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Seminare l'acero

sdra2

Giardinauta Senior
Nel mio giardino ho diversi tipi di acero.
Tutti hanno un sacco di semi racchiusi nelle tipiche "farfalline" (scusate se non conosco i termini tecnici:storto: ).

Mi chiedevo: è semplice ottenere delle piantine da questi semi? E poi una volta ottenute come si procede: quando si possono mettere a dimora?

Scusatemi se le domande vi sembrano stupide ma sono mooooolto 'gnurantella in merito:D :eek:k07:
 

Dax65

Aspirante Giardinauta
Ciao.
Io ho qualche acero nel mio giardino, Campestri e Saccarini.
Anche se sono veloci come crescita secondo me ti conviene prendere le piantine già adulte.
Alcuni aceri li ho presi in un supermercato Bennet in primavera, li vendono in buste con la terra e sono alti circa una 20ina di centimetri, li ho comprati un paio di anni fa e ora la loro altezza varia dai 60 centimetri al metro.
Gli altri aceri (quelli piu grandi) li ho presi gratuitamente facendo richiesta alla forestale della mia regione. Se fai una richiesta in primavera hai le piante in autunno e viceversa.
Non so se in Veneto funziona nello stesso modo ma puoi interessarti cercando su internet i vivai della forestale e telefonare. Io ho speso solo la quota della marca da bollo (18 e passa) per la richiesta e mi hanno dato una decina di piante.
Ciao

Daniele
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Dipende da che aceri sono.
Gli aceri nostrani sono molto facili da riprodurre per seme, io ad esempio ogni anno devo estirpare un sacco di piantine di acero montano che mi nascono spontaneamente provenienti dall'albero che c'è dall'altra parte della strada (praticamente l'80% dei semi che arrivano in giardino mi germogliano). Idem per l'acero campestre, e presumo anche per altri aceri comuni (come l'acero riccio).
Non so se il saccarino si riproduce facilmente (non ho mai provato), mentre posso dire che è piuttosto difficile riprodurre le varietà ornamentali (ad es. le cultivar colorate di acero palmato), in quanto o sono ibridi sterili, oppure in ogni caso se anche germogliano non danno origine alle stesse caratteristiche della pianta madre, perchè si perde la selezione.
Evita fino alla morte il Negundo (quello con le foglie multiple), perchè pur essendo molto facile (è infestante), è anche molto brutto esteticamente, a causa di parassiti e forma caotica.
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Dimenticavo...
Per riprodurre gli aceri ti conviene lasciare fuori i semi che raccogli ora per tutto l'inverno, e piantarli in primavera in sabbia e torba. Oppure puoi provare anche a piantarli ora e lasciar fuori i vasi per l'inverno (nasceranno comunque in primavera). Ancora più semplice, se guardi in prossimità degli aceri adulti è molto probabile trovare piantine già nate che ti bastera trapiantare in un vaso o direttamente i terra (così vedi anche quali sono le varietà più prolifiche...)
 

sdra2

Giardinauta Senior
Vi ringrazio per le risposte!
Questo forum è eccezionale:froggie_r :froggie_r :hands13: :hands13:
I miei aceri sono due palmatum e due più grandi (un platanoide king crimson).
Sono aceri molto decorativi e non ne sono mai nati spontaneamente (o forse sono stati estirpati tagliando il prato).
Comunque ho capito che c'è il rischio che non nascano con le stesse caratteristiche della pianta madre e che conviene piuttosto comprare le piantine piccoline.
Perciò mi sa che è meglio lasciar stare:) .
Mi era venuta l'idea vedendo tutti quei semini sprecati:martello: :eek:k07:

Grazie ancora:love_4:
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Se prendi il vizio di seminarli dopo non saprai più dove metterli (io ne ho tenuti un sacco, ma i montani non vanno bene nemmeno da bonsai, perciò ce li ho lì parcheggiati, e prima o poi li pianterò in terra).
Comunque io farei un tentativo con i tuoi, forse è più difficile farli germogliare, ma non è detto che su 10 non ce ne siano un paio con le foglie colorate. Magari selezioni nuove varietà...
 

