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"scandali" di oggi..........

Clorophilla

Florello
Scusatemi se son così diretta, non avrei voluto inserirmi ulteriormente in questo post ma volevo porre un quesito: come si fà a permettersi di esprimere dei giudizi in quattro righe su un forum di giardinaggio per fior fior di problematiche che assillano la società?

Come si può arrivare a certe conclusioni senza nemmeno essere minimamente coinvolti (almeno spero!) personalmente?.

Che ne sappiamo delle dinamiche che si possono scatenare nell'animo umano?
E' facile giudicare, tutti nel nostro piccolo abbiamo le ns. lotte da portare avanti, io son certa che "queste" persone hanno sicuramente delle difficoltà ben più gravi di fondo e sono da aiutare non da colpevolizzare.

C'è chi è più debole e chi lo è meno, chi è stato fortunato e chi meno, sono tanti i meccansimi e le circostanze che si incontrano e non tutti hanno la
capacità e la forza di affrontarli.
 
P

Piera1

Guest
Vorrei rispondere a Teresatita, scusami ma un drogato non è un malato, chi si droga sa a cosa va incontro, un malato era mio padre che è morto di cancro a soli 55 anni, malata era mia cognata, carcinoma addominale a soli 42 anni, il cancro ti violenta nel fisico e nell'anima come la droga ma sicuramente non te lo sei cercato.
Riporto una frase di Robbie Williams: La cocaina è il modo che Dio ha inventato per dirti che hai troppi soldi. Ed è vero di soldi ne girato tanti, molti di più di quando io ero bambina e insieme alle mie sorelle ci passavamo i vestiti e le scarpe, andavamo a scuola senza gli zaini firmati e il corredo scolastico all'ultima moda. E' la società che è cambiata.
 

Emanuela Pit

Apprendista Florello
E' bello sapere che c'è qualcuno con le idee ben chiare.
Io invece ho molti dubbi e, quando mi ammalo, mi chiedo subito, perchè?
cosa succede al mio corpo, cosa mi sta turbando, cosa crea questo scompenso.

Sai Piera, ognuno di noi ha un suo modo di vedere le cose, io mi guardo dentro e cerco dentro di me la verità, la mia verità, che ovviamente non è una verità assoluta, è solo la mia verità.

Philly, questo è un forum, dove si parla di tante cose, una volta qualcuno ha detto che si parla troppo di tutto, e troppo poco di giardinaggio, iopensavo che fosse giusto che ci fosse uno spazio ... per spaziare appunto, ma il tenore di certe risposte e il giudizio che ho sentito in questo thread, mi fa ricredere.

Qui è troppo facile scrivere la prima cosa che ci passa per la testa, senza essere attenti, ecco io direi che in questo thread è mancata l'attenzione, dopo di che ogni intervento è giusto e rappresentativo della persona che lo ha fatto.
 

paolaas

Guru Giardinauta
E' vero, diamo giudizi, io per prima, me ne rendo benissimo conto e so anche di essere dura (l'ho subito anticipato). Ma sia chiaro, è proprio perché qui si fa per parlare, non è la sede per fare grandi apprfondimenti morali e filosofici, credo che ognuno dica semplicemente la sua: rappresenta il nostro pensiero di massima ma è evidente che si generalizza al massimo. Spero di non offendere mai nessuno perché vi assicuro che non è mia intenzione, non ci conosciamo personalmente ede è ovvio che nei miei discorsi non può esserci niente di personale.
 

