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Punteruolo rosso - palme

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
... PUNTO E BASTA ...

Scusa, ma oltre alle ditte di disinfestazione esistono ricercatori in tutto il mondo che, circa la lotta a RPW, hanno studiato e sperimentato e accumulato esperienza e ne sanno assai di più del singolo operatore, per cui eviterei espressioni inutilmente categoriche come quella che hai usato.

[FONT=&amp]Io mi rendo conto che siamo su un social network e qui nessuno è professore, tuttavia il problema non è della macchietta sulla foglia ma di una specie aliena che sta facendo scomparire decine e decine di migliaia di palme in tutta l'area mediterranea con quel che ne consegue in termini di costi economici, paesaggistici, culturali: perciò mi permetto di intervenire in modo a mia volta "categorico" ma sicuramente ben informato.
[/FONT]

A me pare assolutamente ovvio che se si mantiene una palma sotto costante e completa copertura con insetticidi organofosfati - per inciso si tratta di una categoria ormai quasi completamente revocata - a tempo indeterminato molto probabilmente sopravviverà al punteruolo, ma ritengo parimenti ovvio che non può essere questa la strategia di lotta, se non per casi singoli o particolari (es. palme storiche).
Quanto all'endoterpia ho già mostrato in precedenti discussioni, anche con foto, l'efficacia complessivamente molto mediocre dei prodotti che hai nominato dimostrata da prove sperimentali di semi-campo condotte nell'ambito di un progetto ministeriale chiamato DIPROPALM (seguito poi dal PROPALMA). Un ricercatore francese che si chiama Michel Ferry recentemente ha riproposto questa tecnica impiegando però altre molecole, e in particolare l'emamectina e in subordine il tiametoxam (in Italia non registrate per tale uso): il suo protocollo prevede una sola microiniezione all'anno, e allora sì che sarebbe una soluzione (ma Ferry è lo stesso che alcuni anni fa propose la dendrochirurgia, rivelatasi nella realtà insufficiente; una delle prime palme attaccate a Bordighera fu trattata con dendrochirurgia e endoterapia ma dopo aver ricacciato collassò lo stesso: credo di aver messo in rete la sequenza fotografica). Da noi questo indirizzo di lotta al momento è stato rifiutato, mentre si guarda con interesse a una strategia di lotta biologica a mezzo di un ceppo di fungo entomopatogeno indigeno ([FONT=&amp]M. anisopliae[/FONT] Man08/105) isolato al CRA-ABP di Firenze, capace potenzialmente di scatenare epizoozie (vd. sotto foto documentativa)


 
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