Ciao Angelo,
'gioco' con le piante tropicali e subtropicali da 40 anni, prima anche con i fruttiferi che da tempo ho abbandonato per mancanza di spazio, ricordo quindi benissimo gli esperimenti di cui parli, si trattava tra l'altro della 'Cavendish', papaya e babaco, e devo dire che non solo io, che sono un semplice appassionato, ma anche amici agronomi, avevano visto la cosa con molto scetticismo, visto che si sapeva già, da esperimenti precedenti, che per avere una fruttificazione con un prodotto vendibile si doveva coltivare almeno sotto film plastico ed occorrevano grandi quantità d'acqua, il tutto condito da un costo della mano d'opera più elevato di quella dei classici paesi produttori e da un poco efficiente sistema di commercializzazione.
Per quel che riguarda altri fruttiferi, dovresti conoscere il tuo collega di Milazzo, anche lui appassionato, che ha di tutto e di più nel campo dei fruttiferi tropicali. Le volte che sono stato da lui, ho fatto scorpacciate, tra l'altro, di Litchi presi direttamente dagli alberi con i rami piegati dal peso dei frutti. Litchi e mango non hanno alcun problema lungo le nostre coste (forse in quella orientale che, se pur saltuariamente, è periodicamente investita dalle ondate di freddo provenienti dalla Siberia, via Balcani, e che qualche danno a volte lo fanno). So da fonte sicura che nei pressi di Alcamo un recente impianto di mango è già in produzione e commercializzazione dei frutti. Anch'io, nel mio piccolo, con una varietà di mango 'super dwarf' in piena terra, pur trascurato al massimo, riesco a gustare qualche frutto (peso circa 1 kg e ottima qualità).
Pietro Puccio