• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

Alberi con radici affioranti

danielep

Florello Senior
Ammetto di non aver ancora trovato la spinta per leggere, ma dalla tua anticipazione mi pare di capire che l'articolo sostiene che si possano tagliare le radici ma sarebbe meglio evitare... Insomma hanno ragione tutti! Ho capito male? :barefoot:
Lo ammetto anch'io!

Cito da articolo prec.:
Esistono sistemi o tecnologie per risolvere in maniera permanente il problema delle radici?


La risposta è teoricamente affermativa, anche se articolata. In sede di impianto, ad esempio, si possono creare dei substrati artificiali che simulino le condizioni per le quali i Pini sono stati plasmati dall’evoluzione, pur evitando i carichi orientati sulle radici corda. La soluzione più ovvia è quella di predisporre dei substrati tipo terre-pierre (structural soils, in inglese), ovvero costituiti da materiale inerte, stabilizzato per rullatura ma dotato di macro-pori ed interstizi occupati da terreno di coltivo. Su impianti esistenti, l’unica soluzione è quella di elevare il piano di campagna, “annegando” le radici corda in miscele di sabbia e ghiaia più o meno stabilizzate; ma non sempre questo è possibile … Si possono poi adottare anche barriere verticali rigide che, quando posate con un po’ di accorgimenti, possono evitare le “fughe” radicali in orizzontale. Del tutto inefficaci, almeno nella mia esperienza, si rivelano invece i teli anti-radice, almeno nei casi in cui permanga la sollecitazione orientata delle radici corda.


Fino a che punto si possono toccare le radici dei pini? E che tipo di reazione ha la pianta di fronte a questi continui interventi antropici?

L’apparato radicale dei Pini, frutto di una sorta di “iper-specializzazione” evolutiva, risulta relativamente poco adattabile e, dunque, sostanzialmente intangibile. Questa intangibilità, se violata, non ha tanto conseguenze dirette sulla stabilità dell’albero nel breve periodo, quanto piuttosto sulla sua capacità di autodeterminazione morfologica. Nel pino domestico ad esempio, seguendo il principio di connessione funzionale tra le diverse regioni anatomiche dell’albero, i danni a carico delle radici fascicolate finiscono per avere ripercussioni dirette sulla vitalità e sulla organizzazione architettonica dei grandi palchi reiterati, mentre danni a carico del fittone compromettono lo sviluppo del tronco principale. In altre parole, l’aspetto esteriore del Pino tradisce puntualmente ciò che accade (o è accaduto …) al di sotto al piano di campagna. Se vogliamo Pini ben conformati, sani e stabili dobbiamo lasciare in pace le radici o, comunque, dobbiamo valutare attentamente le conseguenze di ogni disturbo.
 
Alto