Paola, infatti è giusto che tu non provi compassione.
Io credo che tutte le persone abbiano bisogno di comprensione, di essere capite e accettate nella loro fragilità.
Il senso di inadeguatezza che vivono molte di queste persone che si drogano, è feroce.
Mi sembra lo dicesse anche Bruna e mi trova concorde, perchè alla fine, oltre agli strappi affettivi, sono la disistima e il sentirsi inferiori che portano a fare le scelte sbagliate. E' questo è comune a molti esseri umani, anzi, moltissimi.
Certo che capisco la tua rabbia e, in molti momenti, è anche la mia rabbia. Ma più che nei confronti di chi è in una condizione di disagio, la mia rabbia si orienta verso l'ingiustizia o la stupidità dell'essere umano che non capisce che l'unica cosa che conti nella vita, alla fine, è accettare gli altri e amarli anche se sono diversi da noi nelle piccole e nelle grandi differenze.
Questo è il motore propulsore sano che l'uomo ha.
Quando manca questo, si ingenerano le cose peggiori.
Io ho imparato che nessuno "se le va a cercare", solo è vittima di sè stesso, perchè non tutti hanno la tua forza o la mia nell'affrontare la vita e poi, non dimentichiamoci mai, che la vita non è bella per tutti allo stesso modo.
Se nella vita hai conosciuto solo il dolore e il rifiuto da parte della tua famiglia prima e della società dopo, non potrai apprezzare la vita, perchè la vita significa dolore e quel dolore ti accompagnerà sempre.
Se nessuno ti ha amato e quindi non ti ha insegnato ad amare, non potrai sentire l'amore di nessuno vicino, perchè nessuno ti ha insegnato a riconoscerlo, a vederlo e ad accettarlo.
Sembra impossibile questo, eppure è così.
Se non sei stato amato, facilmente a tua volta, non amerai, perchè in te, nessuno l'ha costruito quel modo di sentire, è come chiedere ad un austriaco di parlare arabo. Se non va a scuola quell'austriaco, difficilmente riuscirà ad imparare e anche se andasse sul luogo, le difficoltà sarebbero enormi e anche se imparasse, non potrebbe mai parlare l'arabo come un nativo.
L'esempio è un po' riduttivo, ma può rendere l'idea.
Poi si dovrebbe parlare di quelle situazioni in cui, un ragazzo cresce nella disillusione.
Spesso, con questo atteggiamento, si impedisce ad un ragazzo, di accettare la sua affettività, di mettervisi in contatto e lo si porta a negarla, perchè nessuno gli ha insegnato che la vita è fatta sì, di dura e cruda realtà, ma è fatta anche di momenti belli, di attimi di felicità, di speranza.
Ecco, questo è un altro punto importante. La speranza.
Sono molti quelli che da troppo tempo non l'hanno più e non credono più nella vita.
Immaginiamo allora un bambino prima e un ragazzo poi, che cresca in un simile ambiente...beh, è devastante.
Questo non significa certo crescere un figlio illudendolo che la vita sia un letto di rose, semplicemente varrebbe la pena, di insegnargli che nel suo percorso ci sono prove dure, anzi, durissime, ma che queste sono contrapposte poi, al calore della famiglia, al piacere di un abbraccio, alla bellezza che ci circonda e che il domani potrà sempre essere meglio dell'oggi.