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Potatura salice

maurj

Giardinauta Senior
maurj ha scritto:
uhhhh maronna..... aspetta sto copiando l'enciclopedia trecani e poi la posto qui.....
diciamo che il mio discorso era un pò più semplice va.....e pietro secondo me lo aveva sintetizzato benissimo( e io stimo moltissimo pietro per la sua competenza)............e lungi da me di iniziare una discussione.....




dimenticavo...ok?
 

RosaeViola

Master Florello
maurj ha scritto:
uhhhh maronna..... aspetta sto copiando l'enciclopedia trecani e poi la posto qui.....
diciamo che il mio discorso era un pò più semplice va.....e pietro secondo me lo aveva sintetizzato benissimo( e io stimo moltissimo pietro per la sua competenza)............e lungi da me di iniziare una discussione.....

Maurj, qui non è questione di semplificare ma di capire bene il senso delle parole che si scrivono.

Non si tratta di discutere ma di confrontarsi su argomenti troppo importanti. Io almeno la vedo così.
Il mio post non voleva essere polemico, ma solo chiarire le ragioni per cui dico che piuttosto che esporre un albero a questa serie reiterata di interventi dannosi per la sua salute, sia meglio abbatterlo.

In quanto alla Treccani, potrebbe anche servire copiarsela per il bene degli alberi che poi è anche il bene nostro, se questa spiegasse le conseguenze della capitozzatura selvaggia.

Mi spiace questo tuo tono ironico su un documento peraltro interessante e che può essere una buona fonte da cui attingere informazioni (non tecniche e di recepimento immediato) rispetto alle necessità degli alberi e alle ragioni per cui si deve aver il coraggio di dire abbattiamo e non capitozziamo, ragioni che alla fine non sono così radicate e metabolizzate nemmeno fra gli hobbisti appassionati, perchè come dico spesso, l'Albero è un mondo a sè e pochi lo conoscono a fondo nelle sue funzioni e nel suo modo di vivere.

L'idea di non abbattere un albero è un'idea condivisibile che anch'io sposo appieno, ma non in questi casi.
Se avessi letto attentamente il documento che ho postato e se conoscessi un po' meglio la fisiologia dell'albero e tutto il suo mondo, non mi avresti risposto così.

Stare qui a parlare deve servire a crescere e non certo a polemizzare. Ribadisco che il mio intento non era quello. :)
 

Traudi

Guru Giardinauta
E' vero Pietro, io sono abbastanza drastica, ma naturalmente dire di darci di motosega era solo un'esagerazione.
Resta il fatto che esteticamente è bruttissimo, poverino, e ancor peggio il ramo che funge da tettoia.
E peggio ancora che io lo vedo tutti i giorni:storto:
Io ho il mio tortuoso che ho tagliato quasi alla base perchè aveva tutti i rami malati e ogni anno era peggio ( mi avevi detto tu il nome anni fa dell'insetto che probabilmente lo pungeva )
Così ho pensato di tagliarlo, se ributtava avrei potuto curarlo meglio con i rami piccoli...pensiero contorto?mi è andata bene solo perchè il mio non si può fotografare dalla strada?
Però sono felicissima, questa settimana ha ributtato:D
 

RosaeViola

Master Florello
Resta il fatto che esteticamente è bruttissimo

Traudi, io non mi sento di dire che è solo un fatto estetico a sconvolgermi ogni volta che guardo quella foto, bensì la sofferenza (stress) inutile a cui è sottoposto e che presto lo porterà a defungere di sua sponte.
Che senso ha tenerlo in vita per questo?
 

maurj

Giardinauta Senior
allora rosa e viola ti rispondo seriamente:
tu ami scrivere, si vede e si capisce, ma se tu inizi uno scritto con una tesi per te certa , io posso anche non continuare a leggere. ti spiego....
ai corsi di giornalismo e scrittura ti dicono sempre di non cominciare con una tesi perchè se uno che legge non è daccordo con questa tesi chiude e se ne va....
se inizio un libro con " i bambini sono tutti cattivi" e tu non sei daccordo , ti incavoli e non vai avanti...
tu hai iniziato il tutto con
la natura sa quel che fa l'uomo no.....
io non sono daccordo, cos'è la natura? DIo? o cosa... e da qui potrei parlare per ore...ma non lo faccio.....
quindi io ho leggiucchiato quello che hai scritto.... poi hai chiuso con ....
se leggi questo capisci perchè io dico questo( quindi ho ragione) e tu che non sai niente hai sbagliato....
in più hai travisato tu quello che volevo dire, volevo dire che forse quell'albero vuole vivere e basta.... in fondo si parla di un salice, che resiste anche ad una bomba H....
da qui a farmi un corso di botanica, scusa, ma ce ne passa....
poi il mio tono era scherzoso, non ironico ne tanto meno sarcarstico......come se io ti dicessi che il tuo era un tono saccente.....
mi sembrava solo che si parlasse di un albero in particolare e ognuno diceva la sua...non di un simposia di potatura...tutto qui...
 

