Ciò che ha scritto Elena è corretto.
Finnigan, che tu sia professore di grammatica o meno, importa poco.
Il tuo problema è che tu continui a voler attribuire a quella frase un significato che non ha, mentre non sei in grado di capire che, scritta in quel modo, ha un altro significato ed è grammaticamente corretta.
Se proprio non riesci a farti andare giù il fatto che la congiunzione "se" ha il significato di "ammesso che", come già detto in precedenza, l'unica soluzione è consultare un dizionario.
Ad esempio
questo.
Certo, ma se dimostri non conoscere queste regole, non puoi certo pretendere di farle rispettare agli altri...
Adesso devo dirlo: quel che dici è giusto, ma Finn ha ragione.
Ogni libro di grammatica che si rispetti insegna che, in italiano, sarebbe bene costruire frasi con significato assolutamente comprensibile.
Il che vuol dire, come nel caso in questione, riuscire a costruire un pensiero senza dare àdito alcuno ad equivoci.
La frase dev'essere chiara, non fraintendibile. Punto.
Anche nel caso in cui la suddetta frase fosse nel contesto di un racconto, ad esempio, avrebbe dovuto essere aggiustata per reggere "pienamente" il condizionale.
Ma qui vedo un altro errore, oltretutto, e + grave senz'altro.
Insistete con 'sto "ammesso che"...per far capire.
"Ammesso che" NON regge il condizionale (da sostituire piuttosto, nel caso specifico, con "a parte il fatto che...").
Lo reggono, invece, "Partendo dal presupposto che...dando x scontato che..."
o come dice Elena (e già lo dissi, marò perché ripetere? la classe non sta attenta! 5 in condotta a tutti gli alunni, senza distinzioni

) "se tu pensi che..." e allora è ok. Perfetto!
"Ammesso che"...regge il congiuntivo!
Ammesso che tu fossi il + bravo della classe...il prof di matematica non ti promuoverebbe comunque".
Più chiaro di così...si vive :baf:
"A parte il fatto che dovrei stare a dieta, mi dici come faccio a mangiarmi un pollo intero?"
(ok...frasi del piffero, ma si capisce, credo).
Ergo: avete ragione entrambi, in un certo senso.
Ma in un tema di italiano, in un romanzo, o in un qualsivoglia altro tipo di scritto, bisogna essere CHIARI.
Altro esempio:
Ammesso che la frase di Olmina FOSSE giusta nel suo intento (e io l'ho letta come te, oltretutto) ciò non toglie che necessiterebbe di una precisazione (un verbo, un avverbio...i modi son quasi infiniti x farlo) al fine di evitare tutto questo ambaradan di disquisizioni.
Belle sì (io le adoro) ma che diventano sterili laddove torto e ragione stanno da entrambe le parti.
La verità sta sempre (se non quasi) nel mezzo.
Uff! :azz: