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Tropico italiano

sherwood

Giardinauta Senior
Come già ho raccontato tempo fa in un'altra discussione, da alcuni anni assieme ad un paio di amici mi sto cimentando, a livello amatoriale, nella coltivazione di frutta tropicale nel sud della Calabria. Abbiamo a disposizione alcuni piccoli appezzamenti di terreno, in una zona fra le più miti d'Italia. Inizialmente a carattere sperimentale, dopo alcuni fallimenti, abbiamo capito che molte specie si adattano bene a quel clima. Abbiamo messo a dimora più di 200 piante e molte altre ne metteremo per dare corpo ad un progetto molto ambizioso che spero ci possa permettere già dal prossimo anno di produrre un buon quantitativo di frutta del tutto naturale e, cosa ancora più importante, maturata sulle piante.
Sono appena tornato da quella meraviglia tropicale e vorrei condividere con tutti gli amici interessati alcune immagini delle nostre coltivazioni e anche di quelle di altri pionieri o semplicemente appassionati che stanno sperimentando qualcosa di diverso dai soliti agrumi in quella terra favolosa:

Il terreno più grande lo abbiamo destinato a mangheto

20251028_121742.jpg 20251029_100901.jpg 20251030_130238.jpg 20251030_130310.jpg

Più vicino al mare abbiamo voluto provare Atemoye e Canistel, decisamente più esigenti dal punto di vista climatico

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Molto bene è andato l'esperimento con Guava e Black sapote (il famoso frutto di cioccolato)

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abbiamo provato in una zona particolarmente riparata anche il tropicalissimo Jackfruit che è diventato altissimo. Ricordo che è il frutto più grosso al mondo. Francamente non pensavo avrebbe resistito neanche al primo inverno. Ormai sta lì da 4 anni

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sherwood

Giardinauta Senior
Concludo con le Papaye, di cui vorremmo fare una piantagione in un terreno che abbiamo acquisito recentemente, che abbiamo visto in una zona molto vicina a quella delle nostre coltivazioni. Queste immagini dovrebbero destare stupore perchè anche in ambito tropicale queste piante possono incontrare grosse difficoltà di adattamento ai "rigori" del clima

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Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
Come già ho raccontato tempo fa in un'altra discussione, da alcuni anni assieme ad un paio di amici mi sto cimentando, a livello amatoriale, nella coltivazione di frutta tropicale nel sud della Calabria. Abbiamo a disposizione alcuni piccoli appezzamenti di terreno, in una zona fra le più miti d'Italia. Inizialmente a carattere sperimentale, dopo alcuni fallimenti, abbiamo capito che molte specie si adattano bene a quel clima. Abbiamo messo a dimora più di 200 piante e molte altre ne metteremo per dare corpo ad un progetto molto ambizioso che spero ci possa permettere già dal prossimo anno di produrre un buon quantitativo di frutta del tutto naturale e, cosa ancora più importante, maturata sulle piante.
Sono appena tornato da quella meraviglia tropicale e vorrei condividere con tutti gli amici interessati alcune immagini delle nostre coltivazioni e anche di quelle di altri pionieri o semplicemente appassionati che stanno sperimentando qualcosa di diverso dai soliti agrumi in quella terra favolosa:

Il terreno più grande lo abbiamo destinato a mangheto

Vedi l'allegato 815433 Vedi l'allegato 815434 Vedi l'allegato 815438 Vedi l'allegato 815439

Più vicino al mare abbiamo voluto provare Atemoye e Canistel, decisamente più esigenti dal punto di vista climatico

Vedi l'allegato 815435 Vedi l'allegato 815436 Vedi l'allegato 815437

Molto bene è andato l'esperimento con Guava e Black sapote (il famoso frutto di cioccolato)

Vedi l'allegato 815440 Vedi l'allegato 815442

abbiamo provato in una zona particolarmente riparata anche il tropicalissimo Jackfruit che è diventato altissimo. Ricordo che è il frutto più grosso al mondo. Francamente non pensavo avrebbe resistito neanche al primo inverno. Ormai sta lì da 4 anni

