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a spasso per il giardino

peppeorchid

Apprendista Florello
Nome scientifico: Cyclamen repandum Sibth. et Sm.
Famiglia: Primulaceae
Sinonimo: Cyclamen vernale O. Schwarz non Miller, Cyclamen vernum Rchb.
Nome volgare italiano: Ciclamino primaverile, pamporcino
Distribuzione
E’ specie diffusa nella regione mediterranea centro-orientale. In Italia è comune al centro-sud mentre diventa sempre più rara verso nord, trovando in Emilia il limite settentrionale dell’areale. Nelle Marche si rinviene frequentemente nei boschi dal piano mediterraneo a quello montano ed anche nella Selva è specie piuttosto comune.
E’ molto simile a Cyclamen hederifolium, anch’esso frequente nei nostri boschi, il quale si distingue per il diverso periodo di fioritura (autunno), per il fiore inodore e per le radici che sono inserite sul tubero solo nella parte superiore.
Cyclamen repandum è inserito nell’elenco delle specie floristiche rare in via di estinzione delle Marche, redatto ai fini dell’applicazione della Legge Regionale del 30 dicembre 1974, n.52.
 
Ultima modifica:

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
Nome scientifico: Cyclamen repandum Sibth. et Sm.
Famiglia: Primulaceae
Sinonimo: Cyclamen vernale O. Schwarz non Miller, Cyclamen vernum Rchb.
Nome volgare italiano: Ciclamino primaverile, pamporcino
Distribuzione
E’ specie diffusa nella regione mediterranea centro-orientale. In Italia è comune al centro-sud mentre diventa sempre più rara verso nord, trovando in Emilia il limite settentrionale dell’areale. Nelle Marche si rinviene frequentemente nei boschi dal piano mediterraneo a quello montano ed anche nella Selva è specie piuttosto comune.
E’ molto simile a Cyclamen hederifolium, anch’esso frequente nei nostri boschi, il quale si distingue per il diverso periodo di fioritura (autunno), per il fiore inodore e per le radici che sono inserite sul tubero solo nella parte superiore.
Cyclamen repandum è inserito nell’elenco delle specie floristiche rare in via di estinzione delle Marche, redatto ai fini dell’applicazione della Legge Regionale del 30 dicembre 1974, n.52.

perplessità... i ciclamini dei nostri boschi (parlo delle montagne lombarde zone dei miei) sono a fioritura estivo autunnale.. ma molto profumati....
 

peppeorchid

Apprendista Florello
casetta dei mazza che?

comunque carinissima!!!
mazzamorelli

questa è una delle versioni:

Nelle zone di Macchiemò, Molemintu e Milucutugno, nel versante del lago opposto a quello di Fiumata, sembra che un anfratto conservi un antico tesoro. Purtroppo queste monete d’oro sono sorvegliate dai “Mazzamorelli” , presenze non ben identificabili, forse Diavoli, Gnomi o Streghe, che alimentano le fantasie popolari.

Il passato remoto pare materializzarsi, fantasmi animarsi a ripopolare le selve e a colorire il ricordo ormai fioco e larvale di favolosi tesori.

Nell’incertezza di nozioni e di contorni, forse appunto per essa, affascina l’idea che un anfratto sito tra Macchiemò, Molemintu e Milucutugno celi un nascondiglio di monete d’oro.

A convincersene verrebbe in mente di partire subito alla ricerca del tesoro perduto.

“Non ci passate ci stanno i Mazzamorelli ! “ ammonivano gli anziani. Forze indecifrabili ed oscure attiravano in guisa di calamita nella “rotte’ellu diaolu che u mulinaru ci ha rimesse’ e penne”. La brava gente di paese ne stava alla larga. Ma ignare caprette che pascevano nei dintorni finivano per entrare e scomparivano nella cavità. O meglio si smarrivano e ricomparivano molti giorni dopo in luoghi remoti, addirittura a Roccaberardi, vicino a Rocchetta, sopra a Castelluccio.

Oggi fa sorridere l’idea di un luogo stregato, o che i dispettosi gnomi dei boschi possano spingere le bestiole nell’antro. Nulla vieta di andare a cacciarsi nelle gallerie arboree, nei silenzi di boschi e radure. E se improvvisamente ci sentissimo le ossa rotte ascriveremmo il dolore alla stanchezza. Mai alla granicola di colpi di Mazzamorelli!

Andando a Vaccarecce state lontano da “u puzzo ‘ella Cicalesca ! “ Quanti sfidarono il divieto! Anzi si appostarono vicino al pozzo per tendere un agguato ai folletti. Speravano di catturare un Mazzamorello e arricchirsi strappandogli la promessa di svelare il tesoro.

Chi aveva il coraggio di avvicinarsi? I briganti scorrazzavano nei paraggi. di Viola e Badella si può leggere altrove.
 

Dodi

Guru Giardinauta
la scaletta è dei mazzamorelli di quelle casette ne abbiamo diverse in giardino, postai le foto tempo addietro e non vorrei ripeterle, se vuoi te le mando in mp
ciao
Quando avrò casa nel bosco anche io te le chiederò per copiarle! :V:giggle:
Le hai fatte tu? Se sì, perché non apri un thread di bricolage e ci spieghi come hai fatto? Sarebbe un ottimo passatempo, specialmente ora...:)
 

yeye27

Master Florello
WOW!!!
Mi ero persa questa meraviglia senza fine.Una fiaba,visto che c'è anche la casetta.Super complimenti!!!:V:V:V
 

Dodi

Guru Giardinauta
Bellissimo tutto!

la casetta mi fa pensare a quelle che si trovano nei giardini delle case irlandesi...le case dei leprechauns!
E anche la storia dei mazzamorelli è simile a quella degli gnomi irlandesi...
Sta a vedere che sono anche lontanamente collegate... La filologia germanica (che studia l'origine delle parole delle lingue germaniche a ritroso fino a ricollegarle ad una radice germanica comune che deriverebbe dal proto-indoeuropeo, ceppo madre di altre lingue tra cui la nostra) inizia proprio con il lavoro di ricerca e comparazione (aka Letterature comparate) delle fiabe germaniche dei famosi fratelli Grimm (che hanno lavorato anche e soprattutto sulle fonti orali, oltre che le poche scritte). In pratica attraverso l'oralità le nostre tradizioni, oltre che la lingua, si sono tramandate anche in posti dove la scrittura non era usata (per un bel po' di motivi, non solo di scolarizzazione, ma anche economici e pratici). Se queste tradizioni un tempo erano uguali o simili per tutti i popoli indoeuropei oggi è possibile affermare ciò solo grazie alle fiabe che, specie in ambito germanico nel periodo medievale (poche fonti scritte nelle varie lingue germaniche al tempo poiché la produzione era riservata ai monaci che scrivevano soprattutto in latino e quasi esclusivamente opere di carattere religioso), hanno permesso la trasmissione tramite canti e filastrocche difronte al focolare.:rolleyes:
Il gaelico non è germanico ma è una lingua indoeuropea. E grazie a questi studi mi piace credere che i leprechauns siano cugini se non fratelli dei mazzamurielli (da queste parti li chiamano così).:LOL::V
Tornando in topic, ce lo fai il thread di bricolage?:giggle::X3:
 
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