il conte verde
Maestro Giardinauta
Difficile dire in poche parole quanto ci sarebbe da dire su questo argomento. La chiacchierata che segue è necessariamente incompleta, mi farebbe piacere se qualcuno intervenisse per migliorarla e completarla.
Detto questo, credo che per far crescere velocemente i futuri bonsai il sistema migliore sia quello di tenerli per qualche anno in piena terra. È bene scegliere la posizione più adatta per esposizione e ventilazione a seconda dell’essenza, ed è preferibile che la terra sia lavorata a fondo, asportando i primi 20 - 30 cm di strato superficiale, scassando lo strato profondo senza rimuoverlo e riportando poi lo strato superficiale, dopo averlo privato dei sassi più grossi e delle radici delle malerbe e dopo averlo migliorato con aggiunta di materiale inerte, sabbia molto grossolana o simili, per garantirsi il miglior drenaggio possibile.
Prima di riportare lo strato superficiale è bene procedere ad una fertilizzazione di base aggiungendo stallatico maturo e fertilizzanti direttamente sullo strato profondo, la fertilizzazione dello strato superficiale sarà periodica e regolata sulle esigenze della pianta e sulla crescita che si vuole ottenere. L’operazione di miglioramento dovrebbe interessare una zona ben più vasta di quella necessaria alla pianta e se si allevano più piante contemporaneamente è bene lasciare tra l’una e l’altra lo spazio sufficiente sia alla crescita futura che ai lavori che saranno richiesti.
È da tenere presente che con questo tipo di allevamento si mira ad ottenere esclusivamente l’accrescimento del tronco e per ottenerlo secondo me è meglio rinunciare ad impostare la pianta già a bonsai, per crescere velocemente c’è bisogno di quante più foglie possibile, quindi in linea di massima niente potature, la pianta deve crescere liberamente, anche se ogni anno o due è consigliabile ridurre le radici più grosse e di conseguenza la chioma, poi naturalmente ognuno si regola secondo le proprie esigenze. La formazione a bonsai comincia solo quando si ritiene sufficiente la dimensione raggiunta del tronco e sarà fatta in vasi di accrescimento, con terra nutriente ed ancor più ricca di inerti, sia per ottenere radici capillari sufficienti, sia per impedire la crescita non controllabile dei rami e delle foglie che si ha in piena terra. Parlando adesso solo di latifoglie, le conifere seguono regole loro, all’atto della prima invasatura si procede alla potatura di formazione, che in genere sarà energica al punto di conservare solo il tronco della pianta, capitozzandola a circa due terzi dell’altezza finale che ci proponiamo di ottenere, il terzo mancante e la chioma saranno ricostruiti con i rami che nasceranno. Nei casi più fortunati si potrà lasciare il ramo più basso che sarà portato in verticale per costituire il proseguimento del tronco ed il futuro apice. Contemporaneamente si provvede alla potatura di formazione delle radici, eliminando le più grosse e quelle con andamento verticale, ed accorciando le altre. L’operazione va fatta a radici nude, dopo aver lavato via con acqua tutta la terra, naturalmente nel periodo adatto alla pianta in lavorazione.
Inutile ricordare che solo dopo ancora altri anni si potrà trasferire la pianta in vaso bonsai, cioè quando si sarà formato un fitto pane di radici sottili, la fase di crescita della parte aerea sarà praticamente terminata e comincerà la fase di mantenimento.
Per le conifere che non ributtano dal tronco credo sia indispensabile mantenere almeno il ramo più basso, ma sulle conifere mi muovo male, mi piacerebbe che qualcuno che ne sa più di me proseguisse questo discorso.
Detto questo, credo che per far crescere velocemente i futuri bonsai il sistema migliore sia quello di tenerli per qualche anno in piena terra. È bene scegliere la posizione più adatta per esposizione e ventilazione a seconda dell’essenza, ed è preferibile che la terra sia lavorata a fondo, asportando i primi 20 - 30 cm di strato superficiale, scassando lo strato profondo senza rimuoverlo e riportando poi lo strato superficiale, dopo averlo privato dei sassi più grossi e delle radici delle malerbe e dopo averlo migliorato con aggiunta di materiale inerte, sabbia molto grossolana o simili, per garantirsi il miglior drenaggio possibile.
Prima di riportare lo strato superficiale è bene procedere ad una fertilizzazione di base aggiungendo stallatico maturo e fertilizzanti direttamente sullo strato profondo, la fertilizzazione dello strato superficiale sarà periodica e regolata sulle esigenze della pianta e sulla crescita che si vuole ottenere. L’operazione di miglioramento dovrebbe interessare una zona ben più vasta di quella necessaria alla pianta e se si allevano più piante contemporaneamente è bene lasciare tra l’una e l’altra lo spazio sufficiente sia alla crescita futura che ai lavori che saranno richiesti.
È da tenere presente che con questo tipo di allevamento si mira ad ottenere esclusivamente l’accrescimento del tronco e per ottenerlo secondo me è meglio rinunciare ad impostare la pianta già a bonsai, per crescere velocemente c’è bisogno di quante più foglie possibile, quindi in linea di massima niente potature, la pianta deve crescere liberamente, anche se ogni anno o due è consigliabile ridurre le radici più grosse e di conseguenza la chioma, poi naturalmente ognuno si regola secondo le proprie esigenze. La formazione a bonsai comincia solo quando si ritiene sufficiente la dimensione raggiunta del tronco e sarà fatta in vasi di accrescimento, con terra nutriente ed ancor più ricca di inerti, sia per ottenere radici capillari sufficienti, sia per impedire la crescita non controllabile dei rami e delle foglie che si ha in piena terra. Parlando adesso solo di latifoglie, le conifere seguono regole loro, all’atto della prima invasatura si procede alla potatura di formazione, che in genere sarà energica al punto di conservare solo il tronco della pianta, capitozzandola a circa due terzi dell’altezza finale che ci proponiamo di ottenere, il terzo mancante e la chioma saranno ricostruiti con i rami che nasceranno. Nei casi più fortunati si potrà lasciare il ramo più basso che sarà portato in verticale per costituire il proseguimento del tronco ed il futuro apice. Contemporaneamente si provvede alla potatura di formazione delle radici, eliminando le più grosse e quelle con andamento verticale, ed accorciando le altre. L’operazione va fatta a radici nude, dopo aver lavato via con acqua tutta la terra, naturalmente nel periodo adatto alla pianta in lavorazione.
Inutile ricordare che solo dopo ancora altri anni si potrà trasferire la pianta in vaso bonsai, cioè quando si sarà formato un fitto pane di radici sottili, la fase di crescita della parte aerea sarà praticamente terminata e comincerà la fase di mantenimento.
Per le conifere che non ributtano dal tronco credo sia indispensabile mantenere almeno il ramo più basso, ma sulle conifere mi muovo male, mi piacerebbe che qualcuno che ne sa più di me proseguisse questo discorso.