per il fine giustifica i mezzi potremmo metterci anche la storia delle dimissioni praticamente coeve di Sandro Bondi e Enrico Letta
Bondi è il berlusconiano considerato più servo e mite. Una colomba. Quello che si faceva prendere in giro a Porta a Porta declamando le sue poesie sentimentali: non ridicolo come Scapagnini il medico personale che ha fatto un **** così a Catania, non una barzelletta come Mariano Apicella, però si prestava.
Negli anni '70 militava nel Pci ma secondo ciò che recita un aneddoto giornalistico, un giorno incontrò Berlusconi che gli disse: come può una persona per bene essere comunista ? e allora cominciò il turbamento di Bondi, che poi lo porterà alla conversione. A quanto pare le sue pene continuano, perchè ha dato le dimissioni da Fi perchè, a suo dire, motivazione ufficiale, Berlusconi non è abbastanza Berlusconi: da mesi ormai le decisioni dentro il partito di Berlusconi le prende il cerchio magico ( sic. ???), per cui si è dimesso insieme a sua moglie, ed è andato al gruppo misto. Che è come dire che perchè ci sia più Berlusconi occorre andare via da Berlusconi, che bisogna trovare la sua lezione in altri schieramenti.
Letta è il presidente del consiglio "del fare", ( tra il fare e il dire c'è di mezzo sempre il dire ) tra i tre eletti senza mandato perchè non possiamo permettercelo in tempo di crisi di rischiare delle elezioni da cui uscirebbe un risultato confuso. Mentre era premier era criticato da Renzi, e quando è stato costretto a farsi da parte in favore di Renzi, ha mugugnato un po' all'indirizzo di Napolitano accettando solo perchè glielo chiedeva il partito. Da semplice parlamentare, si è limitato a fare alla premiership di Renzi la stessa opposizione interna e blandamente moralizzatrice che faceva Renzi contro di lui quando capo del governo era lui E pochi mesi fa, in contemporanea ora più ora meno con Bondi, anche Letta si è dimesso volontariamente da tutte le cariche non riconoscendosi nella linea della maggioranza che esprime il capo e factotum del suo partito, e accettando l'incarico di dirigere, dalla stessa data, la Scuola di affari internazionali dell'Istituto di studi politici di Parigi( fonte Wikipedia ). Ma attenzione, non si è dimesso da Pd, creando un precedente simil aventiniano che dà da pensare anche ai colleghi. Come per le dimissioni "pulite" ( c'è niente di più pulito di Letta ?) dalla carica di primo ministro, lui continua a credere in un Pd buono ma diverso da questo che governa adesso a colpi di ddl delega sul lavoro e di Italicum. Convince più da uomo solo che da capo dell'esecutivo, e vuole sfruttare questo tesoretto di stima che tutti hanno quando non sono più lì per riformare il partito in cui ha sempre creduto e riportarlo, fate fare un po' il giornalista anche a me, alla purezza delle origini. Aristotele avrebbe da ridire e da ridere: il Pd è cattivo, io sono buono, io resto nel Pd mah, oppure il Pd è nel parlamento, io critico il Pd, io resto nel Pd fuori dal Parlamento ( ma allora il Pd non renziano è fuori dal Parlamento ? doppio mah )
Bondi e Letta hanno fatto ambedue in modo opposto la stessa scelta: uno conservando la sua identità che è solo un'etichetta, l'altro cercando l'identità in una nuova etichetta. Uno ha cercato dentro una gloria non facile, l'altro fuori, i dettagli li dividono la sostanza li unisce.
Ambedue coraggiosi tempestivi e guicciardiniani , pieni di saggezza talento e tempismo , saggi e credenti al particulare,cioè il proprio interesse inteso nel suo significato più nobile come realizzazione piena della propria intelligenza e della propria capacità di agire a favore di se stesso e dello stato , devoti fino alla commozione alla varietà delle circostanze e alla realtà che non è quindi costituita da leggi universali immutabil( fonte Wikipedia )i. Solo qualche puntino fermo, il Pd e Berlusconi , ma tutto è dettaglio quando quello che conta è il fine.