• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

Perché è così difficile trovare imprese di giardinaggio qualificate?

D

Davide N.

Guest
Certo la sicurezza viene prima di tutto (anche se io a prescindere non farei stare nessuno vicino a degli alberi alti quando tira vento a 90 km/h), ma il lavoro di queste persone dovrebbe essere quello di tutelare il verde oltre che i cittadini. Rimuovere un albero monumentale senza nemmeno aver fatto un test di stabilità o aver considerato soluzioni alternative lo trovo tutt'altro che professionale, anche perché se la pianta fosse instabile come dicono sarebbe caduta la sera stessa quando si è alzato nuovamente il vento, invece è ancora lì...
Io proporrò una valutazione dinamometrica e in caso di esito soddisfacente una riduzione di circa 1/3 della chioma ed un eventuale riporto circolare di terra per appesantire la zolla. Se invece l'esito fosse negativo allora niente sarebbe destino, ma almeno si è provato a fare qualcosa visto che non è un alberello anonimo. Il tuo ragionamento purtroppo ha senso nella società in cui viviamo.
Ma hai idea di quanto costi fare quello che dici?
 
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Stefano-34666

Guru Master Florello
Ciao,

non è detto che le piante, in certe condizioni, si comportino tutte nello stesso modo.
Ho visto alberi sradicati dal vento con, a fianco, alberi all'apparenza ben più mal messi ma rimasti in piedi.
Potrebbe cadere o non cadere, questo nessuno lo sa e nessuno, credo, lo voglia verificare.
Meglio togliersi il problema che doversi poi leccare le ferite.

Fare tutta la procedura che dici tu implica un mucchio di tempo e di risorse economiche per poi magari riscontrare che la pianta va abbattuta lo stesso.
In un periodo in cui i comuni spengono le luci dei monumenti per risparmiare e minacciano di aumentare le tasse o ridurre i servizi per compensare i vari aumenti, non credo che nessuno approverebbe la spesa di qualche migliaio di euro per salvare un albero che, tra l'altro, è cresciuto in un posto potenzialmente pericoloso.

Inoltre aggiungo un'ultima cosa. Se non erro il cedro è stato tolto dalla lista delle piante protette nelle zone agricole, figuriamoci in quelle urbane. Se ci aggiungi l'aggravante della possibile pericolosità e vicinanza ad un luogo a rischio (come può essere una scuola) capisci che la pianta non ha speranze.

Ma se anche fosse un albero tutelato ci sarebbe questo articolo:

Per l’abbattimento e lo spostamento di alberi tutelati ai sensi della L.R. 28/2001 il cui tronco, a petto d'uomo, misuri oltre cm 40 di diametro e cm 125 di circonferenza, è obbligatorio chiedere apposita autorizzazione all'Ente competente. L'Ente, tuttavia, potrà rilasciarla solo in presenza di almeno uno dei seguenti casi:

  • per evitare il danneggiamento di opere esistenti, sia pubbliche che private
  • per accertata compromissione dello stato vegetativo
  • per inderogabili esigenze di pubblica utilità o incolumità
Capisci anche tu che nessun Ente negherebbe, di fronte alla caduta delle piante vicine ed alla vicinanza della scuola, il consenso all'abbattimento.

Ste
 
Ultima modifica:

Icchy92

Guru Giardinauta
Si è vero, purtroppo alla fine è sempre una questione economica :confused: ciò non toglie che se la manutenzione e soprattutto la progettazione venissero fatte in maniera intelligente non ci sarebbero poi tutti questi problemi, della serie chi più spende meno spende...
 

simona.d

Aspirante Giardinauta
Ciao Icchy92,

non so se ti può interessare, ma ho trovato questo post su facebook [condiviso da un giardiniere della mia zona che posta un sacco di foto di potature di alberi fatte utilizzando l'imbragatura]. Quando l'ho visto mi è tornata in mente questa discussione.

SIA - Società Italiana di Arboricoltura ONLUS:

STANDARD EUROPEO SULLA POTATURA DEGLI ALBERI
Dal Link seguente è possibile scaricare lo Standard Europeo sulla Potatura degli Alberi -ETPS European Tree Standard Pruning.
La SIA è coinvolta nel progetto Erasmus+ "TeST - Technical Standards in Tree Work", finalizzato all'innalzamento degli standard di lavoro in arboricoltura. Il progetto vede la partecipazione di Germania, Belgio, Olanda, Spagna, Italia, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Lettonia, Lituania, Croazia.
L'obiettivo del progetto è quello di sviluppare tre standard tecnici europei nelle aree di potatura, piantagione e consolidamento degli alberi. Gli standard hanno lo scopo di fornire definizioni tecniche delle migliori pratiche nel lavoro sugli alberi in Europa.
I lavori per il primo standard tecnico, sulla potatura degli alberi, si sono conclusi e, come avevamo già annunciato, la SIA ha tradotto e adattato il documento alla lingua italiana, grazie alla collaborazione di alcuni dei maggiori esperti del nostro Paese nella gestione e cura degli alberi.
Il ringraziamento va, in particolare, ai dottori forestali Paolo Pietrobon e Anna Barp, soci SIA e delegati dal Consiglio direttivo, che hanno partecipazione ai lavori del progetto europeo TeST, iniziati nel 2019, e curato la versione italiana.

ETPS - European Tree Standard Pruning - Standard Europeo sulla potatura degli alberi

ciao,
Simo :ciao:
 

Icchy92

Guru Giardinauta
Ciao Icchy92,

non so se ti può interessare, ma ho trovato questo post su facebook [condiviso da un giardiniere della mia zona che posta un sacco di foto di potature di alberi fatte utilizzando l'imbragatura]. Quando l'ho visto mi è tornata in mente questa discussione.

SIA - Società Italiana di Arboricoltura ONLUS:

STANDARD EUROPEO SULLA POTATURA DEGLI ALBERI
Dal Link seguente è possibile scaricare lo Standard Europeo sulla Potatura degli Alberi -ETPS European Tree Standard Pruning.
La SIA è coinvolta nel progetto Erasmus+ "TeST - Technical Standards in Tree Work", finalizzato all'innalzamento degli standard di lavoro in arboricoltura. Il progetto vede la partecipazione di Germania, Belgio, Olanda, Spagna, Italia, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Lettonia, Lituania, Croazia.
L'obiettivo del progetto è quello di sviluppare tre standard tecnici europei nelle aree di potatura, piantagione e consolidamento degli alberi. Gli standard hanno lo scopo di fornire definizioni tecniche delle migliori pratiche nel lavoro sugli alberi in Europa.
I lavori per il primo standard tecnico, sulla potatura degli alberi, si sono conclusi e, come avevamo già annunciato, la SIA ha tradotto e adattato il documento alla lingua italiana, grazie alla collaborazione di alcuni dei maggiori esperti del nostro Paese nella gestione e cura degli alberi.
Il ringraziamento va, in particolare, ai dottori forestali Paolo Pietrobon e Anna Barp, soci SIA e delegati dal Consiglio direttivo, che hanno partecipazione ai lavori del progetto europeo TeST, iniziati nel 2019, e curato la versione italiana.

ETPS - European Tree Standard Pruning - Standard Europeo sulla potatura degli alberi

ciao,
Simo :ciao:
Splendido, ho dato una lettura veloce ma appena ho tempo lo studierò per bene, grazie :lol:
Sarebbe bello se lo leggessero anche gli addetti ai lavori...
 

AlainCh2

Giardinauta
Anni addietro a Torino venne fuori il "caso" quando scoprirono che le Aziende facevano prezzi bassissimi per poi recuperare con la vendita dei capitozzoni più grossi.
Più il legno grosso tagliato, più denaro incassato.

Da allora, e per qualche anno, venne prestata più attenzione alle centinaia di viali cittadini ed alla "salute" delle piante.
Di quell'ondata di indignazione e dell'impeto con cui venero presi provvedimenti rimane ancora traccia.

Pur non essendo "di fino" il lavoro può essere accettabile nella maggioranza dei casi.

Quì parliamo di qualche centinaio di km lineare di alberi in doppia o quadrupla fila,
nei nostri "corsi" e nelle nostre piazze,
gli elicotteri non riuscivano a seguire il Giro quando entrò ed attraversò Torino periferia
cioè lo seguivano, ma le telecamere non riuscivano ad inquadrare i corridori sotto la volta verde !!


I viali ci sono, quà no di certo....
( :ROFLMAO: solo a Milano :ROFLMAO: )
 

Luca Nasi

Maestro Giardinauta
Vogliamo parlare di questo intervento?
Se ricordo bene sono Cedrus atlantica glauca. Erano bellissimi. A me sembra una castroneria ma sono così ignorante in materia che magari mi sbaglio.
 

