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C'est pour parler....

  • Creatore Discussione radicediliquirizia
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R

radicediliquirizia

Guest
oggi voglio immaginare tutti voi come ideali interlocutori e compagni di convivi letterari, come partecipanti ad un ipotetico banchetto della chiacchiera gratuita.
Immagino chi seduto con un bicchiere di whisky tra le mani e chi con vodka ghiacciata, chi fuma l'ultima sigaretta promessa, chi parla dell'ultima vacanza trascorsa a chi pensa all'ultimo amante amato.
Tutto amabilmente condotto, tra storie ed illusioni, utopie ed obiettivi.
E' bello immaginarvi, è bello sapervi.

Ed io che vi parlo della mia terra, di quanto le mie radici siano difese ed elogiate. E quando parlo del mio mondo culturale di appartenenza, voglio rifuggire da qualcosa di individuale e mi abbandono ad una visione più allargata, collettiva, umana. Non confini di uno stato, o territorio delimitato con una lingua e forma politica comune, ma appartenenza, appunto, ad una radice che parla del luogo dove essa si esprime.
Quasi una fedeltà viscerale nata molto più da un'educazione sensuale, prima che sentimentale e quindi culturale, ben lontana dalle divisioni che una politica sterile ha voluto determinare. Qualcosa che impari a sentire quando trovi naturale andare al mare trovando sollievo nelle afose giornate estive, quando gli alberi sono gli ulivi, quando i colori sono accesi, quando il sole ti acceca, quando ancora i bambini giocano in piazze affollate, quando le donne anziane si siedono vicino all'uscio di casa per vedere la gente che passa.
Radici che affondano nella storia plurale del tempo, nel destino incrociato delle differenze.

C'est pour parler, ça suffit....
 
A

ambapa

Guest
radicediliquirizia ha scritto:
oggi voglio immaginare tutti voi come ideali interlocutori e compagni di convivi letterari .....Ed io che vi parlo della mia terra...C'est pour parler, ça suffit....
Suggestioni romane in forma di allucinazione estiva
Roma...Estate...primo pomeriggio...
Luce e oscurità tagliate da un coltello a dividere il mondo in due pezzi: bene e male, spirito e materia, paradiso e inferno. Nè ombre, nè morbidezze, solo una luce dura e violenta opposta all'oscurità misteriosa e silente. E' questo il tempo in cui i Demoni romani dell'estate escono fuori per le strade, mentre gli Angeli si ritraggono nell'ombra fresca delle chiese. E' il tempo in cui l'anima non trova rifugi, quello in cui qualsiasi cosa ha una sua proria esistenza fisica, solo materica essenza.

Un Uomo e una Donna camminano fianco a fianco, pressati dentro lo stretto corridoio tra antichi palazzi provenienti dalla Storia, con tutto il loro peso e la loro forza. L'Uomo e la Donna possono scorgere, attraverso le alte facciate, appena una striscia di cielo bianco, bruciato dal sole. Nessuna parola a spezzare il silenzio, nessuna urgenza da esprimere.
Non si conoscono, casualmente incontratisi lì a condividere un breve tratto di strada. Lei pensa di riconoscere quel posto, ma improvvisamente capisce che non è così. Quell'uomo, sotto quel tipo di luce, rende tutto completamente diverso, totalmente sconosciuto. Un posto che non appartiene al tempo e allo spazio, solo uno spettro delle sue fantasie. L'Uomo si ferma e prende la mano di lei tra le sue...Le sta domandando qualcosa? Che tipo di aiuto può dargli lei? Non sa nemmeno più chi sia...persa in quello spazio familare ed estraneo al tempo stesso. Tutto assomiglia quasi ad una allucinazione...ma avverte le sue mani calde tremare, i suoi occhi che la cercano... Non si preoccupa più di dove sia.
E' semplicemente un posto dove i Demoni romani dell'estate hanno diritto a vivere.

Non vi preoccupate miei cari...non mi trovo sotto l'effetto di qualche potente allucinogeno...è solo il caldo e la fatica che stimolano la fantasia a fuggire, fuggire, fuggire...
 
R

radicediliquirizia

Guest
... radici che affondano nella storia plurale del tempo, nel destino incrociato delle differenze.

Quasi come un antico rimescolio di uomini che rendo spesso difficile distinguere un calabrese da un egiziano, un pugliese da un greco, un lombardo da un austriaco, un siciliano da uno spagnolo, un piemontese da un francese.
La storia che affonda le sue radici nella pelle degli uomini, lo scambio che raggiunge i corpi. La storia è quindi nata ed il concetto di mondo si è creato.
 
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