renator

Aspirante Giardinauta
Ciao Sdr2, io ho sempre seminato gli aceri in autunno, appena prima del gelo, direttamente in parcelle nel campo. parlo di acer palmatum e altre specie e varietà cosidette "giapponesi". La germinabilità del palmatum è alta, nelle sue varietà, o altre specie molto meno. Il primo anno crescono 40/80 cm. L'anno successivo li invaso e li innesto. Se hai bisogno di altre informazioni fammelo sapere. Nel numero di aprile di Giardinaggio (la rivista) potrai trovare un'articolo abbastanza completo che tratta dalla semina all'innesto, con parecchie fotografie e spiegazioni dettagliate, specie per il tipo di innesto da adottare.
 

Greenray

Esperto di Bonsai

Ciao a tutti voi.
Ho trovato la vostra discussione interessante e l'ho aggiunta alle mie discussioni "sottoscritte".
Infatti io ho quasi strappato da terra due aceri malandati, prima che ci passasse sopra la ruspa e poi l'asfalto. Non ho alcuno spazio per due alberi, ma se riuscirò a renderli dei bonsai allora il posto che ho sarà sufficiente.

Per fare questo, la prossima primavera dovrei eseguire delle operazioni che per me principiante, sono estremamente rischiose e complesse.
Le piantine sono visibili sul mio album, ma c'è ben poco da vedere, sono come manici di scopa alti 60 cm. e 80 cm. con qualche foglia in cima e qualcun'altra sulla base.
Vorrei praticare la margotta a circa 2/3 dell'altezza per avere un tronco radicato già abbastanza corto per i miei scopi, anche se prima di metterli in vasi bonsai dovrò attendere un'altro bel po'.
Vorrei ripetere l'operazione l'anno successivo alla parte rimasta per dimezzarla.

Visto che mi sono imbattuto in voi tornerò a chiedervi con maggiore precisione e puntualità le cose da farsi, nei modi e tempi.
(periodo in cui preparare la margotta, il tempo che si può ipotizzare per la radicazione, la cura della parte sottratta alla pianta e di ciò che della pianta rimane, consigli vari ecc.)
Intanto cerco di prepararmi leggendo e partecipando al forum.
Se prima di annoiarvi con le mie domande, aveste qualche link da consigliarmi, vi risparmierei un bel po' di pazienza.

Noterete che ho aggiunto alla vostra discussione la tag "acero", per trovarla rapidamente, assieme alle altre discussioni che hanno la stessa tag.
Anche voi se voleste trovare le discussioni riguardanti gli aceri, comprese quelle dove espongo i progetti ed i dubbi che ho sui miei, potreste cliccare sulla tag "acero" che compare dopo l'ultimo messaggio, in basso a sinistra.
Oppure cercando le discussioni a cui ho partecipato io.

Dei miei aceri uno è quasi certamente campestre, mentre l'altro che ha foglie estremamente somiglianti, ha una corteccia differente. Chissà se potrò vedere le samare?

Vi ringrazio fin d'ora perché avervi incontrati ha accresciuto la mia piccola fiducia nei risultati che spero.
Vi rinnovo i miei saluti : ciao
 
Ultima modifica:

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
ciao, ho dato un'occhiata al tuo album.
Direi che l'acero malridotto potrebbe essere anche lui un campestre, non è facile indovinare, ma se la foto della gemma in pirmo piano si riferisce alla stessa pianta allora io opto per campestre (come l'altro acero che sicuramente lo è). Se fosse montano avrebbe a mio avviso la corteccia più scura, quasi nera, e la gemma sarebbe più lunga e sottile (ma non è detto). Tuttavia, credo proprio che quella gemma partirà in pochi giorni, quindi scopriremo presto cos'è.
Poi già che ci sono vorrei commentare le altre foto: la pianta con le foglie verdi e tondeggianti (sospetto-cilegio) è in realtà un frassino (orniello per la precisione).
Per le altre piante nate da seme, forse è presto per fare identificazioni, anche se la sospetta quercia-rovere-farnia ecc... non mi sembra una quercia di nessun tipo (quindi neanche rovere o farnia, che sono appunto querce....)
La foto vicina al campestre dovrebbe essere un Cornus (corniolo), pianta spontanea piuttosto diffusa.
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
aggiungo: se gli aceri li hai prelevati quest'anno, io eviterei di fare delle margotte il prossimo anno. In ogni caso, a mio avviso non ha senso margottare queste piante, che hanno ancora un tronco talmente sottile che poi non te ne faresti nulla come bonsai. Piuttosto quindi le farei crescere per un paio di anni, magari tagliandole più basse di così, in modo tale da far spuntare loro dei rami nella zona bassa, rami che poi utilizzerai o per costruire la ramificazione, oppure come sostituzione di apice per costruire un tronco movimentato man mano che con gli anni ingrosserà.
 

Greenray

Esperto di Bonsai
chiarimenti alle tue gentili risposte

aggiungo: se gli aceri li hai prelevati quest'anno, io eviterei di fare delle margotte il prossimo anno.
In ogni caso, a mio avviso non ha senso margottare queste piante, che hanno ancora un tronco talmente sottile che poi non te ne faresti nulla come bonsai. Piuttosto quindi le farei crescere per un paio di anni, magari tagliandole più basse di così, in modo tale da far spuntare loro dei rami nella zona bassa, rami che poi utilizzerai o per costruire la ramificazione, oppure come sostituzione di apice per costruire un tronco movimentato man mano che con gli anni ingrosserà.

  • 1 Secondo te entrambi i miei aceri sono campestri, nonostante la differenza delle cortecce le cui foto sono già sull'album per permetterti di confrontarle. (le rifarò un po' meglio)
    Anche la gemma che tu hai visto, già da alcuni giorni è fuoriuscita e ho fotografato anche quella e anche una vista di insieme che ora potrebbe avere un senso.
  • 2 Ho già provveduto a sostituire la denominazione da “sospetto-cilegio” a “orniello” (frassino).
  • 3 La foto di “quercia-rovere-farnia” non ti sembra una quercia di nessun tipo e neanche rovere o farnia (varietà di quercia) aspetterò che cresca.
  • 4 La foto (786) l'ho denominata (786) Corniolo
  • 5
  • 5.1 Suggerisci di rimandare la margotta.
  • 5.2 Suggerisci di attendere un paio di anni affinché il tronco si ingrossi un po' di più,
  • 5.3 “magari tagliandoli per renderli più bassi di così, in modo tale da far spuntare loro dei rami nella zona bassa, rami che poi utilizzerai o per costruire la ramificazione, oppure come sostituzione di apice per costruire un tronco movimentato man mano che con gli anni ingrosserà.
Qui sicuramente faccio confusione, ma non capisco dove.
Al punto 5.3 suggerisci di tagliare per ….. , ma al punto 5.1 suggerisci di rimandare la margotta.
Io da principiante frettoloso, pensavo che con la margotta, avrei potuto prendere due piccioni con una fava. Quando la margotta radica, staccandola otterrei contemporaneamente una nuova piantina e contemporaneamente avrei tagliato il tronco “più basso di così” per gli scopi che conosciamo bene.

Il mio scopo secondario sarebbe stato quello di risparmiare tempo, ma posso rinunciarvi senza difficoltà, vorrei però capire meglio.
Credo mi sfugga qualcosa, per la quale è sconsigliabile eseguire entrambe queste due operazioni nel medesimo periodo. Forse il periodo per la margotta non è lo stesso della “capitozzatura” (si dice così?) e quindi vanno per forza eseguiti in due distinti momenti dell'anno?