Vedi l'allegato 815443
a parte il mango e la guava, gli altri frutti non li conosco e non so come si mangino

bellissimi i manghi insacchettati, lo scopo? ip arassiti quando diventano dolci?

sulle papaye, ti aspetto a quando le piante saranno altissime e i frutti grossissimi!!
ho notato che hanno la sindrome del pioppo e man mano che si alzano la dimensione dei frutti aumenta, fino a 3-4 kg li ho visti

però dicevano che a quell'altezza poi difficilmente le raccoglievano

i risultati in consistenza e sapore come sono? a naso ipotizzo migliorativi, essendo meno umido, ma forse mi sbaglio

complimenti per l'impresa!
avvisa quando metterete in vendita qualcosa
 

sherwood

Giardinauta Senior
a parte il mango e la guava, gli altri frutti non li conosco e non so come si mangino

bellissimi i manghi insacchettati, lo scopo? ip arassiti quando diventano dolci?
Dei pochi di cui ho pubblicato le foto, posso dire che le Atemoye si aprono a metà e si mangiano incidendo la polpa con un cucchiaino facendo attenzione ad eliminare i semi. Il Black sapote si taglia a metà e con un cucchiaino si prende la polpa cremosissima, in tutto e per tutto simile alla Nutella. Volendo esagerare aggiungendo un goccio di Rum mescolando poi il tutto.
A completamento di quanto ho raccontato poco fa, vorrei aggiungere che sono in fase di sperimentazione molti altri alberi da frutto, come: Flacourtia, Macadamia, Cherimoya, Casimiroa, 2 varietà di Sapodilla, Pitanga, Frutti della passione e Pitaya.

Abbiamo deciso di insacchettare i frutti perchè abbiamo deciso di non ricorrere alla chimica per difenderli dalla mosca e dagli altri parassiti. Il risultato fin qui ci ha dato ragione: riusciamo ad ottenere frutti sani maturati sulla pianta, e questo non è un dettaglio. I manghi e le guave, ad esempio, hanno raggiunto una dolcezza ed una intensità di sapore difficilmente raccontabili, il paragone con gli stessi frutti venduti al supermercato (peraltro comunque buoni) è davvero improponibile
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
Dei pochi di cui ho pubblicato le foto, posso dire che le Atemoye si aprono a metà e si mangiano incidendo la polpa con un cucchiaino facendo attenzione ad eliminare i semi. Il Black sapote si taglia a metà e con un cucchiaino si prende la polpa cremosissima, in tutto e per tutto simile alla Nutella. Volendo esagerare aggiungendo un goccio di Rum mescolando poi il tutto.
A completamento di quanto ho raccontato poco fa, vorrei aggiungere che sono in fase di sperimentazione molti altri alberi da frutto, come: Flacourtia, Macadamia, Cherimoya, Casimiroa, 2 varietà di Sapodilla, Pitanga, Frutti della passione e Pitaya.

Abbiamo deciso di insacchettare i frutti perchè abbiamo deciso di non ricorrere alla chimica per difenderli dalla mosca e dagli altri parassiti. Il risultato fin qui ci ha dato ragione: riusciamo ad ottenere frutti sani maturati sulla pianta, e questo non è un dettaglio. I manghi e le guave, ad esempio, hanno raggiunto una dolcezza ed una intensità di sapore difficilmente raccontabili, il paragone con gli stessi frutti venduti al supermercato (peraltro comunque buoni) è davvero improponibile
quello è fuori discussione :love: per i tempi di trasferimento e la raccolta da acerbi

io me lo chiedevo anche sul paragone con i frutti raccolti e mangiati in loco, tropico umido invece di secco e con terreni differenti

