si può dire su di loro, considerando che la mia è più teoria che pratica "sul campo"..

Intanto, le essenze come i pini DETESTANO la troppa umidità nel terriccio e ne soffrono terribilmente: in una parola muoiono prima che si possa fare qualcosa... serve perciò un terriccio drenante e sabbioso che eviti qualsiasi errore. La miscela classica è akadama e sabbia di fiume in proporzione di due a uno, oppure akadama, kiryu e sabbia in parti uguali. Si aggiunge -volendo-terriccio organico a seconda delle esigenze, ma mai in quantità superiori al 50 %... consideriamo che però, pur nutrendo l'albero, il terriccio organico tende
a danneggiare le radici se impropriamente annaffiato, perchè favorisce l'insorgere di muffe funghi e marciumi.

Poi è da ricordare che i pini (parleremo sopratutto di loro) NON germogliano sui rami spogli, quindi qualunque operazione si compia, potatura o pinzatura o selezione degli aghi che sia, è bene lasciare degli aghi sul ramo per evitare che dissecchi.

Detto questo, vediamo anche che l'apparato radicale dei pini è il peggiore che possa capitare a un coltivatore.
Le radici tendono ad allugarsi e a conservare peli radicali solo sugli apici, quindi, potandole, tendono a morire o rovinarsi... Le potature radicali saranno perciò graduali e fatte con cura, evitando di potarne troppe perchè il pino non si riprenderebbe. Lasciare molti peli radicali è la soluzione migliore per evitare stress fatali all'alberello.

Coltivarlo da seme è la strada migliore, poichè è possibile controllare e predisporre l'apparato radicale sin dall' "infanzia" del pinetto.... infatti Crespi nella sua ottima monografia sul pino, scrive che il secondo anno le radici vanno accorciate molto, cosa che ne favorirà l'infoltimento piuttosto che l'allungamento.
Il fittone andrà altresì accorciato, e tutto l'alberello se ne gioverà negli anni futuri. addirittura si può ridurre il giovane pino di due anni a talea per provocare la crescita di radici radiali che in futuro creeranno un nebari perfetto. (nebari:punto in cui il tronco si collega alle radici)

Un pino raccolto in natura invece avrà un apparato radicale perfetto, sviluppato naturalmente e molto molto più "maneggevole".

Le piante da vivaio invece sono un casino, nè più nè meno. Lasciate per anni in vaso (possono reggere DECENNI senza essere rinvasate) produrranno radici grosse e lunghissime che prendono la forma del vaso, e lavorarle è davvero un problema. Perciò, una pianta da vivaio andrà trattata a prebonsai per alcuni anni, considerata la delicatezza e la lentezza di sviluppo... sono tuttavia piante ipersviluppate e molto forti.
Si comincerà con una prima potatura, evitando di potare più di due rami grossi per volta e accorciando gli altri.
Si passerà quindi alle radici, che andranno ridotte di un terzo, non di più, cercando di eliminare per prime quelle grosse e mantenendo intatte quelle sottili e piene di peli radicali.
Si attenderà che rivegeti, quindi si ripeterà l'operazione dopo un paio di anni, fino a che non si sia ottenuto un esemplare "bonsaizzabile". Al limite, nell'attesa, se il pino si è ripreso in fretta, si può cominciare a legarlo
e sfoltirlo gradualmente, a livello di chioma... si deve in sostanza, impostare uno stile che andrà poi seguito negli anni.

Ciò che sto cercando rozzamente di spiegare, è un raffinato procedimento giapponese, il cosiddetto "approccio graduale", che permette di ridimensionare ed infoltire le radici senza indebolire l'albero che, nel contempo, potrà essere legato e potato senza problemi. L'operazione finale sarà perciò la posa in vaso bonsai, una volta che le radici si saranno sviluppate in maniera corretta. Il pino perciò, inizierà ad "invecchiare", prendendo la classica conformazione del bonsai tipo... avete presente Miyagi, metti-la-cera-togli-la-cera? ^_^
Considerando perciò finita l'impostazione, da qui in avanti, l'unica operazione da eseguire con costanza sarà la pinzatura delle candele con lo scopo di arretrare la vegetazione, formare la ramificazione sottile e ridurre la dimensione degli aghi.
Si lega solo se necessario, con filo bello robusto per rifinire alcuni rami... in teoria il pino andrebbe mantenuto con la sola operazione di potatura e -ora lo vediamo- di pinzatura.

