garofano
Maestro Giardinauta
Beh,posso dirvi che qui,nel Lazio,un medico,dico UN MEDICO,con la responsabilità della vita di tante persone affidate alle sue cure,prende in una clinica privata in media DIECI Euro NETTE l'ora,senza contributi o altre coperture assicurative,tipo malattia,infortuni,e NON HA le ferie pagate.Ci sono anche altre cliniche che pagano CINQUE,SETTE,OTTO Euro NETTE l'ora.Quella dove lavoro io paga otto euro nette l'ora ,sia che siano turni diurni,o notturni o festivi.Poi,di solito ti pagano puntualmente con ritardo di un mese,se tutto va bene e sei fortunato.
Fra l'altro,sono tutti contratti di lavoro precario,a partita IVA,di contratti per lavoro dipendente praticamente non se ne fanno più,per cui puoi trovarti da un giorno a l'altro licenziato senza preavviso e ,ovviamente senza liquidazione e TFR.
Di fatto sei un dipendenti con orari e oneri,ma senza protezioni e tutele del lavoro dipendente.Per i datori di lavoro 'sto sistema è una pacchia.
Concorsi per lavorare fisso in ospedale non se ne fanno da anni,e se ne bandiscono,i posti sono già pre-assegnati ai soliti "protetti" o raccomandati .
Devi pure stare attento a non lamentarti e a non piantare grane,pure se giuste,perchè,se ti presenti poi a cercare lavoro da un'altra perte,chiaramente vogliono il tuo curriculum,non solo per vedere la tua esperienza,ma per prendere informazioni su di te presso i posti dove hai lavorato,per cui va da se'...
Il bello è che per campare decentemente,devo lavorare in media cinquanta,sessanta ore la settimana,ripartite fra giorno e notte.
E le tasse mi si mangiano viva,e il mio commercialista mi dice che per il numero delle ore lavorate io ho guadagni "non congrui",che il Fisco potrebbe farmi accertamenti.Figurarsi...
E il bello è che,per vivere in questa situazione,hai studiato minimo vent'anni,senza concederti vacanze o distrazioni per non stare indietro con gli esami e non pesare sui genitori.Io,alla fine,per evitare questo,mi sono messa a lavorare,e durante l'Università facevo i salti mortali per studiare,fare pratica,e lavorare onestamente.
E' stata dura,e se penso che tutto questo sacrifico mi ha portato a 'sto risultato,a volte mi prende lo sconforto.
Una volta un mio compagno di corso,all'università mi chiese se avessi medici in famiglia.Mi chiese "ma dove nasci tu?".Io gli dissi che i miei erano funzionari statali,e lui allora, fece chiaramente capire che,vista la mia condizione non avrei conseguito nulla e mi consigliò di ritirarmi.In quel momento lo mandai brutalmente a quel paese,ma adesso credo che, purtroppo, avesse le sue ragioni.
Qui in Italia biasimiamo l'India che ha le caste,"dimenticando" che le caste ci stanno pure qui da noi,eccome se ci sono, e sono altrettanto invalicabili.
Chi non è della casta lavora ai margini della professione,è condannato al precariato.Per le donne la via d'uscita è spesso la "via orizzontale",che passa per tanti letti che non sono esattamente il proprio...
Non mi pento della scelta fatta,ho deciso di fare il medico a cinque anni,ricordo ancora il momento,l'ho scelto per passione e perchè ho sempre desiderato rendermi utile,ma certe volte è proprio dura...
Fra l'altro,sono tutti contratti di lavoro precario,a partita IVA,di contratti per lavoro dipendente praticamente non se ne fanno più,per cui puoi trovarti da un giorno a l'altro licenziato senza preavviso e ,ovviamente senza liquidazione e TFR.
Di fatto sei un dipendenti con orari e oneri,ma senza protezioni e tutele del lavoro dipendente.Per i datori di lavoro 'sto sistema è una pacchia.
Concorsi per lavorare fisso in ospedale non se ne fanno da anni,e se ne bandiscono,i posti sono già pre-assegnati ai soliti "protetti" o raccomandati .
Devi pure stare attento a non lamentarti e a non piantare grane,pure se giuste,perchè,se ti presenti poi a cercare lavoro da un'altra perte,chiaramente vogliono il tuo curriculum,non solo per vedere la tua esperienza,ma per prendere informazioni su di te presso i posti dove hai lavorato,per cui va da se'...
Il bello è che per campare decentemente,devo lavorare in media cinquanta,sessanta ore la settimana,ripartite fra giorno e notte.
E le tasse mi si mangiano viva,e il mio commercialista mi dice che per il numero delle ore lavorate io ho guadagni "non congrui",che il Fisco potrebbe farmi accertamenti.Figurarsi...
E il bello è che,per vivere in questa situazione,hai studiato minimo vent'anni,senza concederti vacanze o distrazioni per non stare indietro con gli esami e non pesare sui genitori.Io,alla fine,per evitare questo,mi sono messa a lavorare,e durante l'Università facevo i salti mortali per studiare,fare pratica,e lavorare onestamente.
E' stata dura,e se penso che tutto questo sacrifico mi ha portato a 'sto risultato,a volte mi prende lo sconforto.
Una volta un mio compagno di corso,all'università mi chiese se avessi medici in famiglia.Mi chiese "ma dove nasci tu?".Io gli dissi che i miei erano funzionari statali,e lui allora, fece chiaramente capire che,vista la mia condizione non avrei conseguito nulla e mi consigliò di ritirarmi.In quel momento lo mandai brutalmente a quel paese,ma adesso credo che, purtroppo, avesse le sue ragioni.
Qui in Italia biasimiamo l'India che ha le caste,"dimenticando" che le caste ci stanno pure qui da noi,eccome se ci sono, e sono altrettanto invalicabili.
Chi non è della casta lavora ai margini della professione,è condannato al precariato.Per le donne la via d'uscita è spesso la "via orizzontale",che passa per tanti letti che non sono esattamente il proprio...
Non mi pento della scelta fatta,ho deciso di fare il medico a cinque anni,ricordo ancora il momento,l'ho scelto per passione e perchè ho sempre desiderato rendermi utile,ma certe volte è proprio dura...
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