mi riferisco alla guava rosa, era stucchevole tanto dolce
alla papaya e al mango di cui potrei diventare dipendente
il frutto della passione non mi appassiona
la pitaya provata poche volte non sono ingrado di fare paragoni
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Come già ho raccontato tempo fa in un'altra discussione, da alcuni anni assieme ad un paio di amici mi sto cimentando, a livello amatoriale, nella coltivazione di frutta tropicale nel sud della Calabria. Abbiamo a disposizione alcuni piccoli appezzamenti di terreno, in una zona fra le più miti d'Italia. Inizialmente a carattere sperimentale, dopo alcuni fallimenti, abbiamo capito che molte specie si adattano bene a quel clima. Abbiamo messo a dimora più di 200 piante e molte altre ne metteremo per dare corpo ad un progetto molto ambizioso che spero ci possa permettere già dal prossimo anno di produrre un buon quantitativo di frutta del tutto naturale e, cosa ancora più importante, maturata sulle piante.
Sono appena tornato da quella meraviglia tropicale e vorrei condividere con tutti gli amici interessati alcune immagini delle nostre coltivazioni e anche di quelle di altri pionieri o semplicemente appassionati che stanno sperimentando qualcosa di diverso dai soliti agrumi in quella terra favolosa:

Il terreno più grande lo abbiamo destinato a mangheto

Vedi l'allegato 815433 Vedi l'allegato 815434 Vedi l'allegato 815438 Vedi l'allegato 815439

Più vicino al mare abbiamo voluto provare Atemoye e Canistel, decisamente più esigenti dal punto di vista climatico

Vedi l'allegato 815435 Vedi l'allegato 815436 Vedi l'allegato 815437

Molto bene è andato l'esperimento con Guava e Black sapote (il famoso frutto di cioccolato)

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abbiamo provato in una zona particolarmente riparata anche il tropicalissimo Jackfruit che è diventato altissimo. Ricordo che è il frutto più grosso al mondo. Francamente non pensavo avrebbe resistito neanche al primo inverno. Ormai sta lì da 4 anni

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SIETE DEI CALIFFI
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Come già ho raccontato tempo fa in un'altra discussione, da alcuni anni assieme ad un paio di amici mi sto cimentando, a livello amatoriale, nella coltivazione di frutta tropicale nel sud della Calabria. Abbiamo a disposizione alcuni piccoli appezzamenti di terreno, in una zona fra le più miti d'Italia. Inizialmente a carattere sperimentale, dopo alcuni fallimenti, abbiamo capito che molte specie si adattano bene a quel clima. Abbiamo messo a dimora più di 200 piante e molte altre ne metteremo per dare corpo ad un progetto molto ambizioso che spero ci possa permettere già dal prossimo anno di produrre un buon quantitativo di frutta del tutto naturale e, cosa ancora più importante, maturata sulle piante.
Sono appena tornato da quella meraviglia tropicale e vorrei condividere con tutti gli amici interessati alcune immagini delle nostre coltivazioni e anche di quelle di altri pionieri o semplicemente appassionati che stanno sperimentando qualcosa di diverso dai soliti agrumi in quella terra favolosa:

Il terreno più grande lo abbiamo destinato a mangheto

Vedi l'allegato 815433 Vedi l'allegato 815434 Vedi l'allegato 815438 Vedi l'allegato 815439

Più vicino al mare abbiamo voluto provare Atemoye e Canistel, decisamente più esigenti dal punto di vista climatico

Vedi l'allegato 815435 Vedi l'allegato 815436 Vedi l'allegato 815437

Molto bene è andato l'esperimento con Guava e Black sapote (il famoso frutto di cioccolato)

Vedi l'allegato 815440 Vedi l'allegato 815442

abbiamo provato in una zona particolarmente riparata anche il tropicalissimo Jackfruit che è diventato altissimo. Ricordo che è il frutto più grosso al mondo. Francamente non pensavo avrebbe resistito neanche al primo inverno. Ormai sta lì da 4 anni

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Il Jack fruit è il frutto dell' albero del pane.
 