Allegati

  • Potatura-conifere.jpg
    Potatura-conifere.jpg
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Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Vogliamo parlare di questo intervento?
Se ricordo bene sono Cedrus atlantica glauca. Erano bellissimi. A me sembra una castroneria ma sono così ignorante in materia che magari mi sbaglio.
Queste piante son condannate ad una lenta e irreversibile agonia: non emetteranno rametti dai grossi rami ma solo dai quei due o tre rametti con gli aghi. Vanno abbattute con un colpo di mortaio di fabbricazione russa.
 
D

Davide N.

Guest
Vogliamo parlare di questo intervento?
Se ricordo bene sono Cedrus atlantica glauca. Erano bellissimi. A me sembra una castroneria ma sono così ignorante in materia che magari mi sbaglio.
È paradossale l'intenzione di effettuare una potatura "a regola d'arte" eseguendo tagli di ritorno su rami secondari, mantenendo nel complesso una chioma regolare e ben organizzata... ottenendo però comunque un risultato inaccettabile, poiché è una regola di base quella di non sopprimere mai più di 1/3 della chioma, soprattutto su un cedro...

È un tipo di potatura forte che si effettua tipicamente su betulle, aceri, tigli, ecc che si vogliono mantenere molto compatti... in genere si riprendono, ma rimane una tecnica che disapprovo.
 
Ultima modifica di un moderatore:

Picantina

Fiorin Florello
Vogliamo parlare di questo intervento?
Se ricordo bene sono Cedrus atlantica glauca. Erano bellissimi. A me sembra una castroneria ma sono così ignorante in materia che magari mi sbaglio.
Così è stata potata una pianta nel giardino del vicino, credo anche quello un cedro o comunque pianta con aghi, circa 2 anni fa. Beh, io non ho ancora visto un germoglio nuovo. Invece un altro vicino fa potare così una magnolia grandiflora l'ha fatto anche quest'anno, ma poi diventa magnifica.

Io invece, andando in giardino per altro ho notato la mia forsizia potata a 0
20220311_113802.jpg
Ci sono un sacco di rametti che io avrei tolto, ma avrei lasciato i rami lunghi che avrei tagliato dopo la fioritura. Però non sono esperta.
 
D

Davide N.

Guest
Così è stata potata una pianta nel giardino del vicino, credo anche quello un cedro o comunque pianta con aghi, circa 2 anni fa. Beh, io non ho ancora visto un germoglio nuovo. Invece un altro vicino fa potare così una magnolia grandiflora l'ha fatto anche quest'anno, ma poi diventa magnifica.

Io invece, andando in giardino per altro ho notato la mia forsizia potata a 0
Vedi l'allegato 698817
Ci sono un sacco di rametti che io avrei tolto, ma avrei lasciato i rami lunghi che avrei tagliato dopo la fioritura. Però non sono esperta.
Potata a 0? Io direi non potata affatto. È stato eseguito il classico "taglio di capelli" con tagliasiepi, applicato da secoli nei giardini formali, grande tradizione taliana, pieni di Buxus e Taxus sempreverdi, tutto geometria e intelletto, ben pochi fiori... Però molti ancora non hanno capito che le piante non sono come capelli da tagliare e non devono avere tutte la forma di una palla per essere considerate "potate". Penso che l'Italia soprattutto sia in un'epoca di transizione dal giardino all'italiana al giardino inglese/globalizzato, più selvatico, più fiorito, ma ci vogliono decenni finché si metabolizzino certi cambiamenti presso l'insieme della popolazione. Le tradizioni influenzano il modo di pensare ed è difficile cambiare. Tutto ciò si rispecchia anche nell'organizzazione e nell'offerta dei percorsi formativi ufficiali dello Stato...
Non è affatto un caso che al giorno d'oggi chi vuole imparare a potare gli alberi "correttamente" faccia affidamento a tecniche e conoscenze di provenienza anglofona, più affini al giardino inglese che a quello italiano. Poi per carità, non dobbiamo neppure dimenticare e sminuire le tradizioni italiane...
Non è quindi per me sempre e solo un discorso economico, il classico "si fa più veloce con il tagliasiepi e costa meno", perché non è affatto vero... Manca a volte proprio la competenza, da parte soprattutto dei custodi d'immobili di turno che magari sono bravissimi all'interno con riparazioni, pulizie, ecc ma che di piante spesso ne sanno poco più di niente, anche perché manca il contesto culturale di riferimento.
 