Addirittura vaneggiando, pensavo di poter utilizzare dei rami della potatura per eseguire un (tentativo di) innesto in concomitanza di A) taglio margotta B) contemporanea capitozzatura C) potatura parziale della parte invasata.
Sono pensieri che ad un ingenuo aspirante giardinauta possono venire in mente, non scandalizzarti.
Forse sarà un po' complicato spiegare ed ancor più difficile farmi capire, il “perché” l'applicazione contemporanea di queste tecniche è da dimenticare.

Se riuscirai a farmelo capire, ti sarò molto grato,-:- ma lo sarò anche se soltanto vorrai provarci.
Ciao
 
Ultima modifica:

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Allora, con un tronco dritto come un palo, puoi fare tutte le margotte che vuoi ma non te ne fai nulla secondo me a livello di bonsai, se non ottenere n copie di alberi dal tronco dritto come un palo, perciò è per questo che io scarterei la margotta nel tuo caso, eliminando del tutto la parte alta e mantenendo solo la base, che una volta spuntati nuovi rami potrà dare origine a un tronco movimentato e ramificato fin dal basso (e risparmi tempo, perchè se fai una margotta la devi fare in primavera e lasciarla così fino all'autunno prima di separarla, invece tagliando subito avrai già nuovi rami dalla primavera).
In ogni caso, siccome sono piantine sottili, se anche le margotti ottienei altre piantine sottili, quindi tanto vale farle nascere da seme o raccoglierne altre della stessa età, mentre la margotta ha un "senso" se la fai su rami già grossi, in modo che fin dall'anno dopo puoi iniziare a costruire rami senza aver bisogno di ingrossare ulteriormente il tronco (che è la prima cosa da fare quando si bonsaizza una pianta se questa è ancora sottile...).
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Allora, con un tronco dritto come un palo, puoi fare tutte le margotte che vuoi ma non te ne fai nulla secondo me a livello di bonsai, se non ottenere n copie di alberi dal tronco dritto come un palo, perciò è per questo che io scarterei la margotta nel tuo caso, eliminando del tutto la parte alta e mantenendo solo la base, che una volta spuntati nuovi rami potrà dare origine a un tronco movimentato e ramificato fin dal basso (e risparmi tempo, perchè se fai una margotta la devi fare in primavera e lasciarla così fino all'autunno prima di separarla, invece tagliando subito avrai già nuovi rami dalla primavera).
In ogni caso, siccome sono piantine sottili, se anche le margotti ottienei altre piantine sottili, quindi tanto vale farle nascere da seme o raccoglierne altre della stessa età, mentre la margotta ha un "senso" se la fai su rami già grossi, in modo che fin dall'anno dopo puoi iniziare a costruire rami senza aver bisogno di ingrossare ulteriormente il tronco (che è la prima cosa da fare quando si bonsaizza una pianta se questa è ancora sottile...).

Sei stata molto chiara, grazie.
Lo sei stata anche prima, ma non lo ero stato io non spiegandoti esttamente i miei obbiettivi.
Quindi tu immaginando logicamente che parlando di bonsai, fossero i bonsai ad interessarmi mi avevi già dato una risposta precisa.
Sono io a non averla capita bene perché sono ancora nel "vago", "confuso".
Credo che capiti spesso ai principianti, per voler fare troppe cose assieme.

Si, l'obbiettivo finale è il bonsai, più per motivi di spazio che per altro.
Contemporaneamente volevo che le parti che sto programmando di tagliare, continuassero a vivere, nonostante come bonsai non sarebbero un gran che.
Apro una parentesi: un alberello di dimensioni bonsai, seppur diritto con una chioma semplice semplice, mi darebbe gioia se stesse anche bene. Forse per una mia mancanza di gusto, non disdegnerei qualcosa di "casereccio", nonostante potrebbe non rientrare nei canoni dei bonsai. Questo per spiegarti quel mio stare con un piede di qua e uno di la, cosa che dovrò pur risolvere.
Chiusa parentesi.

Mi hai detto implicitamente che una margotta sui miei aceri durerebbe approssimativamente dalla primavera all'autunno.
Questa è una informazione che non ero ancora riuscito ad avere e che chiarisce che volendo fare la margotta, il taglio avverrebbe ad autunno, troppo tardi per la crescita dei rami della parte sottostante.
Se invece mi accontento di tagliare, posso farlo già a primavera ed avere risultati più celeri. Naturalmente la parte tagliata difficilmente potrà sopravvivere e qui devo fare una scelta.
Per il momento protendo a seguire i tuoi consigli, che hanno un senso logico, diversamente dal mio programma che ne difetta un po'.

Oltre a essere stata chiara come già nelle altrre occasioni, adesso che credo di aver capito, ti riconosco anche una notevole pazienza nei miei confronti e te ne sono riconoscente.

Ora aggiornerò il mio programma per la prossima primavera.

Una grande differenza fra i due miei aceri è il pane radicale che in Acero1 si è dissolto nel momento in cui ho tentato di estrarlo, dopo averci scavato tutt'intorno, e ne è uscita una lunga radice che ho dovuto quasi arrotolare per metterla nel vaso senza ancora tagliarla; ad essa è legata la corda che trattiene al vaso la pianta.
Acero2 invece ha un pane radicale semisferico, composto più da pesanti sassi che le radici tengono assieme ad un po' di terra.
Credo che tu stia già pensando di lasciar stare le radici se a primavera voglio tagliare.

Ciao e grazie ancora.
 
Ultima modifica:

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
A parte che sono un LUI....
Comunque, se il tuo problema è lo spazio a prescindere dal bonsai, il fatto di "non buttare via niente" e cercare di far radicare ogni cosa che poti, non ti risolve di certo il problema: per esperienza, un tempo anch'io ero così, e finchè si è alle prime armi, il 90% degli esperimenti falliscono e quindi lo spazio occupato viene ben presto reso disponibile per altri esperimenti, ma quando si inizia a prenderci la mano, gli esperimenti hanno successo e in pochi anni ci si riempie la casa o il giardino di vasi, contenenti per lo più piante che sono appunto "esperimenti", quindi vive e vegete ma esteticamente inguardabili e probabilmente prive di futuro (sia come bonsai che come piante da vaso normali), ma soprattutto che ti occupano tempo e spazio che avresti potuto occupare con poche piante ma buone. Poi io ho la fortuna di avere un grande spazio dove "piazzarle", ma se tu dici che hai solo un balcone, forse è il caso di "ottimizzare" un po' le cose...
La mia non è una critica, dal momento che la mia "chiamiamola esperienza" deriva proprio da questi esperimenti, ma solo un consiglio su come farei io le cose se dovessi tornare indietro nel tempo.
Io all'inizio ero tutto un talee e margotte, ma poi ho deciso di smetterla con le talee (che il più delle volte falliscono, ma anche quando attecchiscono a volte si fa prima a partire da seme raggiungendo lo stesso risultato in meno tempo....). Con le margotte, una volta fatta pratica, ora le faccio sporadicamente solo su rami degni di essere margottati, gli altri preferisco lasciarli stare o potarli.
La semina è una cosa che da soddisfazioni, perciò questa non mi sento di sconsigliartela.
Come "bonsai", la cosa secondo me più istruttiva è iniziare per gradi, facendo semplicemente sopravvivere e crescere le piante, capire come "funzionano", in modo che con il tempo si saprà anche come e quando intervenire...
Perciò, se ti senti di fare tutto ciò che hai descritto, fai bene a farlo, ti servirà come pratica.
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Sintonia corretta

