personalmente del Guevara ho presente la profonda e concreta spinta rivoluzionaria (di cambiamento) e anticapitalista (oggi vivendo la crisi possiamo dire che aveva ragione), intellettuale più che pratica (o guerrafondaia se vogliamo, perchè fare la rivoluzione non è andare a comprarsi le Nike) storicamente provata da testimonianze, filmati, registrazioni e documenti. Ne prendiamo atto senza trasporto o fanatismo.
Dai diari (sempre che vengano letti) si estrapola una figura umana che va oltre quella storica e quella (impropriamente) mitizzata, una figura scomodissima in quanto trasparente e priva di alcun risvolto ambiguo (e i tentativi di inquinare i fatti ci sono sempre stati) e molto molto attuale. Negli scritti che ha lasciato Guevara si mostra come è, e mai si nasconde dietro l'autocelebrazione o l'ostenazione di alcunchè. Questo lo dico da critico letterario.
A volte, addirittura, si scorge una figura "terrena" quasi stucchevole nella sua umanità demitizzata.
I crimini di Che Guevara e del Castrismo sono l'essersi opposti a un colosso economico e militare e averlo sconfitto o, se mi si permette, averglielo messo serenamente tra le chiappe.
Vincere una rivoluzione, con un gruppuscolo di idealisti con aspirazioni suicide capaci di raccogliere le speranze e il futuro di un Popolo pronto a seguirli è una lezione più pesante di qualsiasi Vietnam, Iraq o Afghanistan.
Ora Guevara è vittima della macchina del fango postuma, che però tende ad incepparsi perchè parliamo di Storia e nella Storia contano i fatti e non la propaganda sparsa in giro dai soliti noti.
Sono contrario alle magliette del "che" ostentate come simbolo di appartenenza politica.