Beh, credo che l'ulivo stia benissimo in climi dove la temperatura non scende sotto i 6 °C, penso proprio che la maggior parte degli ulivi il gelo non l'abbia mai provato, ma si limitano a provare il freddo, magari un bel freddo, quindi credo che le scale potrebbero essere un buon compromesso.
La luce proprio come tu dici, importa un po' meno durante la fase non vegetativa, ma rimane comunque un aspetto da non sottovalutare.
TI dirò che come accennavo in una discussione a cui ho recentemente partecipato (
http://forum.giardinaggio.it/bonsai/119440-luce-solare-diretta-filtrata.html, Francobet ribadiva, come peraltro la mia piccola esperienza mi ha insegnato che anche durante la fase di dormienza la luce ha una certa importanza.
Nel mio caso specifico, avevo ricoverato alcune mie piante in una mia cantina decisamente fredda (soprattutto lasciando aperta la finestra), più o meno come le tue scale, ma estremamente luminosa fino all'ora di pranzo e gran parte delle piante al risveglio ha prodotto dei getti lunghissimi e di conseguenza internodi davvero inaccettabili.
La luminosità del mattino è davvero intensa e ti garantisco che non sono tipo da sopravvalutarla. Questo, unito alla convinzione che d'inverno alla funzione clorofilliana la luce servisse poco o niente, mi aveva convinto che quello fosse il ricovero ideale.
Invece ho scoperto che le mie piante (eccetto un ficus) preferiscono essere flagellate dagli sgarbi del clima invernale di Milano, piuttosto che starsene in un a stanzetta ospitale e ricca di comfort.
Rispetto alle mie piante però, sono convinto che l'ulivo tolleri bene inverno senza gelo.
Per la luce fai bene a pensare che i vetri colorati filtrino molta luce, perfino quelli trasparenti, ma se non hai alternative penso che il rischio possa essere accettabile.
Magari sarà un po' un problema la risveglio, dove da "dentro" dovrai spostarla necessariamente "fuori", proprio in concomitanza della fase critica del cambio di stagione, in cui dopo una giornata di precoce caldo primaverile, la tua pianta potrebbe incontrare, come ultimo souvenir invernale, una gelata d'addio.
Mentre per le piante esposte in natura tutto si svolge mentre sono già ambientate e dove sono "caldamente" ancorate ad una enorme massa termica, la tua pianta verrebbe sballottata da dentro a fuori, dal caldo (relativo) al freddo, dal buio (relativo) alla luce, dalla scarsa ventilazione ad una galleria del vento.
Le variazioni che noi percepiamo in un tempo "umano" per una pianta devono invece apparire repentine, brusche e questo può dar loro più fastidio di quanto possiamo credere, proprio quando stanno tentando di assuefarsi alle nuove condizioni che scegliamo per esse.
Comunque in sostanza sto dicendo che non va bene niente, fuorché lasciare le piante in pace lontane dai nostri maledetti vasetti.
E' vero, ma è solo per chiarire a me per primo che l'amore che posso manifestare alle mie piante non compensa minimamente i disagi a cui le sottopongo e che per questo motivo, devo fare più attenzione possibile, mettendomi nei loro panni che come notorio non vestono neppure.
Operazione quindi difficile, ma trattandosi di cambiar loro casa almeno un paio di volte l'anno dobbiamo almeno chiederci se sarà cosa ad esse gradita e quanto, in modo che ricambino il nostro presunto amore con meno odio possibile.
Ciao