In primavera si lasceranno allungare le cosiddette candele, vale a dire i "gemmoni" sull'apice dei rami, poi si spezzeranno con le dita o con le forbici lasciandone un terzo della lunghezza. Una volta aperte, se si tratta di pini ad aghi lunghi, si poteranno alla base in maggio-giugno, cosa che produrrà una nuova gemmazione che si schiuderà la successiva primavera. Nel
caso di pini ad aghi corti come il pentaphilla, invece si lasceranno perchè eliminandole si causerebbe la morte del ramo e che andrà selezionata, conservando solo gemme utili al disegno e opposte, mai verso l'alto, il basso o l'interno.
Se si hanno dubbi, si evita di eliminare la nuova vegetazione a maggio e buonasera. Ho trovato utile anche eliminare completamente la candela in inverno (su un pino selvatico raccolto in natura) per vederne apparire
di nuove e più piccine in primavera. Di queste se ne lasciano -di solito- tre.
E' un'operazione che va solo approfondita con l'esperienza...

Questo è perciò il metodo per favorire l'infoltimento del pino ma bisogna badare bene a potare maggiormente i rami più forti per favorire lo sviluppo di quelli deboli: si cimeranno allora prima i rami deboli, poco, dopo una decina di giorni quelli forti, maggiormente. Questo dovrebbe bilanciare lo sviluppo dell'albero e rinforzarlo.
I pini non amano le concimazioni ed è meglio evitare concimi chimici o liquidi, perciò si utilizzeranno quelli solidi a lenta cessione (che sono anche "naturali", organici) come il celebre biogold, ma sempre in dosi leggere... i pini sono essenze frugali che possono essere danneggiate solo da incuria o annaffiature o concimazioni errate.... alla fine è meglio lasciarli stare... e guardarli crescere. Il concime serve solo in caso di evidenti carenze del terriccio.

Se il pino diventasse molto folto, andremmo incontro a vari problemi, primo tra tutti l'idebolimento dei rametti e dei germogli interni che non ricevono luce diretta. Si elimineranno quindi gli aghi vecchi, quelli posteriori, per dar spazio a quelli nuovi e per far filtrare la luce all'interno della chioma. Anche attacchi di parassiti o funghi si potranno prevenire con questa operazione, che consiste nel tagliare gli aghi con le forbici, lasciando solo la base della guaina sul rametto. Si esegue in autunno oppure in piena estate, comunque quando la pressione linfatica è in calo e solo su piante vigorose e forti. E' in buona sostanza una defogliazione parziale, nè più nè meno, e considerando che gli aghi durano dai due anni sino a i dieci senza cadere, a seconda della specie, è evidente quanto tale operazione forzi il pino a rinnovarsi e a mantenersi sano.

Osservazione:
I pini non si rinvasano mai a "radice nuda". La teoria prevede di non disfare mai totalmente il pane radicale per evitare
orrende sorprese come la morte del pino o il disseccamento di buona parte di esso... tuttavia, i casi di marciume radicale che fulminano quest'essenza sono causati quasi senpre dal vecchio terriccio SOTTO il tronco, quella parte cioè che quasi mai viene ripulita. E' un bel dilemma, ma se si ha cura, manualità e precisione, in vari rinvasi successivi si può pulire questa parte eliminando il rischio di malanni... insomma, prima o poi va fatta, e cominciare prima è molto meglio di poi.

Avvertenza.
I pini non amano le frequenti annaffiature, e sopravvivono benissimo anche col terriccio completamente asciutto. C'è chi non annaffia MAI i pini adulti se non in estate piena e questo perchè molta dell'umidità di cui vivono, i pini la assorbono attraverso gli aghi... va da sè che nebulizzarli è una pratica che gli gioverà moltissimo, stando attenti alle patologie fungine che questa operazione potrebbe causare. Quindi prevenzione. Prodotti rameici o sistemici ci metteranno al riparoda questo problema.