RosaeViola

Master Florello
Allora Maurj, vediamo di resettare quanto sopra e provo a spiegarmi meglio.

Quella che tu chiami la mia tesi, in realtà è l'oggettività che scienziati e botanici hanno studiato e testato sugli alberi.
Quindi, un conto è parlare del proprio sentire e un conto è parlare di qualcosa che ha un riscontro dal punto di vista scientifico.
Non era un simposio di potatura il mio, ma solo poche norme, poche notizie che ancora sono poco diffuse e poco conosciute per la salute degli alberi e anche la nostra.

Quello che tu e Pietro affermate è vero, ma solo fino ad un certo punto.
Ovviamente l'albero vuole vivere e nessuno discute questo, ma vivere non significa sopravvivere, almeno non nel senso più alto del termine che comprende rispetto per le forme viventi, delle loro necessità biologiche.

La potatura effettuata a quel modo, farà sì che l'albero ce la metta tutta per continuare la sua esistenza ma pagando un prezzo altissimo che lo porterà a vivere male (leggi: con sofferenza, stress ed esposizione a malattie) e a morire precocemente.
Amiamo tanto gli alberi, ma allora perchè non far seguire all'indignazione che proviamo di fronte a simili scempi, anche l'informazione necessaria alle persone affinchè capiscano cosa stanno facendo?

Ora, io non voglio tenere lezioni a nessuno, ci mancherebbe, ma credo che si dovrebbe tutti riflettere su cosa significhi per un albero cercare di ritornare alla sua forma originaria.

E poi, ancora, proviamo a pensare cosa significhi per un albero adulto perdere la quasi totalità della chioma: significa non avere nutrimento.
Se guardi la foto, puoi ben comprendere che il rapporto massa/energia non è rispettato, perchè la quantità di foglie non è sufficiente a nutrire la massa fisica dell'albero. A questo punto che cosa emerge? Emerge che l'albero vive un grosso stress e che per stare al mondo (cosa per la quale è progettato) deve compiere uno sforzo superiore a quelle che sono le sue naturali capacità.
Certo, poi lui ce la fa (per ora) ma fin quando?
E poi, mi chiedo, è giusto?

Tutto questo avviene perchè si sceglie un albero solo perchè piace, senza tener conto delle sue capacità di crescita, del suo futuro sviluppo e di molti altri fattori.
Ma alla fine, chi paga è sempre l'albero e, ribadisco, costringerlo a vivere in simili condizioni, sopportando interventi che ne minano la salute, non ha senso ed è comunque irrispettoso più che un abbattimento.
Traudi stessa dice che ha nel suo giardino un Ginkgo biloba in una posizione poco felice, ma se ne guarda bene dal capitozzarlo...perchè?

Alla fine, sostenere che lui, malgrado tutto, vive ed è bello sembra essere, in fondo, avvallare le capitozzature se ci pensi.
E' come dire: Lui ce la fa, per cui perchè abbatterlo? Lasciamo pure che lo capitozzino, tanto lui sopravvive e sopravvive bene.
Io sono certa che non è questo il punto da cui tu e Pietro siete partiti col vostro ragionamento, ma se ci si riflette, alla fine il senso è anche questo.

In quanto a ciò che ho detto sulla natura che sa ciò che fa, intendevo dire che in milioni di anni il mondo vegetale ha sviluppato in sè, tutte le capacità di sopravvivenza di cui necessita e che se noi uomini non interveniamo irragionevolmente, difficilmente avremo delle pesanti conseguenze a causa sua.
Tu parlavi di piante che nascono e crescono in condizioni avverse, ma la natura (torno ad usare questo termine piuttosto generico solo per comodità) riesce a compensare questo disagio e lo fa senza generare squilibri e senza patemi.

