aseret ha scritto:Mi sembra che tu voglia dire che il dolore puo' esprimersi col pianto e con intensa epressione emotiva nei momenti più duri,ma che tale modo di comportarsi non deve diventare un' abitudine, perchè a lungo andare diventa imbarazzante per chi ascolta e può denotare incapacità ad affrontare la vita e scarsa autonomia. E' così?
Ho letto adesso il post di Sonia, concordo con lei.
Tutto giusto tranne che per l'imbarazzo.L'imbarazzo non esiste per me in queste situazioni.Io piango spesso ma quello che ci tengo a sottolineare è che MAI il pianto lo vivo come una soluzione.Mai mi faccio scudo del mio pianto o della mia emotività per evitare di fare ciò che devo fare o per evitare di reagire e di superare un ostacolo.
Ci tengo a precisare che io non ho voluto presentare alcun modello comportamentale.Sto solo esponendo una mia discutibile intolleranza verso certe persone.Insomma un discorso incentrato su me più che sugli altri.
Sapete non credevo che il mio discorso avesse fatto tanto scalpore.
Insomma:Se un bimbo cade mentre sta imparando a camminare...Non è forse giusto che dopo il pianto si rialzi e ci riprovi?Certo,avrà tutte l'apprensione dei genitori quel pianto, ma sarebbe educativo non esortarlo a riprovarci?
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