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Chiarimenti su ticchiolatura melo e pero

AlessioLodi

Aspirante Giardinauta
Ciao,
io in genere tratto con rame, dodina e tebuconazolo i peri e meli, alternando i principi attivi e comunque solo nel periodo invernale fermandomi prima della fioritura.
In genere tratto con rame in inverno, poi da rigonfiamento gemme in avanti faccio un altro paio di trattamenti, o solo con dodina o con dodina e tebuconazolo (sistemico), fino a poco prima della fioritura. Tranne qualche annata particolarmente piovosa, mi è sempre andata bene.

Se ho letto bene, la ticchiolatura presenta infezioni primarie e infezioni secondarie, che semplificando si può può dire che le prime sono quelle che avvengono se uno non ha trattato nei momenti di cui sopra, che sono quelli più critici, mentre le seconde sono spesso localizzate, fanno meno danni e capitano appunto a stagione avanzata. Insomma si può dire che se uno è stato bravo alla ripresa vegetativa il problema è quasi sempre risolto?

Leggo poi che in biologico si utilizza il polisolfuro di calcio e anche solo lo zolfo contro la ticchiolatura. A questo punto, se la pianta è in salute ad oggi, si può limitarsi a qualche irrorazione con lo zolfo per scongiurare le infezioni secondarie?
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
L'infezioni primaria è dovuta alle ascospore che in primavera germinano negli organi di sopravvivenza del fungo sui residui della vegetazione; le infezione secondarie sono dovute ai conidi che vengono prodotti dal fungo una volta che si è insediato sull'ospite (vi possono essere più cicli infettivi secondari nel corso della stagione in rapporto alle condizione metereologiche).
Ne consegue che ai fini della difesa può non essere sufficiente cercare di prevenire l'infezione primaria, ma può rendersi necessario intervenire allorquando si realizzano le condizioni per l'infezione.
In linea di massima occorre proteggere il melo nel periodo che va da 'punte-verdi' a 'frutti-noce' contro il rischio di infezioni primarie. Se queste non si verificano (anche però in altri meli nelle vicinanze) si può interrompere, diversamente si deve trattare preventivamente in previsione di piogge che fungono da veicolo per la diffusione e insediamento del patogeno (ci sono appositi bollettini diffusi on-line: al momento siamo approssimativamente in fase di esurimento di inoculo di ascospore).
I prodotti anticrittogamici più idonei a livello domestico sono i rameici (usare le formulazioni meno fitotossiche in vegetazione) e la dodina per trattamenti in via preventiva. Il polisolfuro è piuttosto 'pesante'; gli zolfi efficaci contro la ticchiolatura sono quelli in formulazioni tecniche avanzate (sospensione concentrata) e trovano impiego soprattutto nella coltivazione bio in alternativa ai rameici.

In agricoltura intensiva attualmente esistono strategie di lotta molto sofisticate che vanno da apparecchiature in grado di 'catturare' le ascospore a modelli previsionali basati su software che utilizzano dati raccolti da centraline agro-metereologiche, dunque in grado di allertare allorquando si concretizzano rischi di infezione.

P.S. Non capisco il motivo, se è così, di ripetuti trattamenti in periodo invernale, oltretutto con sistemici che non possono essere assorbiti per evidenti ragioni.
 
Ultima modifica:

AlessioLodi

Aspirante Giardinauta
Ciao grazie per la risposte.
Evidentemente mi sono espresso male, per "inverno" intendevo poi fine-inverno inizio primavera: tratto in genere con rame o dodina da rigonfiamento gemme in poi. Un tecnico del consorzio agrario mi ha poi detto che se i sistemici funzionano appunto come tali, a maggior ragione funzionano per contatto (cioè quanto applicati al bruno). Non ho abbastanza competenza per confutare l'affermazione, comunque diversi principi attivi sistemici o similari presentano in etichetta la possibilità di essere applicati senza vegetazione. Comunque non mi è quasi mai capitato di trattare con sistemici senza vegetazione.