A parte che sono un LUI....
Comunque, se il tuo problema è lo spazio a prescindere dal bonsai, il fatto di "non buttare via niente" e cercare di far radicare ogni cosa che poti, non ti risolve di certo il problema: per esperienza, un tempo anch'io ero così, e finchè si è alle prime armi, il 90% degli esperimenti falliscono e quindi lo spazio occupato viene ben presto reso disponibile per altri esperimenti, ma quando si inizia a prenderci la mano, gli esperimenti hanno successo e in pochi anni ci si riempie la casa o il giardino di vasi, contenenti per lo più piante che sono appunto "esperimenti", quindi vive e vegete ma esteticamente inguardabili e probabilmente prive di futuro (sia come bonsai che come piante da vaso normali), ma soprattutto che ti occupano tempo e spazio che avresti potuto occupare con poche piante ma buone. Poi io ho la fortuna di avere un grande spazio dove "piazzarle", ma se tu dici che hai solo un balcone, forse è il caso di "ottimizzare" un po' le cose...
La mia non è una critica, dal momento che la mia "chiamiamola esperienza" deriva proprio da questi esperimenti, ma solo un consiglio su come farei io le cose se dovessi tornare indietro nel tempo.
Io all'inizio ero tutto un talee e margotte, ma poi ho deciso di smetterla con le talee (che il più delle volte falliscono, ma anche quando attecchiscono a volte si fa prima a partire da seme raggiungendo lo stesso risultato in meno tempo....). Con le margotte, una volta fatta pratica, ora le faccio sporadicamente solo su rami degni di essere margottati, gli altri preferisco lasciarli stare o potarli.
La semina è una cosa che da soddisfazioni, perciò questa non mi sento di sconsigliartela.
Come "bonsai", la cosa secondo me più istruttiva è iniziare per gradi, facendo semplicemente sopravvivere e crescere le piante, capire come "funzionano", in modo che con il tempo si saprà anche come e quando intervenire...
Perciò, se ti senti di fare tutto ciò che hai descritto, fai bene a farlo, ti servirà come pratica.

Ooppps! Sono spiacente per il mio errore LEI/LUI. :martello:
Sono perfettamente daccordo su tutto quanto hai scritto.
Non avevo trovato "critiche" nel tuo discorso, ma come principiante devo essere disposto ad accettare anche quelle.
Dal tuo modo di esprimerti, credo che se tu dovessi muovere delle critiche sapresti farlo con adeguata educazione riuscendo a non ferire.
Mi rendo conto di essere affetto da una sindrome che affligge i principianti, che li spinge a provare tutto indiscriminatamente.
La causa sta nel fatto che in questa fase non si distingue ancora bene cosa è importante e cosa lo è meno o addirittura per niente.
Tutto vero.
Anche io comprendo che molte delle cose che sto facendo fra un anno o due mi faranno sorridere.
Fatico anche a distinguere (o inconsciamente non voglio farlo) una pianta adatta da una non adatta per i miei scopi; fra quelle che vedo, tantissime mi sembrano belle da avere in casa se "miniaturizzate", ma so che se riuscissi ad averne in casa una piccolissima percentuale dovrei fare una selezione e quindi, sarebbe molto meglio farla adesso.
Uso l'attuale bassa percentuale degli esperimenti che riescono, come scusa per farne (o metterne in cantiere) numerosi.
In effetti non so ancora bene che cosa voglio, questo è chiaro, tranne che per pochissime cose che adesso ti elenco.

  1. Ottenere uno o due aceri dai due ai quali ho comunque prolungato la vita;
  2. Riprodurre e bonsaizzare un certo melo cotogno stupefacente (vedi album) (sto raccogliendo elementi);
  3. Riprodurre e bonsaizzare un ficus carica nostrano (due talee hanno dato ottimi risultati);
  4. Mantenere in vita e migliorare un po' il mio ficus retusa (che non ho ancora mai concimato);

Tutte le altre cose che sto facendo, quelle a cui vorrei prepararmi, hanno come tu dici, il duplice scopo di fare della pratica e magari di ottenere un risultato concreto, ma è un po' come pensare che chi va a scuola di pittura si porti a casa un quadro ogni lezione.