Luca Nasi

Maestro Giardinauta
Cosa intendi con "potare a palo"?
Penso questo.
La potatura della magolia è stata fatta prima della fioritura, a detta del giardiniere. Mi aveva anche detto che nel giro di un mese avrebbe rimesso le foglie ma io sono dubbiosa dato che non si vede accenno. La cosa che mi preoccupa di più è che sia morta.
Ecco le foto prima/dopo
 
D

Davide N.

Guest
Ciao,

certo che l'esperienza non è tutto, ma nemmeno la scuola lo è. Anzi, sempre più spesso, la scuola non fornisce nessuna esperienza pratica e la teoria, molte volte, rimane tale senza essere applicabile nella realtà.
Io sono ingegnere elettronico (vecchio ordinamento, quando la laurea era ancora di 5 anni) ed ha scuola ho imparato tante cose. Poi sono entrato nel mondo del lavoro e tutte le cose che ho imparato le ho dovute rivedere. La cosa che succede più spesso è che "in teoria si farebbe così...ma in pratica si fa' cosà". E questa è la situazione classica. Altre volte invece la pratica sul campo ti fa' dire "ma allora quello che mi hanno spiegato era esattamente il contrario".

Certo la scuola aiuta la formazione di una mentalità. Aiuta a sviluppare la coscienza critica, la capacità di capire e risolvere.

Ma il fare le cose "dal vivo", con un risultato da portare a casa e dal quale dipende una produzione, un reparto o un progetto, con il tempo ed il denaro che scorrono, la scuola non te lo possono insegnare.

Spesso da noi vengono ragazzi a fine superiori a fare i mesi di alternanza scuola/lavoro. Possono vedere dal vivo che quando un problema blocca un reparto va risolto, con la pressione del risultato che non ti porta ad un voto basso o ad un esame fallito, ma a denaro perso, gente ferma, reparti chiusi etc.

Anche nel giardinaggio è la stessa cosa. La scuola aiuta, ma l'esperienza non è da trascurare. Seminare in un certo modo e con la luna giusta. Potare in certi periodi e non in altri. Coltivare certe cose e non altre. Utilizzare prodotti naturali e non sempre la chimica. Certo ci sono giardinieri che fanno sempre gli stessi errori credendo di essere nel giusto.

Diciamo che, per far funzionare tutto bene, ci andrebbe un chimico, un agronomo, un botanico...ed un giardiniere/agricoltore esperto.

Ste
Ripesco il discorso che trovo tuttora più interessante e che mi incuriosisce di più, ovvero quello delle "qualifiche"... se ho capito bene, in Italia la scuola "ufficiale" più affine al mestiere del giardiniere è quella di "agraria"/Istituto tecnico agrario. È un termine che mi dice poco, mi sembra che non abbia molto a che vedere con il giardinaggio, lo percepisco più come un percorso di studi per diventare agricoltore, frutticoltore, ecc... Insomma ci capisco poco. Sono molto curioso di sapere che cosa si impara concretamente in una di queste scuole. Buon Sangio, sbaglio o tu l'hai fatta? È a tempo pieno?

Da parte mia posso dire come funziona in Svizzera, forse può interessare...
Prima di tutto c'è da dire che ogni mestiere ha il suo diploma, riconosciuto a livello federale, che si può ottenere dopo la scuola dell'obbligo, chiamato "Attestato federale di capacità" (AFC), e nel settore verde ce ne sono diversi. Si può scegliere tra agricoltore, fiorista, frutticoltore, giardiniere, orticoltore, selvicoltore, viticoltore e disegnatore in architettura del paesaggio. Se si sceglie giardiniere AFC, si deve fare una scelta ulteriore di specializzazione, in via preliminare: paesaggismo, vivaismo, piante perenni, floricultura.
Indipendentemente dalla specializzazione, sono 3 anni di tirocinio, in cui per 4 giorni si lavora in un'azienda, o in un Comune, e per 1 giorno si va a scuola. Ogni 2-3 mesi circa ci sono alternativamente i "blocchi scolastici", in cui si va una settimana a scuola per approfondire un tema specifico, e i "corsi pratici", in cui per una settimana si imparano ed esercitano attività prettamente tecnico-manuali con giardinieri esperti.
In Italia non esiste nulla di simile?
 
Ultima modifica di un moderatore:
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