E ancora una volta scusa la prolissità, ma l'argomento è davvero ampio e meritevole di discussione, per me. :)
 

cancer

Giardinauta
Scusate, sono passata per caso e mi sono intristita pensando a quel povero salice:cry: . Non voglio entrare nella discussione in tono polemico, ma visto che sono molto ignorante al riguardo volevo chiedervi una cosa: ma non si fa la capitozzatura anche per portare un alberello a diventare gradualmente "bonsai"? Ho letto qualche messaggio e visto alcune foto sul forum dei bonsai al riguardo. Dal punto di vista etico che differenza c'è tra le due capitozzature?
Grazie
Deborah
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
RosaeViola ha scritto:
... se io ragiono dalla parte dell'albero, conoscendone un poco la fisiologia e quello che profonde e devastanti capitozzature gli comportano, mi sento male all'idea che debba ogni volta subire un simile insulto.
Per reagire e tornare ad essere bella com'è, questa pianta deve fare uno sforzo incredibile, ..... perdendo in questo modo, la sua legittima e degna aspettativa di vita.

Meglio abbattere che compiere queste nefandezze.

Ciao Rosa&Viola,
con l'acume che ti contraddistingue hai evidenziato immediatamente il vero scopo del mio intervento, non ho mai pensato infatti, nemmeno lontanamente, che Traudi volesse realmente abbattere, se non come pio desiderio e comunque mossa da compassione, il salice.
Io non ho certo le conoscenze che hai tu sulla biologia delle piante, ma quel poco che so mi porta a mettere in guardia dall'umanizzare le piante, da ragionare dalla parte loro, semplicemente perchè siamo profondamente, biologicamente diversi da loro (e loro da noi).
Prescindendo dal Salice, dalle potature e capitozzature, credo concorderai con me che molte delle premature morti delle piante che giungono nelle nostre case siano dovute a questo umanizzarle, ad averne compassione, a ritenere che abbiano sete perchè sono state una settimana senz'acqua (e dovrebbero starci tre mesi), e farle marcire, a ritenere che abbiano bisogno di cibo, e bruciare l'apparato radicale per eccesso di concime, a farle rapidamente morire per un rinvaso fatto male e/o fuori tempo, perchè stava stretta. In definitiva, e su questo siamo certamente pienamente d'accordo, rispettare una pianta o qualsiasi altro essere vivente, non è trattarlo come trattiamo noi stessi, ma rispettare le sue esigenze (quindi fondamentalmente conoscerle) senza farci prendere dalla compassione.
Ritornando alla capitozzatura, se ci si riferisce in particolare alle alberature ornamentali, concordo pienamente, anzi io sarei per non potare mai, tranne qualche 'spuntatina' in particolare del secco, questo naturalmente comporterebbe una scelta oculata delle essenze a seconda della loro collocazione (utopia...), aggiungo però che in altri campi, e con le dovute cautele e tecniche, la capitozzatura è una pratica agronomica, pratica che si fa non certo per la pianta, ma per il nostro interesse, come un miliardo di miliardi di altre cose.
Ritornando al Salice della discordia, a stretto rigore di termini, ciò che ha subito è una potatura di 'forma', bruttissima, direi orribile, nella forma e nella sostanza non c'è alcun dubbio, piuttosto che una capitozzatura (anche dal punto di vista della 'risposta' della pianta), del resto anche nelle intenzioni dell'autore non lo è, visto che lo scopo è creare una tettoia vegetale, non di azzerare la chioma.
Infine, ritornando all'origine della tua replica, quello che mi lascia sinceramente perplesso è su che base si può affermare che il desiderio del salice, ammesso che biologicamente possa avere 'desideri' come noi li intendiamo, sia quello di essere abbattuto subito invece di continuare a vivere, sia pur sbilenco, per moltissimi anni ancora?
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Traudi,
grazie per avere interpretato con la tua proverbiale bontà il mio intervento,
mi sarebbe dispiaciuto enormemente dover rinunciare al sogno di una domenica d'aprile! :) :) :)
 

RosaeViola

Master Florello
Pietro, mi trovi quanto mai concorde (nemmeno immagini quanto) sul discorso dell'umanizzazione delle piante.
Continuo a dire senza stancarmi mai, che dovremmo smettere di trasferire sulle piante dinamiche tipicamente umane.
Ne ho conferma tutti i giorni, quando esco nel mio giardino e vedo che lasciando fare a loro e con un minimo di intervento da parte mia, esse sanno bene cosa fare.
La stessa conferma ce l'ho, quando visito giardini altrui anche professionalmente, in un senso o nell'altro.