Fortunatamente anche se non sono più giovane, non sento la vita sfuggirmi, quindi non ho fretta di avere dei risultati, ma non ho nemmeno intenzione di sprecarlo il tempo. Voglio tentare di essere più chiaro: credo che arrivare alla meta non sia necessariamente la parte più bella del viaggio, forse sarà la più appagante, ma nei ricordi ci sarà anche la strada percorsa, comunque arrivare da qualche parte si deve.
Un grave difetto dei nostri tempi è proprio di impedirci di guardarci attorno mentre si viaggia. Vediamo dove arriviamo, ma ignoriamo i luoghi dove siamo passati; attraversiamo luoghi incantevoli, ma continuiamo a non conoscerne l'esistenza.
Quindi si, voglio anche fare esperienze di talee, di margotte, magari di innesti ed altro, ma voglio anche chiarirmi al più presto le priorità degli altri obbiettivi che mi pongo.

La discussione per me è molto utile e piacevole, lo è meno per te, ma è bene che non vada oltre in questo singolo messaggio, quindi dopo averti salutato e ringraziato ancora, passerò immediatamente a prepararmi per scriverti le altre cose che avrei voluto aggiungere.

Ciao
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
piccolo dilemma

In riferimento ai precedenti messaggi
Alla base del tronco del mio Acero2, più precisamente sotto terra di circa un centimetro, parte una diramazione che al momento è la parte più attiva e vitale.
Su tutta la pianta (la parte "manico di scopa") spuntano diradate molte gemme? germogli? che lentissimamente si trasformano in foglie.
Ti chiedo se devo lasciar stare o se devo tagliarla affinché tutta la forza vada nella parte che a me interessa di più.
Se invece devo intervenire meglio subito o a fine inverno?

Credo che il dubbio mi venga perché sto lentamente rinunciando a "salvare tutto".
Figurati che pensavo di farne una margotta il prossimo anno!

Poi in merito allo stesso acero, mi chiedo se tu daresti la precedenza al taglio o al rinvaso (penso che sconsiglieresti di eseguirli nello stesso anno), visto che il pane radicale è più un "sasso" radicale, molto pesante e piuttosto ampio: è una semisfera di circa 32 cm. e pesa 14.4 Kg. (vaso di plastica ed acero incluso).
Io non riesco a intuire in quale dei due modi agire.

Mi piacerebbe leggere qualche tua parola in proposito.

Grazie e ciao
 
Ultima modifica:

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
per ora la cosa migliore è lasciare tutto così com'è, in modo che le nuove foglie producendo energia vadano a stimolare la ripresa e l'attecchimento. In ogni caso, per tagliare il periodo migliore è la primavera, prima dell'apertura delle gemme.
Durante l'inverno lascia tutto all'aperto, al max copri un po' il vaso o mettilo in un luogo riparato in modo da evitare che le radici siano sottoposte al rischio di gelate (io di solito lascio i vasi all'aperto immergendoli in un letto di foglie secche, lasciando sbucare il tronco da sopra, ma basta anche un angolo non esposto a nord.
 

Greenray

Esperto di Bonsai
per ora la cosa migliore è lasciare tutto così com'è, in modo che le nuove foglie producendo energia vadano a stimolare la ripresa e l'attecchimento. In ogni caso, per tagliare il periodo migliore è la primavera, prima dell'apertura delle gemme.
Durante l'inverno lascia tutto all'aperto, al max copri un po' il vaso o mettilo in un luogo riparato in modo da evitare che le radici siano sottoposte al rischio di gelate (io di solito lascio i vasi all'aperto immergendoli in un letto di foglie secche, lasciando sbucare il tronco da sopra, ma basta anche un angolo non esposto a nord.

