Waves
Master Florello
Non credo che sarà facile dimenticare..
La scatola in cui sei stata negli ultimi giorni..
Il rumore angosciato delle tue ali che sbattevano sul cartone e mi svegliavano nel cuore della notte, perché perdevi l'equilibrio e ti spaventavi..
La prima volta che l'ho sentito sono corsa a vedere e ti ho trovata con le ali aperte e il collo giù, la testa appoggiata a terra.. Ho pensato che non ce l'avevi fatta.. E invece ti sei rimessa in piedi.. Non era ancora il momento..
E poi il tuo vecchio becco strano sotto le mie dita, io che te lo apro, che cerco di essere delicata, e poi il cibo che va giù.. Era un po' che non mangiavi più da sola..
Non scorderò come ho tolto per giorni i guanti usa e getta, uno dopo l'altro, formando una pallina e poi cestino.
Non c'è solo questo.. C'è anche quando per la prima volta mi hai beccato i pantaloni, quando ti prendevo in braccio e facevo vedere a tutte voi il tramonto.. Quando hai dato l'allarme strillando, quando è venuta la volpe, è sono andata avanti per giorni chiamandoti salvatrice della patria...
Quando abbiamo scherzato sulla tua buffa bruttezza di uccellino spennato, quest'estate.. Quando ti facevo volare a turno con le sorelline..
Non so quando si è spezzata la corda. Forse quando loro hanno cominciato a rifiutarti e a beccarti ogni volta che tornavi nel pollaio quasi guarita. Forse loro sono più intelligenti di noi e avevano capito che non eri affatto guarita.
Forse si è spezzata quando mi sono resa conto di quanto sembravi piccola e quanto eri terribilmente deperita rispetto alle altre. Forse quando hai cominciato a non stare in piedi.. Non lo so.
E l'ultima volta che sei uscita dal pollaio, dalla tua casa, non ci sei più tornata. Sei entrata a casa nostra e ne sei uscita una settimana e qualche giorno dopo, la tua ultima notte l'hai passata nel "ripostiglio", al caldo, ma fuori. Probabilmente te ne sei andata dormendo o sentendo il canto delle raganelle, o forse c'era semplicemente silenzio e la luna era la sola testimone. Spero solo che ti ti sia accorta, qualche ora prima, delle carezze, dei grattini che ti ho fatto, prima di metterti a nanna. Spero che tu abbia capito che avevo le lacrime agli occhi, spero che tu abbia capito che mi dispiaceva talmente tanto lasciarti andare.
Pantina mia, tu e Ciocca insegnate ogni giorno la lotta e la rassegnazione. Vi voglio bene. Tanto.
Salutamela, e state allegre, lassù.. )
La scatola in cui sei stata negli ultimi giorni..
Il rumore angosciato delle tue ali che sbattevano sul cartone e mi svegliavano nel cuore della notte, perché perdevi l'equilibrio e ti spaventavi..
La prima volta che l'ho sentito sono corsa a vedere e ti ho trovata con le ali aperte e il collo giù, la testa appoggiata a terra.. Ho pensato che non ce l'avevi fatta.. E invece ti sei rimessa in piedi.. Non era ancora il momento..
E poi il tuo vecchio becco strano sotto le mie dita, io che te lo apro, che cerco di essere delicata, e poi il cibo che va giù.. Era un po' che non mangiavi più da sola..
Non scorderò come ho tolto per giorni i guanti usa e getta, uno dopo l'altro, formando una pallina e poi cestino.
Non c'è solo questo.. C'è anche quando per la prima volta mi hai beccato i pantaloni, quando ti prendevo in braccio e facevo vedere a tutte voi il tramonto.. Quando hai dato l'allarme strillando, quando è venuta la volpe, è sono andata avanti per giorni chiamandoti salvatrice della patria...
Quando abbiamo scherzato sulla tua buffa bruttezza di uccellino spennato, quest'estate.. Quando ti facevo volare a turno con le sorelline..
Non so quando si è spezzata la corda. Forse quando loro hanno cominciato a rifiutarti e a beccarti ogni volta che tornavi nel pollaio quasi guarita. Forse loro sono più intelligenti di noi e avevano capito che non eri affatto guarita.
Forse si è spezzata quando mi sono resa conto di quanto sembravi piccola e quanto eri terribilmente deperita rispetto alle altre. Forse quando hai cominciato a non stare in piedi.. Non lo so.
E l'ultima volta che sei uscita dal pollaio, dalla tua casa, non ci sei più tornata. Sei entrata a casa nostra e ne sei uscita una settimana e qualche giorno dopo, la tua ultima notte l'hai passata nel "ripostiglio", al caldo, ma fuori. Probabilmente te ne sei andata dormendo o sentendo il canto delle raganelle, o forse c'era semplicemente silenzio e la luna era la sola testimone. Spero solo che ti ti sia accorta, qualche ora prima, delle carezze, dei grattini che ti ho fatto, prima di metterti a nanna. Spero che tu abbia capito che avevo le lacrime agli occhi, spero che tu abbia capito che mi dispiaceva talmente tanto lasciarti andare.
Pantina mia, tu e Ciocca insegnate ogni giorno la lotta e la rassegnazione. Vi voglio bene. Tanto.
Salutamela, e state allegre, lassù.. )
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