...Secondo te come mai quest'anno le tue piante sono particolarmente belle? Come hanno passato l'inverno? Io sto cercando di capire se il riposo invernale duro e crudo in effetti sia la cosa migliore per le sarracenie. Sempre considerando comunque le differenze climatiche, naturalmente. Le mie sarra devono ancora aprire i fiori, gli ascidi cominciano a spuntare ora, sono curiosa di sapere se l'inverno terribile e la primavera tarda serve a dare maggiore vigore o se è meglio pensare ad un inverno in serra fredda, per il prossimo.
Guarda, Bruna, la situazione è complessa e cerco di ragionarci sopra insieme a te basandomi sull'esperienza di questi pochi anni di coltivazione.
Devo dire che quest'anno le mie sarracenie hanno apparentemente "dormito" poco per un inverno che non si decideva ad arrivare. Tieni conto che a capodanno sono stato in terrazzo in maniche di camicia e la settimana prima avevo reciso il fiore di una delle mie flava (insomma un Natale degno dell'emisfero sud).
Per tale motivo, oltre ad un paio di boccioli decisamente fuori stagione, la flava var. rugelii, ha sfornato DUE ascidi in pieno inverno, uno a dicembre e l'altro a fine febbraio (tozzi e un po' deformi) al punto che ho pensato "vabbuò, me la sono giocata!" ed ho reciso i boccioli di marzo per timore che schiattasse per lo sforzo...
E invece adesso è la sarracenia più imponente, il cui ascidio principale si erge maestoso sopra tutte le altre.
Come l'anno scorso ho cercato di agevolare il riposo mettendo le piante esposte a sud, ma quest'anno ho deciso di riposizionarle ad est (benché ci sia un palazzone che proietta la sua ombra le prime ore del giorno) già a febbraio per accelerare la ripresa.
Se questo è il vantaggio della primavera, tieni conto che buona parte delle mie piante l'anno scorso sono state praticamente ferme da giugno/luglio, per ripartire con un'esplosione di trappole a settembre/ottobre.
Quindi per le mie sarracenie il periodo migliore è proprio questo e quello compreso tra la fine estate e tutto l'autunno. Per tale motivo preferisco far dare loro il meglio in questo momento, prima che il caldo eccessivo (che arriva da un giorno all'altro) le blocchi completamente.
Un'altra differenza colturale rispetto all'anno passato è stata quella di lasciare per quanto più possibile i fillodia e gli ascidi, in modo che i rizomi continuassero ad accumulare sostanze nutritive tanto tramite la fotosintesi, quanto mediante la digestione degli insetti (tantissimi!) catturati in autunno, tagliandoli a poco a poco che seccavano o che si formavano i nuovi punti di crescita (alcuni ascidi sono ancora lì, belli colorati anche se un po' sbattuti, dall'autunno). Probabilmente anche questo accorgimento è servito a dare vigore alla ripresa primaverile.
QUesto è quanto, appena tornerò nella disponibilità della fotocamera, le foto in questo topic si sprecheranno...