"Chi sei?". Chiese Rebecca.
La donna la fece accomodare e le offrì una tisana.
"Questa era la casa di tua nonna. Io l'ho sempre tenuta in ordine, anche se non ci vivo.
La gente ci chiama in vari modi, Spiriti dei boschi, Elfi silvani, Folletti. Ogni paese ha una sua leggenda. In realtà siamo solo persone come voi.
Agli albori dell'umanità tutti gli uomini erano come noi, la natura offriva tutto ciò di cui la nostra gente aveva bisogno. Ma alcuni uomini decisero che era giunto il momento di chiedere di più, piegando la natura a proprio vantaggio. Hanno creato le tribù, si sono moltiplicati a dismisura, viaggiando senza sosta da un capo all'altro del mondo, o fermandosi e costruendo città e imperi. Noi siamo sempre stati qui, in disparte, incuranti di ciò che succedeva agli uomini, alle loro guerre, ai loro problemi.
Ora siamo rimasti in pochi. Il nostro numero è diminuito assieme alle foreste e ai boschi, oppure alcuni di noi hanno preferito unirsi agli uomini ed entrare nel loro mondo.
In Italia siamo poche centinaia, la maggior parte del nostro popolo vive nelle foreste della Svezia e della Finlandia, dove gli uomini sembrano più vicini al nostro modo di pensare.
Tua nonna era mia sorella, una di noi. Ma la guerra degli uomini non l'ha lasciata indifferente, e ha deciso di unirsi a loro, colpita da quel gruppo di disperati in fuga.
Sono stata la prima ad accorgermi della sua morte, qualche mese fa, l'ho sentita, come una parte di me che all'improvviso non c'era più. Me ne sono dispiaciuta: anche se non l'avevo più vista, siamo sempre rimaste legate. Noi sentiamo, noi vediamo, attraverso il vento che muove le foglie degli alberi, il cinguettio degli uccelli, il tremito della terra. Siamo un tutt'uno con la terra.
Gigino è uno di noi. Anche tu sei una di noi, ma forse l'avevi già capito da tempo...