Ora non so... ho alcuni esemplari freschi freschi, due rari pinus leucodermis, uno giovanissimo di 3 anni e un altro di sei anni circa già legato col filo e in vaso da coltivazone, poi ho un haleppensis di due anni e un ginepro fenicio, sempre di 2 anni.
Spero che germoglino presto, ho un'esposizione ottima in questo periodo, bella assolata e tiepida, e gli esemplari più giovani stanno in serra fredda dove altre essenze già stanno risvegliandosi. Sono stati da poco rinvasati (con attenzione in terricci adatti) quindi dovrebbero riprendersi in tempi più lunghi, pur confidando nel buon tempo che pare debba arrivare settimana prossima.
Da me,come dicevo, molti alberini si stanno risvegliando: meli, melograni e zelkova già stanno emettendo gemme e foglie, e questo grazie alla serra fredda che mi ha permesso oltretutto di anticipare i rinvasi -a quanto pare- perfettamente riusciti.
Le mie conifere invece non danno segni di ripresa, e per questo evito di bagnarle molto sebbene le abbia rinvasate in terricci drenanti e quasi ciottolosi. Credo e spero che ci voglia solo pazienza... se muoiono, state certi che non vi dirò ASSOLUTAMENTE NULLA :astonishe.
 

Lele85

Apprendista Florello
Letto. Per ora non ho conifere.
Magari domenica comprerò con antonella proprio una conifera.
Ma il larice cos'è? una conifera? dici che è gestibile? perchè vorrei prendere anche un boschetto di larice. che mi consigli?
 

Antonella73

Giardinauta Senior
LELE, SI, il Larice fa parte delle Conifere..:)

Andrea....grazie di esserci :)

dinque, io li sto stampando tutti, gli altri li ho letti e riletti... senti ma poi varrebbe la penna raccoglierli in un fascicoletto! con le varie lezioni pratiche numerate, un indice, le foto...si si io corro sempre..:) ma penso proprio che si dovrebbe fare!

quanto ti dobbiamo x i diritti d'autore??:love_4:
 

Memes

Giardinauta Senior
Gran bel commento!!!
Ti vorrei chiedere una cosa,mio zio ha una villetta in montagna,in un ounto ci sono tanti giovasni ginepri non difficili da asportare,lo volevo fare in primavera,secondo te è un buon periodo per farlo??
 
I

Il Marchese del Ficus

Guest
secondo me si, a patto che tu lo faccia con cura e salvando le radici. L'uso di attrezzi adatti come pale palette zappette & vanghettine faciliterà l'operazione...
un saluto
 

aleda

Giardinauta
Pini, larici,ginepri e tutte le conifere per tenerle in forma hanno bisogno di tanta umidita,dunque nebulizzare anche tre volte al giorno.
gineprosqua.jpg
 

il conte verde

Maestro Giardinauta
dinque, io li sto stampando tutti, gli altri li ho letti e riletti... senti ma poi varrebbe la penna raccoglierli in un fascicoletto! con le varie lezioni pratiche numerate, un indice, le foto...si si io corro sempre..:) ma penso proprio che si dovrebbe fare!

Mi sembra che l'idea di Antonella sia ottima, Marchese perchè non ci fai un pensierino?
 

Lele85

Apprendista Florello
ohhh cosa lo incitate...ahah..che poi gli dobbiamo pure pagare i diritti di autore....:D:D:D

no comunque non sarebbe una brutta idea...fare una raccolta e poi metterlo tutto in pdf e distribuirlo GRATUITAMENTE a noi amichetti del forum...e poi farlo pagare in giro :lol::lol::lol:
 

Haria

Giardinauta
Ecco un'altra interessantissima lezione!
Grazie Andrea, io intanto segnalo pure questa da aggiungere nelle FAQ^^

Le altre sono già state inserite, quindi se volete consultarle facilmente, basta che andiate nelle FAQ di questa sezione :)
 
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