Vorrei gentilmente anche dei chiarimenti sul termine "pesante" riferito al polisolfuro,visto che mi piacerebbe provare a farne un po', ammesso che la cosa sia economicamente vantaggiosa, considerato che 25 kg di polisolfuro pronto mi verrebbero a costare dai 45 ai 50 euro.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
"Pesante" non è esattamente un termine fitoiatrico ma pensavo fosse più facilmente comprensibile; tecnicamente si usa il vocabolo fitotossico.
Una volta esisteva il polisolfurio di bario, meno fitotossico in quanto meno alcalino di quello di calcio, ma è stato da tempo revocato.
Il polisolfuro ha un'azione genericamente biocida sia verso insetti sia verso crittogame, dunque di per se stesso è un antiparassitario a largo spettro. Su piante sensibili come il pesco può provocare ustioni ai rametti e accecamento di gemme.
E' un antiparassitario di vecchissima data, già in uso nel sec. XIX come lo zolfo e il rame. Veniva impiegato principalmente contro la cocciniglia di S.José con trattamenti 'al bruno' (= quando la pianta è in riposo vegetativo e senza foglie) ; attualmente è ammesso solo come anticrittogamico su fruttiferi.
Agisce per contatto in fase di vapore grazie allo zolfo che ha in pancia, disgregando le pareti di micelio e spore fungine. E' leggermente tossico per animali a sangue caldo e i pesci, risparmia le api ma è dannoso verso gli acari predatori e altri insetti antagonisti. Non è genericamente compatibile con altri prodotti fitosanitari e in particolari con gli olii bianchi (in questo caso si consiglia di rispettare un intervallo di 15 gg.). Non va usato con temperature di 30/+ °C e in caso di sbalzi di freddo, inoltre occorre impiegare un buon irroratore per evitare gocce grossolane che risultano caustiche; dopo l'uso le pompe e gli ugelli vanno ben lavati in quanto ha azione corrosiva. Ovviamente quando si tratta si devono indossare i prescritti DPI. Il tempo di carenza (cioè prima della raccolta frutta) è di 30 gg.. Per l'acquisto occorre attualmente il patentino.

Sei sempre dell'idea di impiegarlo? :)

P.S. Per i sistemici antifungini ti posso dire modalidà di azione se mi comunichi il prodotto ovvero la sostanza attiva, ma poiché in generale agiscono sul metabolismo fungino è evidente che somministrati in inverno non servono a niente in quanto il patogeno è in fase quiescente o semplicemente non presente sulla pianta.
 

AlessioLodi

Aspirante Giardinauta
Grazie, a questo punto preferisco di no, troppo "sbattimento". Proverò piuttosto qualcuno di questi zolfi liquidi. Ce ne è uno che sembra andare per la maggiore, il Thiopron ma ne esistono anche altri. Il prezzo non è proibitivo sebbene più alto rispetto agli altri formulati a base di zolfo. Leggo anche che negli ultimi anni sono stati messi a punto formulati a base di rame (brochantite) che nelle pomacee possono essere usati anche in vegetazione.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Il Thiopron è stato ampiamente sperimentato contro la ticchiolatura del melo con risultati soddisfacenti.
La brochantite ch'io sappia è un minerale di rame (idrossisolfato di rame) ma come tale non ha impiego in agricoltura: credo che tu ti riferisca al solfato di rame tribasico neutralizzato prodotto a partire da rame proveniente da tale minerale che garantisce un alto standard in purezza in rame.
I rameici per uso agricolo sono: idrossido, ossicloruro, poltiglia bordolese (ultimamente è stato proposto un solfato neutralizzato con ammoniaca in formulazione liquida).
E allora:
- se si ha bisogno di una maggior prontezza di azione e limitare i dosaggi per ettaro è preferibile il rame come idrossido;
- se si vuol contenere una batteriosi meglio l'ossicloruro della poltiglia; l'ossicloruro tetraramico rispetto a quello di rame e calcio ha una azione meno pronta ed è più fitotossico ma è più peristente;
- se si cerca soprattutto la persistenza è preferibile la poltiglia bordolese.
 

AlessioLodi

Aspirante Giardinauta
Purtroppo il Thiopron è dsponibile, nelle mie zone, solo in taniche da 10 litri.
La brochantite è impiegata ad esempio in alcuni formulati della ex Cerexagri, ora UPL: vedi Selecta Disperss, che è impiegabile sia su drupacee che pomacee in vegetazione.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Grazie per la precisazione ma sono prodotti che avevo già visionato prima di risponderti.
Riguardo ai formulati rameici messi in commercio dalla UPL si tratta sempre di solfato di rame neutralizzato, in pratica poltiglia bordolese, ma in formulazione moderna (granuli idrodispersibili) da solo o in mix con altri anticrittogamici con la differenza che il rame viene ottenuto dal minerale brochantite anziché dal più economico e meno puro del solfato di rame pentaidrato ottenuto partendo da rame contenuto in altri minerali più facilmente reperibili. Peraltro il Cuprofix Ultra Disperss dell UPL è in sacchi da 5 kg e stanto alle attuali normative è un prodotto ad uso professionale portando in etichetta il pittogramma di pericolo.
A livello amatoriale e senza disporre dell'apposito patentino il ventaglio dei PF acquistabili è assai ristretto.
 
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