Sono altrettanto e fermamente d'accordo che, gli eccessi di cure o interventi non richiesti, portino a malattie e a premature morti delle piante stesse.

Il mio intervento sulle capitozzature è senz'altro riferito alle piante ornamentali perchè concordo appieno con te che, a livello agronomico, queste tecniche vengono utilizzate e praticate per avere risultati proficui in termini di raccolto.
Ma forse è proprio da qui che nascono molti inganni. Siamo troppo abituati a vedere certe pratiche che non ci domandiamo se sia corretto applicarle anche agli alberi utilizzati nel verde ornamentale.

Io ragiono pensando all'albero e al suo contesto naturale: il bosco e tutti i possibili luoghi dove esso nasce, cresce, si sviluppa e muore spontaneamente, senza alcun intervento.
Portare un albero nel proprio giardino di casa, significa in primo luogo tener conto dei suoi bisogni.
Capitozzare un albero per quelle scelte un po' dissennate che non tengono conto del portamento, dello sviluppo definitivo, delle necessità di clima e microclima, senza conoscere nulla di quell'albero, ma solo assecondando la propria voglia o il proprio senso estetico, è quanto mai pazzesco.
Sappiamo tutti bene che questo porterà inevitabilmente ad interventi pesantissimi che destabilizzeranno l'albero e lo renderanno materiale per la motosega di giardinieri incapaci.

Per tornare al nostro povero Salice, trovo quanto mai assurdo pensare di piantare un Salice per utilizzarlo a quello scopo.
Le ripetute capitozzature non serviranno a nulla, anzi, lo costringeranno ad emettere ancora più rami epicormici (scopazzi) e il contenimento di questi, comporterà altri pedissequi interventi con un degrado biologico repentino da parte della pianta.

Quando parlo di desideri del Salice, certo uso un termine un po' scenografico, un po' metaforico per spiegare che un albero non ha in sè questa necessità, cioè la capitozzatura, bensì il bisogno di poter crescere e vivere liberamente.
Sta solo a noi capire che un albero non è un pezzo di legno inanimato e che ha le sue leggi, leggi che quando non vengono rispettate si ritorcono contro la pianta stessa e anche contro di noi.

Il fenomeno della capitozzatura si sta largamente diffondendo e, purtroppo, solo nel nostro paese. Recentemente sono stata in Austria e in Olanda, dove ho proprio notato che nessuno si sogna di agire con interventi così invasivi e demolitivi, su alberi di prima grandezza anche piantumati in giardini di medie dimensioni e nei pressi di case e mi risulta che in Europa la sensibilità nei confronti dell'albero e del bosco sia quantomai radicata negli individui, nelle amministrazioni comunali e governative.
Se non ci facciamo carico di questo problema, parlandone e discutendone ogni qualvolta se ne presenti l'occasione, documentandoci e studiando la materia "Albero", perderemo un patrimonio arboreo incredibilmente grande, una perdita che sentiremo tutti e che pagheremo tutti.
 

RosaeViola

Master Florello
cancer ha scritto:
ma non si fa la capitozzatura anche per portare un alberello a diventare gradualmente "bonsai"? Ho letto qualche messaggio e visto alcune foto sul forum dei bonsai al riguardo. Dal punto di vista etico che differenza c'è tra le due capitozzature?
Grazie
Deborah

Deborah, purtroppo non so risponderti. Di Bonsai non conosco nulla, salvo sapere che si potano i rami e l'apparato radicale per far in modo che la pianta non si sviluppi naturalmente.
 