sherwood

Giardinauta Senior
Il Jack fruit è il frutto dell' albero del pane.
L'Albero del pane è un cugino molto stretto del Jackfruit ma il frutto è molto diverso.
Sempre di Artocarpus si parla ma il primo è A. altilis e produce frutti che possono essere grandi quanto un'anguria, ma anche meno, che non credo possano essere consumati crudi, io li ho mangiati molte volte arrostiti come contorno di piatti a base di pesce. Il Jack invece è A. heterophyllus, a volte si presenta con foglie differenti fra loro (da qui il suo nome scientifico) e produce un fruttone enorme, che nonostante il suo odore un po' particolare, è ottimo se consumato così come viene prodotto dalla pianta. A differenza del cugino, lo si trova abbastanza facilmente nei negozi etnici delle principali città, ma per comprarlo intero bisogna fare un mutuo, si vocifera di frutti che si avvicinano ai 60 Kg
 

cmr

Maestro Giardinauta
Qui in zona Castelli Romani, specialmente sulle colline vulcaniche di Velletri che degradano verso il mare, provarono con scarsissimi successi due coltivazioni esotiche: il babaco (Vasconcellea sp.) e la feijoa (Acca sellowiana). Il primo aveva costi di produzione proibitivi, con le serre da scaldare dal tramonto all'alba, e un sapore più o meno inutile mentre le seconde, seppur gradite e tutt'ora reperibili nei mercati locali, non hanno fatto breccia sulle tavole; ora sono coltivate prevalentemente come piante ornamentali. Ho invece apprezzato i mango coltivati in Sicilia: pezzatura piccola ma veramente buoni. A margine le prove di coltivazione di pitaya (Hylocereus undatus) in provincia di Latina: gelate tutte!
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
Il Jack fruit è il frutto dell' albero del pane.

L'Albero del pane è un cugino molto stretto del Jackfruit ma il frutto è molto diverso.
Sempre di Artocarpus si parla ma il primo è A. altilis e produce frutti che possono essere grandi quanto un'anguria, ma anche meno, che non credo possano essere consumati crudi, io li ho mangiati molte volte arrostiti come contorno di piatti a base di pesce. Il Jack invece è A. heterophyllus, a volte si presenta con foglie differenti fra loro (da qui il suo nome scientifico) e produce un fruttone enorme, che nonostante il suo odore un po' particolare, è ottimo se consumato così come viene prodotto dalla pianta. A differenza del cugino, lo si trova abbastanza facilmente nei negozi etnici delle principali città, ma per comprarlo intero bisogna fare un mutuo, si vocifera di frutti che si avvicinano ai 60 Kg

grazie per la spiegazione

io avevo visto moltissimi "alberi del pane" ma i frutti per quanto grossi non avevano niente a che vedere con dimensioni da record, erano tipo meloni, più o meno grandi,

mai avuto l'occasione di assaggiarli, consciamente, di accompagnamenti a pasti, vari e sconosciuti, ne ho assaggiati diversi


domanda sui manghi

ho notato che ci sono almeno 2 varietà, a grandi linee, quelli gialli che sono di pezzatura inferiore, e quelli con sfumature rossicce, che si trovano da noi in vendita, più grandini
mai trovati i giallini in vendita da noi, nei negozi classici intendo
 

sherwood

Giardinauta Senior
domanda sui manghi

ho notato che ci sono almeno 2 varietà, a grandi linee, quelli gialli che sono di pezzatura inferiore, e quelli con sfumature rossicce, che si trovano da noi in vendita, più grandini
mai trovati i giallini in vendita da noi, nei negozi classici intendo
Le varietà di mango disponibili anche nei vivai italiani sono davvero tante. Solo nel nostro mangheto ne abbiamo una decina, ognuna con le sue caratteristiche peculiari che riguardano il sapore, la forma e il periodo di maturazione. Questo ci permette di avere frutti al giusto punto di maturazione a partire dal mese di luglio per finire ad inverno inoltrato.
 
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