Con una bella bagnata sicuramente si riprenderà! Ogni quanto..... dipende dal tempo, dal sole, dal vento ecc....Vedrai che col tempo ci farai l'occhio.
Di seguito ti aggiungo dei suggerimenti e consigli che ho trovato sulla sua cura e sulle sue eventuali patologie.
"Per una attiva crescita, il rincospermo richiede temperature notturne di 10-13°C e temperature diurne di 20-22°C; tollera temperature elevate ed atmosfera asciutta tanto che può essere mantenuto anche in appartamento per un certo tempo, a condizione di garantire almeno 4-6 ore di buona illuminazione durante la giornata (luce solare).Non aderisce al tutore, ma vi si avvinghia grazie ai suoi esili getti che, crescendo, si attorcigliano intorno ad esso, intrecciandosi e sostenendosi a vicenda. Per favorirne l'accestimento, è necessario praticare potature (anche severe) a fine fioritura; per ringiovanire esemplari spogli e pieni di legno vecchio, le potature possono essere veramente drastiche e riportare le vegetazione sullo stesso legno vecchio.
Data la sua relativamente buona resistenza alle basse temperature, al di sotto del 44° parallelo può essere coltivato sia in vaso che in pieno campo. Nelle zone dove siano da temere abbassamenti della temperatura ai minimi biologici, è consigliabile il ricovero invernale della produzione al di sotto di strutture protette.
Quando allevato in contenitore, sembra gradire un substrato organico, con buona capacità di ritenzione idrica (ad esempio un substrato tendenzialmente torboso). Di pari, in pieno campo si giova di buone letamazioni di fondo.
In entrambe queste condizioni colturali, il rincospermo si avvantaggia di frequenti quanto abbondanti irrigazioni, e gradisce concimazioni (soprattutto, in fase di crescita, le azotate) da condursi con modalità diverse secondo la tipologia dei materiali impiegati.
Le avversità che colpiscono il rincospermo sono veramente poche. Da segnalare, in particolare, solo:
la cocciniglia: diverse e non specifiche sono le cocciniglie che possono colpire il rincospermo, soprattutto se sotto protezione od in ambiente comunque scarsamente arieggiato. In caso di infestazione, si consigliano interventi insetticidi contro le forme giovanili (neanidi di 1a e 2a); l’epoca in cui sono presenti suddette forme giovanili varia (da fine aprile a tutto Luglio, anche con più generazioni) con la specie di cocciniglia eventualmente responsabile dell’attacco; comunque, molto verosimilmente, quale che questa sia, un paio di trattamenti ripetuti con un intervallo di 15-20 giorni ed effettuati in maggio-giugno dovrebbero dimostrarsi efficaci; si possono impiegare prodotti a base di methidation, clorpirifos-metil, diazinone, buprofezin, carbaril, piretroidi od aldicarb (in formulazioni granulari); si sconsiglia l’impiego di oli bianchi, responsabili di manifestazioni di fitotossicità.
il ragno rosso: anche in questo caso si tratta di parassiti (invero sporadici sul rincospermo) che possono essere diversi e mai specifici; anche il ragno rosso può essere facilmente controllato, alla comparsa dei sintomi od alla rilevazione dei ragnetti sugli organi verdi, con prodotti a base di dicofol associato a tetradifon, fenbutatin-oxyde, benzoximate; ancora da valutare, mancando specifici riferimenti sperimentali, la possibilità di impiegare prodotti a base di propargite. In caso di violente infestazioni, si consiglia l’aggiunta di prodotti a base di clofentazine o hexythiazox ed eventualmente di reiterare gli interventi, facendone seguire un secondo a distanza di 15-20 giorni dal primo di essi.
la metcalfa (Metcalfa pruinosa): la metcalfa è un piccolo insetto polifago solo di recente comparso in Italia. Si manifesta con vistosi imbrattamenti cerosi bianco candido sui fusti erbacei e sulla pagina inferiore delle foglie delle piante ospite. Di per sé, la metcalfa sul rincospermo non arreca quasi mai danni o deturpamenti tali da consigliare e giustificare un intervento chimico; nell’eventualità, i trattamenti si possono eseguire in giugno-luglio impiegando prodotti a base di acephate, malathion, endosulfan, ethiofencarb, Imidacloprid, etofenprox o piretroidi.
Non si segnalano patologie fungine di rilievo.