RosaeViola

Master Florello
Piera, permettimi questo.
Ho avuto anch'io mio padre ammalato di cancro per molto tempo e l'ho assistito io, facendogli io stessa la terapia del dolore, coordinata dai Medici del Centro che si occupavano di malati terminali e ho perso anche molti amici per questo, quindi so cosa significhi e cosa tu voglia dire, ma il dolore di aver perduto i nostri cari che invece volevano vivere non deve trasformarsi in rabbia verso chi sceglie di farsi fuori.
Il cancro è una malattia che tutti riconosciamo come tale, è qualcosa che ha a che fare con il corpo (anche se poi anche su questo ci sarebbero altre valutazioni da fare, cosa alla quale si riferiva anche Emanuela, e ci sarebbe da scrivere un fiume di parole) ma anche un drogato lo è, solo che è ammalato psichicamente.
La sofferenza psicologica è di per sè stessa una malattia, solo che nella nostra cultura, siamo soliti a vedere la mente disgiunta dal corpo o, addirittura, non ne teniamo proprio conto per niente.
Non sto parlando di malattia mentale, anche se in qualche caso purtroppo, il tossicodipendente ci arriva, ma propriamente di dolori dell'anima, di grandi sofferenze emotive che ingenerano strappi nel tessuto affettivo così grandi, che possono poi, diventare la causa dell'annientamento attraverso l'assunzione di stupefacenti.
Ogni tossico sa che è destinato a morire quando comincia a bucarsi e ogni persona che assuma sostanze che diano stati di ipereccitabilità o di forte ebbrezza, almeno incosciamente sa che sta andando incontro a qualcosa di autodistruttivo.
Questo sa di un lento ma progressivo suicidio ma, mentre per chi si lancia sotto ad un treno o da un balcone, ci muoviamo a compassione, per un tossicodipendente, spesso emettiamo sentenze e siamo lividi.
Ma perchè?
Non ci sono poi grandi differenze fra queste due realtà, solo che l'una è più conclamata dell'altra, però entrambe sono situazioni in cui parliamo di persone che sono già ai margini della vita e che sono già distrutte dentro.
 

paolaas

Guru Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
Piera, permettimi questo.
Ho avuto anch'io mio padre ammalato di cancro per molto tempo e l'ho assistito io, facendogli io stessa la terapia del dolore, coordinata dai Medici del Centro che si occupavano di malati terminali e ho perso anche molti amici per questo, quindi so cosa significhi e cosa tu voglia dire, ma il dolore di aver perduto i nostri cari che invece volevano vivere non deve trasformarsi in rabbia verso chi sceglie di farsi fuori.
Il cancro è una malattia che tutti riconosciamo come tale, è qualcosa che ha a che fare con il corpo (anche se poi anche su questo ci sarebbero altre valutazioni da fare, cosa alla quale si riferiva anche Emanuela, e ci sarebbe da scrivere un fiume di parole) ma anche un drogato lo è, solo che è ammalato psichicamente.
La sofferenza psicologica è di per sè stessa una malattia, solo che nella nostra cultura, siamo soliti a vedere la mente disgiunta dal corpo o, addirittura, non ne teniamo proprio conto per niente.
Non sto parlando di malattia mentale, anche se in qualche caso purtroppo, il tossicodipendente ci arriva, ma propriamente di dolori dell'anima, di grandi sofferenze emotive che ingenerano strappi nel tessuto affettivo così grandi, che possono poi, diventare la causa dell'annientamento attraverso l'assunzione di stupefacenti.
Ogni tossico sa che è destinato a morire quando comincia a bucarsi e ogni persona che assuma sostanze che diano stati di ipereccitabilità o di forte ebbrezza, almeno incosciamente sa che sta andando incontro a qualcosa di autodistruttivo.
Questo sa di un lento ma progressivo suicidio ma, mentre per chi si lancia sotto ad un treno o da un balcone, ci muoviamo a compassione, per un tossicodipendente, spesso emettiamo sentenze e siamo lividi.
Ma perchè?
Non ci sono poi grandi differenze fra queste due realtà, solo che l'una è più conclamata dell'altra, però entrambe sono situazioni in cui parliamo di persone che sono già ai margini della vita e che sono già distrutte dentro.
Posso tranquillamente credere che ci siano persone che si "buttano" nella droga come rifugio da realtà per loro insostenibili ma ti assicuro che allo stesso tempo ci sono persone che si fanno di coca non solo per lo sballo ma, udite udite PERCHE' FA BENE ALLA SALUTE (giuro, non me la sono inventata, è detta da un estimatore della coca). Come in tutte le cose ci sono diverse situazioni e svariate sfumature, probabilmente a parlare dello stesso argomento a qualcuno viene in mente una cosa (ad es. il povero disadattato con grandi problemi) e a qualcun'altro, come me, ne viene in mente un'altra (ad es. quelli che se le vanno a cercare). Secondo me sono entrambe verità, due lati della stessa medaglia. Può essere che in fondo io sia una persona un po' più dura e vedo certe situazioni, mentre personi un po' più dolci e compassionevoli di me vedano il lato più umano della stessa cosa.
 

RosaeViola

Master Florello
Paola, da ex addetta a certi lavori, posso dirti che dietro a quel "LA COCA FA BENE" c'è molto altro.
Vedi, io penso sempre che l'uomo, per sua natura, non sia portato ad autodistruggersi. Se così non fosse, non sarebbe sopravvissuto all'evoluzione della specie e quando invece lo fa è perchè qualcosa in lui ce l'ha portato.

C'è ad esempio la paura ad ammettere le proprie fragilità, proprio in un periodo in cui si deve essere duri, forti e granitici, tutte condizioni che se sono spontanee non generano problemi, ma se sono forzature, richiedono "puntelli" che sono pericolosissimi.
C'è poi il bisogno di appartenenza al gruppo, che si è fatto così forte da spersonalizzare completamente i ragazzi.
C'è anche chi maschera dietro quella facciata da teddy boy, la propria incapacità di accettarsi nella tenerezza e nel sentimento.
Non so se ci avete fatto caso, ma sempre di più parlare di tenerezza o di sentimento fa diventare degli sfi-gati.
I ragazzi sono condizionatissimi da questo e mai, vorrebbero assomigliare ad uno sfi-gato, bensì ad un vincente, anche a costo di rinnegare sè stessi, perchè la capacità di dire "io sono diverso e non appartengo al branco", richiede una forza che moltissimi non hanno.
E poi c'è la solitudine...immensa, silenziosa e dilagante...Molti ne sono oppressi e molti altri, invece, la sfidano buttandosi in situazioni devastanti.

Non ho mai creduto ai ragazzi che usano questi atteggiamenti e non credo nemmeno (e lo dico con affetto) alle persone che si definiscono più dure che poi però piangono per un gatto. :love_4:
Se ami gli animali, a dispetto di ciò che dice la massa, NON PUOI non amare le persone...è questione di sensibilità.

Però, è normale, che ognuno di noi abbia le sue convinzioni ed è qui che nasce il piacere del confronto.
 
Ultima modifica:

paolaas

Guru Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
Non ho mai creduto ai ragazzi che usano questi atteggiamenti e non credo nemmeno (e lo dico con affetto) alle persone che si definiscono più dure che poi però piangono per un gatto. :love_4:
Se ami gli animali, a dispetto di ciò che dice la massa, NON PUOI non amare le persone...è questione di sensibilità.

Però, è normale, che ognuno di noi abbia le sue convinzioni ed è qui che nasce il piacere del confronto.
Grazie, forse è vero che non sono così dura, se leggendo quello che hai scritto mi sono venute le lacrime agli occhi. Ci ho pensato un attimo: forse è perché amo la vita e penso che sia troppo breve e può essere dura di suo che forse trovo assurdo darle così poca importanza... Io non ho problemi di salute, ho un bellissimo rapporto con mio marito, insomma va tutto alla grande e mi rendo conto di essere molto fortunata. Ma sento in giro di tante situazioni così tristi e difficili, malattie, perdite... mi arrabbio con chi non apprezza quello che ha! Infatti non provo compassione con chi se le va a cercare e senza motivo.
D'altro canto, nei casi di reale bisogno, ammiro tutte le persone come te che aiutano il prossimo perché per affrontare certe realtà secondo me ci vuole una forza che io non avrei....
 

RosaeViola

Master Florello
Paola, infatti è giusto che tu non provi compassione.
Io credo che tutte le persone abbiano bisogno di comprensione, di essere capite e accettate nella loro fragilità.
Il senso di inadeguatezza che vivono molte di queste persone che si drogano, è feroce.
Mi sembra lo dicesse anche Bruna e mi trova concorde, perchè alla fine, oltre agli strappi affettivi, sono la disistima e il sentirsi inferiori che portano a fare le scelte sbagliate. E' questo è comune a molti esseri umani, anzi, moltissimi.

Certo che capisco la tua rabbia e, in molti momenti, è anche la mia rabbia. Ma più che nei confronti di chi è in una condizione di disagio, la mia rabbia si orienta verso l'ingiustizia o la stupidità dell'essere umano che non capisce che l'unica cosa che conti nella vita, alla fine, è accettare gli altri e amarli anche se sono diversi da noi nelle piccole e nelle grandi differenze.
Questo è il motore propulsore sano che l'uomo ha.
Quando manca questo, si ingenerano le cose peggiori.

Io ho imparato che nessuno "se le va a cercare", solo è vittima di sè stesso, perchè non tutti hanno la tua forza o la mia nell'affrontare la vita e poi, non dimentichiamoci mai, che la vita non è bella per tutti allo stesso modo.
Se nella vita hai conosciuto solo il dolore e il rifiuto da parte della tua famiglia prima e della società dopo, non potrai apprezzare la vita, perchè la vita significa dolore e quel dolore ti accompagnerà sempre.
Se nessuno ti ha amato e quindi non ti ha insegnato ad amare, non potrai sentire l'amore di nessuno vicino, perchè nessuno ti ha insegnato a riconoscerlo, a vederlo e ad accettarlo.
Sembra impossibile questo, eppure è così.
Se non sei stato amato, facilmente a tua volta, non amerai, perchè in te, nessuno l'ha costruito quel modo di sentire, è come chiedere ad un austriaco di parlare arabo. Se non va a scuola quell'austriaco, difficilmente riuscirà ad imparare e anche se andasse sul luogo, le difficoltà sarebbero enormi e anche se imparasse, non potrebbe mai parlare l'arabo come un nativo.
L'esempio è un po' riduttivo, ma può rendere l'idea.
Poi si dovrebbe parlare di quelle situazioni in cui, un ragazzo cresce nella disillusione.
Spesso, con questo atteggiamento, si impedisce ad un ragazzo, di accettare la sua affettività, di mettervisi in contatto e lo si porta a negarla, perchè nessuno gli ha insegnato che la vita è fatta sì, di dura e cruda realtà, ma è fatta anche di momenti belli, di attimi di felicità, di speranza.
Ecco, questo è un altro punto importante. La speranza.
Sono molti quelli che da troppo tempo non l'hanno più e non credono più nella vita.
Immaginiamo allora un bambino prima e un ragazzo poi, che cresca in un simile ambiente...beh, è devastante.
Questo non significa certo crescere un figlio illudendolo che la vita sia un letto di rose, semplicemente varrebbe la pena, di insegnargli che nel suo percorso ci sono prove dure, anzi, durissime, ma che queste sono contrapposte poi, al calore della famiglia, al piacere di un abbraccio, alla bellezza che ci circonda e che il domani potrà sempre essere meglio dell'oggi.
 

Ornella.48

Maestro Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
...... infatti è giusto che tu non provi compassione.
Io credo che tutte le persone abbiano bisogno di comprensione, di essere capite e accettate nella loro fragilità.
raramente mi è capitato su un forum di essere così d'accordo con qualcuno, come con te in questo caso.
E credo che se ognuno di noi si incollasse questa tua frase sopra lo specchio e se la leggesse tutte le mattine prima di uscire di casa, forse qualcosa cambierebbe
 

RosaeViola

Master Florello
Grazie Ornella.
Sono fermamente convinta che abbiamo tutti un grande bisogno di comprensione e, in particolar modo, le persone che vivono un grande disagio.
 
P

Piera1

Guest
E' difficile spiegarsi bene attraverso una tastiera, io per carattere non giudico mai nessuno, sono convinta che ognuno di noi reagisce in maniera diversa alle avversità della vita. Non trovo esatto equiparare la droga ad una malattia, è il mio pensiero.
 

RosaeViola

Master Florello
Scusate, ma giusto ieri sera ripensavo a questo discorso sulla dipendenza da sostanze e mi sono chiesta: "Ma i fumatori?" Anche loro se la vanno a cercare, perchè fra malattie cardio-circolatorie, patologie respiratorie importanti e carcinomi, a cui quasi sicuramente vanno incontro, c'è da sbizzarrirsi, senza contare poi, i costi sociali di tutto questo...e le patologie legate ai disturbi del comportamento alimentare? Non immaginate nemmeno quante siano e quanto gravino a livello socio-sanitario, in termini di costi.
Tutte queste persone (tantissime) a questo punto, è lecito pensare che la rogna, se la vadano a cercare.
 
T

teresatita

Guest
da parte mia un ultimo intervento su questo argomento, senno poi non si finisce più.
Alcuni anni fa ho letto un libro che mi ha fatto capire cosa possa essere la dipendenza dalla droga e come sia facile per un giovane, giovanissimo, cadere in questa trappola, in questo viaggio per lo più senza ritorno. Il libro è famoso e si intitola " Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino". E' una storia tristissima ma rende l'idea di che cosa sia veramente la droga. Rende l'idea di come diventi impossibile uscire fuori dal suo inferno. Spero che nessuno d noi ne abbia mai a che fare.
 

decky

Florello Senior
teresatita ha scritto:
Il libro è famoso e si intitola " Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino". E' una storia tristissima ma rende l'idea di che cosa sia veramente la droga. Rende l'idea di come diventi impossibile uscire fuori dal suo inferno
quel libro è bellissimo e anche l'omonimo film lo è,e la cosa assai più bella è che cristiana f.,la protagonista,è uscita dalla droga,è ancora viva e gira nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi più giovani affinchè non facciano mai i suoi errori....finalmente un lieto fine!e reale per giunta!:)
 
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