Pietro Puccio
Appassionato di palme e piante tropicali
Psychopsis papilio
Molto noto ancora col vecchio nome di Oncidium papilio, è una delle orchidee epifite più note e certamente il nome specifico e quello comune (orchidea farfalla) è quanto mai appropriato. E' originario delle foreste umide della Colombia, Ecuador, Perù, Trinidad e Venezuela a basse e medie altitudini, in zone dove l'umidità è elevata tutto l'anno e le temperature sono medio-alte. Oltre che per l'aspetto del fiore è noto per la particolare modalità di fioritura, i fiori (15x10 cm circa) si aprono in successione (all'appassimento dell'uno subentra l'altro) su uno stelo lungo 60-100 cm e questo senza sosta per più anni.
Può essere coltivato con Phalaenopsis e Cattleya, tenendo presente che è tendenzialmente più sensibile al marciume per ristagno d'acqua ed è meno tollerante dell'aria secca e delle temperature medio-basse. Se coltivato su tronco o zattera può essere bagnato frequentemente anche in inverno e l'atmosfera deve essere sempre molto umida, quello in foto riceve - con un banale sistema automatico - un 'acquazzone' di 3 minuti al giorno in inverno al mattino (temperatura minima 16-18°C circa), di 5 in estate, con replica a metà giornata. Se coltivato in vaso in inverno si consiglia in letteratura di diradare le innaffiature per evitare pericolosi ristagni, mantenendo però l'umidità dell'aria elevata e non scendendo sotto i 15-16 °C.
Molto noto ancora col vecchio nome di Oncidium papilio, è una delle orchidee epifite più note e certamente il nome specifico e quello comune (orchidea farfalla) è quanto mai appropriato. E' originario delle foreste umide della Colombia, Ecuador, Perù, Trinidad e Venezuela a basse e medie altitudini, in zone dove l'umidità è elevata tutto l'anno e le temperature sono medio-alte. Oltre che per l'aspetto del fiore è noto per la particolare modalità di fioritura, i fiori (15x10 cm circa) si aprono in successione (all'appassimento dell'uno subentra l'altro) su uno stelo lungo 60-100 cm e questo senza sosta per più anni.
Può essere coltivato con Phalaenopsis e Cattleya, tenendo presente che è tendenzialmente più sensibile al marciume per ristagno d'acqua ed è meno tollerante dell'aria secca e delle temperature medio-basse. Se coltivato su tronco o zattera può essere bagnato frequentemente anche in inverno e l'atmosfera deve essere sempre molto umida, quello in foto riceve - con un banale sistema automatico - un 'acquazzone' di 3 minuti al giorno in inverno al mattino (temperatura minima 16-18°C circa), di 5 in estate, con replica a metà giornata. Se coltivato in vaso in inverno si consiglia in letteratura di diradare le innaffiature per evitare pericolosi ristagni, mantenendo però l'umidità dell'aria elevata e non scendendo sotto i 15-16 °C.