Grazie per la tua risposta precisa e immediata.
Nel frattempo ho corretto ed aggiunto una seconda domanda.

Si, il tuo modo di proteggere le piante dal gelo lo comprendo e lo condivido, credo di averne ben compresi i vari motivi.
Purtroppo, non avendo a disposizione nessuno spazio all'aperto eccetto i balconi utilizzerò una cantina (vedi album).
I miei balconi hanno sbalzi di temperatura notevoli dal giorno alla notte e poi ci "fischia" quasi sempre il vento che alle volte fa volare tutto, a causa dei vortici che si creano fra i palazzi.
La cantina invece, pur essendo molto fredda non credo che vada mai sotto i 4-5 °C è esposta ad est, è luminosa ed ha una grande finestra da cui fino alle 10-11 entra del sole, e se la tengo aperta (farò così) permette un buon ricambio d'aria.
Quindi utilizzerò la cantina per proteggere con foglie secche o materiali simili le mie piante, coprendole fin sopra i vasi.

Ciao e grazie ancora
PS scusa il pasticcio, ma stavamo scrivendo contemporaneamente
 
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boba74

Esperto di alberi ed arbusti
rispondo con ordine:
riguardo al rinvaso-potatura, per gli aceri e le caducifoglie in generale, si può fare tranquillamente un taglio e un rinvaso in contemporanea. Tuttavia, nel tuo caso se queste piante le hai prelevate quest'anno, magari anche in un periodo non consono, forse ti conviene lasciarle lì e rinvasarle solo l'anno successivo, a meno che il terreno in cui si trovano non sia talmente compatto o pesante da rischiare ristagni di acqua.
Riguardo ai ripari.... io se fossi in te, almeno glia ceri li lascerei fuori piuttosto che in cantina, infatti l'acero e tutte le piante che crescono normalmente nel nostro clima, non solo sono abituate al freddo invernale, ma il più delle volte "necessitano" di prendere freddo per un certo numero di giorni, è una cosa necessaria per rimuovere la "dormienza" delle gemme, quindi una cantina in cui la temperatura onn scende sotto i 4-5°C va bene per piante tropicali o mediterranee, ma io eviterei per piante caducifoglie dei climi temperati-freddi (cioè tutto ciò che cresce spontaneo nel nord Italia). Piuttosto se temi il gelo per le radici, avvolgi il vaso con un semplice "cappuccio" di tnt o nylon imbottito (io a volte uso i tipici fogli da imballo, quelli con le bollicine che scoppiano se le schiacci), e ovviamente riparando solo il vaso, ma lasciando la pianta alle intemperie.
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Ok, impeccabile la tua chiarezza.
Gli aceri li ho entrambi prelevati quest'anno in un periodo non consono, quindi li rinvaserò nel 2011, mentre il taglio lo potrei già praticare nel 2010 in tardo inverno.

Mi hai fornito qualche preciso punto di riferimento e così potrò seguire con tranquillità i tuoi consigli per il ricovero invernale.
Metterò in cantina il ficus retusa, mentre le talee attecchite di ficus carica, gli aceri e tutti i confusi esperimenti su piante del nostro clima le ammicchierò sul balcone a nord, impacchettando vaso per vaso con foglie e pluriball o bullpack che dir si voglia.
Poi terrò anche i vasi il più vicino possibile l'uno all'altro in modo che a primavera io ritrovi i miei vasetti ancora sul balcone, nonostante il vento.

L'importante è proteggere dal gelo la parte più minuta e delicata dell'impianto radicale.
Hai confermato ed approfondito un po' ciò che avevo già letto sui rapporti fra il freddo e la "dormienza", ora mi sento più sicuro di ciò che farò.

Ti ringrazio come sempre e ti saluto, ciao a presto
 
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