Come interessato diretto solo per quanto riguarda il pollo, quindi parlo in primis per me, anche se ho fiducia nei colleghi italiani perché come lavoriamo noi, in pochi in giro per il mondo lo fanno, vi posso dire che 4 anni fa ad un meeting a Padova con relatori dei professori e dei medici veterinari, ci hanno delucidato su alcune cosette interessanti, ad esempio proprio a riguardo sul calcolo di utilizzo degli antibiotici in Italia, la nostra grande C.E. ed i suoi organi di controllo, danno molte informazioni fuorvianti, ad esempio calcolano l'anticoccidiostatico (unico "farmaco" non "antibiotico" presente nei mangimi dei soli polli da carne) nel modo sbagliato perché un medicinale che lavora per passaggio e non per assimilazione, non può essere calcolato come utilizzo smisurato di antibiotico, e non informano che viene utilizzato per tenere sotto controllo in coccidi, dei "parassiti" (la coccidiosi non è una malattia) normalmente presenti nell'intestino di qualsiasi uccello, proprio per evitare l'utilizzo di veri medicinali nel caso di esplosione di coccidiosi (noi il frontline non lo usiamo per prevenire i parassiti esterni dei nostri amici? Non c'è tanta differenza), però non ci dicono che nei paesi europei dove vengono usati meno gli anticoccidiostatici, utilizzano invece medicinali per tamponare i problemi che in Italia sono stati banditi negli anni 90 (forse non siamo proprio scemi come a volte pensiamo), ovvio che se faccio la somma in quantità usata di anticoccidiostatico essendo presente nel mangime, rispetto ad un antibiotico usato per una cura di 5 giorni, sembra che ne abusi, ma qual'è dei due ad avere i peggiori effetti collaterali? (anticoccidiostatici usati oggi hanno tempi di sospensione di 0 giorni, un qualsiasi antibiotico MINIMO 7 giorni), leggere ed informarsi è alla base del sapere, ma a volte purtroppo non basta, perché ci sono sempre interessi nel voler a volte dire una cosa, nel modo in cui comoda, ogni tanto fidiamoci di noi ITALIANI! Vorrei ricordarvi che poco tempo fa, la nostra C.E. ha tentato di porci l'obbligo di fare i formaggi come nel resto d'Europa, ossia con solamente una parte di latte e la buona parte di latte in polvere, ad essersi ribellati sono stati i nostri allevatori e caseari, non i consumatori, questo per far capire che se uno è mafioso, non vuol dire che tutti lo siamo! Poi se uno che fa magari il calzolaio, è convinto delle sue idee su come viene realizzato un pollo, un coniglio, una mela, e non vuole saperne di credere a chi lo/la produce di come invece è, buon per lui sapere tutto senza sapere, e lungi da me il volerglielo assolutamente far capire!