• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

Acero rosso.... Al Sud (poi!!!!!)

danielep

Florello Senior
Grazie mille dei consigli!! Riproveró sicuramente, anche se avevo la curiosità di prendere un bonsai particolare. Ad esempio di acero rosso.

E in ombra in estate o a Bari fai la ricetta dell' acero arrosto.
Prendo spunto da questa " botta e risposta" per farvi riflettere.

a) sul valore estetico dell' Acero Rosso;
b) sull'opportunità di coltivare un Acero palmato giapponese al Sud...

Sul primo punto, c'è poco da discutere; per me, le foglie, in genere, devono essere verdi e virare al giallo/arancio/rosso al sopravvenire dei primi freddi (ma quali...?). Questioni di gusti personali; anche se, chi acquista un A. rosso, non sa che, di norma, d'estate, il rosso vira a ad un verde scuro...

Punto b) : al Sud, l'aria resta calda e secca per troppi mesi e, ben che vada, rovina esteticamente le foglie, quando, in virtù anche di un errato terriccio del venditore, non s'imbeve pure dell'acqua che gli diamo per contrastare il fenomeno e porta le radici alla rovina! In Giappone, spesso, l'aria è calda quanto al Sud, ma, in quel periodo "incriminato", è anche ricca di pioggia e d'umidità. E gli aceri, in terreno non stagnante, prosperano!!! Non è tanto il caldo ma l'aria ed il vento secchi a danneggiarli!

Personalmente, ho provato per anni , a coltivare Larici in Pianura padana, ma, mi sono dovuto rendere conto che stanno BENE solo in montagna.
Per cui, un appello a quanti vivono in zone mediterranee; avete tante piante adatte a vivere e prosperare nel vostro clima!!!
Dimenticate gli Aceri palmati giapponesi....
 

dark_light

Aspirante Giardinauta
giustissime osservazioni, la stessa cosa all'incontrario puo' essere valida anche per un olivasto a milano? secondo te di inverno puo' resistere ?
Qua al nord a parte conifere che non sono di mio gusto quali sono le specie consigliate /autoctone?
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
giustissime osservazioni, la stessa cosa all'incontrario puo' essere valida anche per un olivasto a milano? secondo te di inverno puo' resistere ?
Qua al nord a parte conifere che non sono di mio gusto quali sono le specie consigliate /autoctone?
Resiste, resiste. E, un ciocco di legno raccolto in natura a Lecce o a Bari, in alcuni anni di lavoro e cura, diventa stupendo. Cerca "il mio olivastro la Murgia" di @aurex... peccato che ultimamente stia mostrando sintomi di deperimento...
 

dark_light

Aspirante Giardinauta
Resiste, resiste. E, un ciocco di legno raccolto in natura a Lecce o a Bari, in alcuni anni di lavoro e cura, diventa stupendo. Cerca "il mio olivastro la Murgia" di @aurex... peccato che ultimamente stia mostrando sintomi di deperimento...
l'ho visto il post ma lui e di benevento... non di milano.
pianta bellissima e ben lavorata, anche se non apprezzo molto in genere i lavori sul secco.
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
Ok ma l' olivastro che è selvatico, è molto più resistente a tutto dell' olivo. E a Milano qualche olivo c'è. È un' isola di calore ormai...
olivi ce ne sono diversi nei giardini in provincia di Milano, e non da oggi, da diverse decine di anni, prima non saprei
ci sono cultivar più adatte
e l'olio d'oliva bresciano non è degli ultimi 10 anni
non sto dicendo che le temperature non siano aumentate, ma non esageriamo, certe piante c'erano anche prima, si usavano meno
come non puoi lasciare fuori da noi senza serra i cymbidium anche se fa meno freddo
 

francobet

Moderatore Sez. Bonsai
Membro dello Staff
rispondo anche io, anche se sono un montanaro modenese.
io li amo gli aceri.... ne ho direi 20..forse di più, di varietà diverse, forme stili far cui 2 boschetti... oni ecc
li tengo, ovviamente, al sole; soffrono un pò il vento, ma non posso lamentarmi.
l'unico che mi fa dannare, è l'atrourpureum a cascata... è l'unico un pò all'ombra,,,ma arriccia sempre le foglie a tal punto che, a mostre da giugno in poi, non posso portarlo.
è importantissima la coltivazione: terreno drenante e leggermente acido ( pomice 50% 15% lapillo 15% kanuma 10% zeolite e 10 % torba acida e neutra + il solito pugnetto di humus), concimazioni costanti ogni 8 gg da aprile a ottobre senza mai interrompere e cambiando prodotti e sempre organici bilanciati, MAI e poi MAi bagnare le foglie e potature costanti..
 

