Cara Traudi, scusami se ti ho messo in imbarazzo. Nessun problema, invece a darci la "tua" ricetta del pesto. Perchè il "Pesto genovese" e non "alla genovese" (che comprende tutte le innovazioni e le speculazioni), come dettano gli amici dell'"Ordine dei Cavalieri della Confraternita del Pesto" di Genova (che si occupano e preoccupano di salvaguardare i caratteri originali, chiedendo anche il riconoscimento dop e ottenendo dalla Nestlè/Buitoni di non registrare i marchi di pesto "Riviera" e "Sanremo"), può avere molte varianti, secondo l'estro e i gusti personali. Tuttavia gli elementi fondamentali tradizionali o innovati sono: basilico e olio liguri, aglio, formaggio pecorino sardo o parmigiano reggiano, pinoli, sale. Il tutto e nelle dosi personali, non frullato ma rigorosamente poltigliato con il pestello di legno nel mortaio di marmo di Carrara.
Il basilico di Pra, una piccola area alla periferia di Genova, ha una foglia più piccola di quello di Albenga e quindi assai più piccola del Napoletano, ma soprattutto cresce con un microclima fra mare e monti che conferisce aroma e profumo molto particolari.
A Genova la sua morte è in particolare come condimento alle trenette o le troffie, ma può essere usato anche nelle minestre, minestroni, sulle carni e in tanti altri modi.
Certo, amica Traudi, patata o/e fagiolini, secondo gusto, solo nell'acqua di cottura della pasta.
Curiosità abominevole: i cioccolatini e il salame al sapore di pesto.
"Il Pesto - dicono i Cavalieri - non è solo una salsa ma, soprattutto, è elemento corroborante, taumaturgico,un culto, un tiramisù e, seppur costretto nei confini dei suoi ingredienti, diventa anche espressione personale se fatto con amore, intelligenza, convinzione".
Scusate, ma il basilico e il pesto, mi hanno preso la mano (ho chiamato anche mia zia tosco-ligure a Genova!), ma spero che possa interessare qualcuno.
Dimenticavo: oggi ho mangiato trenette al pesto (purtroppo comprato).
Ciao a tutti e buon appetito da Antonio