"Il problema principale è stato un fungo che ha attaccato il prato - spiega Alessandro Formisano, capo delle operazioni del club azzurro - all'inizio di agosto ha attaccato la zona del campo davanti alla panchina della squadra ospite, coprendo in fretta una superficie di circa 15 metri. Poi, anche grazie al gran caldo di questa estate, si é allargato a tutto il campo". La temperatura del terreno dello stadio, nelle ore più calde, è arrivata infatti anche a 51 gradi centigradi, riferiscono dal club azzurro. Il risultato è il prato di ieri sera, che il Napoli si aspettava fosse così: "Anzi - spiega Formisano - il campo del match di ieri ha risposto bene ai trattamenti, tanto che l'erba é ricresciuta, seppur bassissima, sul 75% del terreno di gioco". Dopo l'amichevole del 19 agosto contro i greci dell'Olimpiacos, infatti, l'ultima ondata di calore estiva ha dato il colpo di grazia al prato che nei giorni tra il 20 e il 22 agosto era "molto peggio di ieri", riferisce Formisano. Il Napoli ha quindi compiuto negli ultimi giorni una corsa contro il tempo, applicando un trattamento fitoterapico e una nuova semina intensiva con una quantità di semi cinque volte più alta del normale. I semi erano stati anche posti in frigorifero prima di essere piantati, per evitare che subissero troppo il caldo del terreno. "Una linea - spiega il dirigente azzurro - che avevamo anche condiviso con l'agronomo della Lega Calcio Giovanni Castelli che ci ha dato il suo placet".