quoto Lucky...non c'è un'età anagrafica...c'è solo da sapere, da essere totalmente consapevoli delle responsabilità e delle rinunce che comporta.
C'è da essere convinti di essere pronti ad un esserino che sin dal primo respiro avrà bisogno di continuo di voi...e non è da poco e, soprattutto, che la fase da figlio si supera crescendo, quella da genitore mai.
Ma la cosa più importante, a mio avviso, è l'essere pienamente coscienti che NON CI APPARTENGONO.
Se li vogliamo felici, dobbiamo lasciarli andare...da piccoli come da grandi...e secondo me, è la valutazione più importante da fare.
Altra cosa essenziale è capire che non sono il prolungamento di noi stessi, ma sono essi stessi e basta. Sono persone e non meritano di essere investiti delle nostre frustrazioni, di quello che non siamo stati noi nella vita e che come noi, NON SONO PERFETTI e questo non fa di noi, dei cattivi genitori.
Il parto in sè, è nulla, e lo dice una che ne ha fatti due uno peggio dell'altro, ma farli e crescerli nei primi anni, per quanto importante è niente in confronto alla coscienza della maternità o della paternità.
E non dimenticatevelo mai...i primi anni sono problematici perchè la vostra autonomia è limitata moltissimo, ma per i bambini quegli anni sono fondamentali...l'individuo si forma in quegli anni per quanto riguarda il carattere e non illudetevi che non capiscano o che non sappiano.
Quindi, il grado di coscienza su tutto questo deve essere forte e saldo, prima di aprire i cantieri...questo almeno secondo me...
Scusate la predica, ma questo è un argomento che mi manda sempre abbastanza in crisi per molte cose che vedo, che sento o conosco.