danielep

Florello Senior
terreno drenante e leggermente acido ( pomice 50% 15% lapillo 15% kanuma 10% zeolite e 10 % torba acida e neutra + il solito pugnetto di humus),
Mi preme far notare la composizione del terriccio (devo soprattutto a @francobet la scoperta della pomice), che, in ogni caso, nei bonsai (e non solo) dev'essere drenante. Poi, le esposizioni e i climi cambiano; lui sta sul versante nord dell' Appennino modenese e può permettersi il sole , mentre , in Padania, da giugno a settembre, li sposto dove il sole lo ricevono solo al mattino o schermato:
Il sud , cmq (salvo posizioni di montagna e riparate) non è luogo di aceri-
Di olivi, sì, proprio per il clima , eventualmente piovoso d'inverno! In vaso al Nord, bisogna tenerli ridossati e protetti, in inverno ( e bagnarli ogni tanto)!
Anche se il clima è cambiato ( e la disponibilità di soldi pure-in un giardino di San Donà vive un olivo che dev'essere costato un bel po' di Euro, al tempo), ho visto con i miei occhi un giovane olivo, dal vicino, patire e morire sotto le sferzate gelide della bora :eek:
Chi vuole , apra un thread a riguardo!
 

avalu81

Giardinauta
io casco a pennello in questa discussione :lol: :lol: :lol:
da leccese trapiantato a Milano, ho visto che è molto più semplice prendere una pianta da giù e farla crescere rigogliosa a Milano (magari da Sondrio in su fa più fatica) che non il contrario.
Se un olivastro o un melograno, o addirittura un fico d'india, riesci a farli sopravvivere senza alcun problema e senza particolari preoccupazioni al nord (i primi due a Milano ormai sono di casa, segnalo una grossa porzione di viale Andrea Doria, con aiuole piene di melograni estremamente fruttiferi), prendere un acero e portarlo al sud, o farlo crescere anche da seme in Puglia, Sicilia, Calabria, è quanto di più difficile possa esserci. personalmente ho provato con diversi tipi di acero, diversi tipi di substrato, diversi tipi di esposizione. Se trovano il punto giusto esplodono, diversamente, almeno i miei sono cresciuti a stento, per poi morire quasi del tutto.
Solo una volta infatti, ho piazzato un acero palmato portato da Milano sotto i rami di un pesco da fiore, e quella penombra gli ha fatto fare vegetazione assurda indisturbato per due anni. Poi appena ci ho messo le mani per fare una prima potatura di rientro e spostato in una zona più al fresco l'ho praticamente perso, pur avendo provato a rimetterlo dove era.
Personalmente ho smesso di coltivare aceri al Sud, ci provo ogni tanto ma non ci perdo più tanto tempo.
Credo che Milano città abbia un microclima particolare che aiuta. Mi hanno fatto vedere le foto di uno dei miei meli in vaso da 10 anni a Lecce. Un mese fa era già completamente spoglio, quello che ho a Milano, una margotta di due anni, è ancora completamente verde.
 

Tchaddo

Florello
io casco a pennello in questa discussione :lol: :lol: :lol:
da leccese trapiantato a Milano, ho visto che è molto più semplice prendere una pianta da giù e farla crescere rigogliosa a Milano (magari da Sondrio in su fa più fatica) che non il contrario.
Se un olivastro o un melograno, o addirittura un fico d'india, riesci a farli sopravvivere senza alcun problema e senza particolari preoccupazioni al nord (i primi due a Milano ormai sono di casa, segnalo una grossa porzione di viale Andrea Doria, con aiuole piene di melograni estremamente fruttiferi), prendere un acero e portarlo al sud, o farlo crescere anche da seme in Puglia, Sicilia, Calabria, è quanto di più difficile possa esserci. personalmente ho provato con diversi tipi di acero, diversi tipi di substrato, diversi tipi di esposizione. Se trovano il punto giusto esplodono, diversamente, almeno i miei sono cresciuti a stento, per poi morire quasi del tutto.
Solo una volta infatti, ho piazzato un acero palmato portato da Milano sotto i rami di un pesco da fiore, e quella penombra gli ha fatto fare vegetazione assurda indisturbato per due anni. Poi appena ci ho messo le mani per fare una prima potatura di rientro e spostato in una zona più al fresco l'ho praticamente perso, pur avendo provato a rimetterlo dove era.
Personalmente ho smesso di coltivare aceri al Sud, ci provo ogni tanto ma non ci perdo più tanto tempo.
Credo che Milano città abbia un microclima particolare che aiuta. Mi hanno fatto vedere le foto di uno dei miei meli in vaso da 10 anni a Lecce. Un mese fa era già completamente spoglio, quello che ho a Milano, una margotta di due anni, è ancora completamente verde.

Aggiungo una curiosità, di recente a Milano in viale Palmanova nell'aiuola a bordo strada, abbastanza in fondo, è "spuntato" un fico d'india... Non lo avevo mai notato ed è anche bello grosso, quindi immagino sia stato messo lì da poco... Vi farò sapere come passa l'inverno
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
il mio acerino rosso di foglie, che sta qui da quando avevo 7 anni, campagna milanese, nel caso qualcuno non lo sapesse, :)
in estate ha quasi sempre le punte delle foglie bruciate
.. pensavo di sbagliare qualcosa, poi con gli anni mi sono arresa, lo fa sempre, e cresce lo stesso..
certo, riuscissi ad evitarlo, avrebbe un impatto estetico decisamente differente
obiettivamente, quest'anno un po' meno, ma essendo stata una primavera/estate piuttosto piovosa, le giornate di sole insistente diretto costante sono state meno, probabilmente ha protetto le foglie dalle bruciature
 
Alto