Traudi

Guru Giardinauta
Alcune risposte buttate lì a caso:
almeno in questa zona ci sono tanti giardinieri improvvisati, persone che arrotondano lo stipendio accudendo giardini condominiali o di seconde case. Non devono certo mostrare un patentino per fare il lavoro, cercano di fare il prima possibile, quindi vai di motosega, sistema veloce per potare. La maggioranza non ha certo la passione del giardinaggio, lo fanno solo per la pagnotta quindi che una pianta rimanga orrenda alla vista credo che a loro non gliene possa fregare di meno. E credo anche a tante persone che li hanno chiamati, altrimenti la volta dopo non avrebbero nuovamente l'incarico.

Il nostro povero salice è sempre stato capitozzato completamente, solo dallo scorso anno ha avuto l'incarico di fare da tettoia.
Oggi ho guardato ( non posso farne a meno, in quel punto di strada o guardo o tocco) e mi è parso di vedere che sta buttando, bene, fra poco sarà di nuovo bello, vi posterò la sua foto, per par conditio:D

Pietro, rinunciare?:eek: eh no, sto già pensando di scrivere un libro sulla domenica alla caverna :lol: ( nome della mia casa) con foto autografate degli interpreti:lol:
Ciao a tutti:flower:
 

cancer

Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
Deborah, purtroppo non so risponderti. Di Bonsai non conosco nulla, salvo sapere che si potano i rami e l'apparato radicale per far in modo che la pianta non si sviluppi naturalmente.

Grazie comunque. Visto che la discussione infiammava volevo capire bene l'eticità di certe tecniche. Chissa magari qualcun altro potrà rispondere
Ciao
Deborah
 

RosaeViola

Master Florello
Deborah, se vogliamo andare fino in fondo, allora ti dirò che a me le tecniche bonsai non piacciono e questo penso sia dovuto al rispetto e all'atteggiamento che ho nei confronti degli alberi.
Peraltro il Bonsai, è una tecnica che abbiamo mutuato da altre culture, dove il boinsaizzare un albero aveva dei profondi significati che, per quanto ne so io e potrei sbagliare, da noi non sono così sentiti.

Che ci si infiammi su un simile argomento, d'altro canto, è abbastanza normale. Comunque ci si accalora ma questo non significa che non ci si stimi o che si scateni la rissa.

In quanto all'etica, io penso che fra i professionisti del settore (parlo di professionisti e non di mestieranti) relativamente a come intervenire su un albero, ci sia eccome ed è sempre supportata e alimentata dalla conoscenza di questi magnifici organismi viventi.
 

Dax65

Aspirante Giardinauta
Barbarie

Ciao a tutti.
Indipendentemente dalla micropolemica che si è verificata prima vorrei esprimere anche io il mio dissenso riguardo a questa "Arte Moderna" applicata ai nostri giardini.
Io vivo in un paesello dove mi aspettavo quantomeno un senso "ecologico" un po più marcato. Purtroppo sono stato tristemente smentito da una realtà che vede la capitozzatura selvaggia senza un motivo apparente, alberi belli e sani che vengono orribilmente mutilati per guadagnare qualche settimana di legna da ardere o per un gusto estetico rasente il kitsch o anche per totale ignoranza di chi brandeggia seghe e motoseghe.
Purtroppo la nostra natura ha anche il coraggio di risollevarsi e magari di dimostrare di essere ancora piu bella nonostante la barbarie.
Persone intelligenti dovrebbero capire l'enorme sforzo fatto dagli alberi per recuperare il danno e capire anche che il tutto funziona anche come le candele... piu danno luce e meno durano. Persone meno intelligenti (tante purtroppo) invece pensano che il trattamento è stato un successo e quindi perchè non ripeterlo l'anno successivo?.
E' una cosa ben diversa dalla normale potatura a fin di bene (rami malati, baricentro instabile a causa di precedenti tagli eccetera)
Chi non ha fatto danni lanci la prima pigna :cool2:, è normale sbagliare... un po meno normale perseverare credendosi nel giusto. :mad:

Ciao

Dax
 

cancer

Giardinauta
Ciao rosaeviola, voglio precisare che sono d'accordo con te e anch'io ho la tendenza a scaldarmi :burningma per le cose in cui credo. Purtroppo la sensibilità, il rispetto e il ricordarsi che anche il mondo vegetale è "vivo" :love: sembrano spesso essere doti in via di estinzione. Credo anche che queste discussioni possano aprire gli occhi a qualcuno, far riflettere qualcun altro :confuso: e magari...chissa! sensibilizzare chi si sta intorpidendo:flower: .
Ciao
Deborah
 
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