"Sospendere Pechino Express, in onda su Raidue e prodotto da Magnolia, in quanto si tratta dell'ennesimo reality tv i cui autori non si sono fatti scrupolo a utilizzare gli animali, sottoponendoli a inutili sofferenze". E' questo l'appello rivolto dalla LAV al Direttore di Raidue Pasquale D'Alessandro, in riferimento alla puntata con alcuni serpenti, le cui riprese sono state effettuate in Cina, paese in cui i diritti degli animali sono costantemente violati, fattispecie che deve aver fatto ritenere agli autori che tutto fosse consentito. Si tratta di attività vietate in Italia ma che cittadini italiani, pagati dalla Tv di Stato italiana, non hanno avuto alcun problema a effettuare in un altro Paese.
Nella puntata andata in onda giovedì 25 ottobre, infatti, i concorrenti dovevano trasportare una scatola nella quale era rinchiuso un serpente. L’animale veniva sottoposto a ore e ore di continui sobbalzi durante il trasporto, oltre alla totale mancanza di ossigeno, fino alla destinazione finale dove gli sfortunati animali venivano uccisi e cucinati per i concorrenti.
“Deprimente l’atteggiamento di totale indifferenza dei concorrenti, insensibili persino allo scuoiamento degli animali vivi, evidente in un paio di scene sfuggite al taglia e cuci del montaggio – commenta Nadia Masutti, responsabile LAV settore Esotici - Ma la scelta della Rai di mandare in onda uno spettacolo così raccapricciante, è ancora più incredibile se consideriamo le LINEE GUIDA PER LA TUTELA DEGLI ANIMALI IN TV adottate dal Segretariato Sociale della Rai, su proposta della LAV, fin dal 2007 ”.
Nulla si è fatto, in cinque anni, per applicare concretamente anche uno solo dei cinque articoli che compongono le LINEE GUIDA PER LA TUTELA DEGLI ANIMALI IN TV, che al primo articolo recita “La presenza di animali in trasmissioni televisive deve essere finalizzata alla sensibilizzazione, al rispetto e alla conoscenza delle specie, escludendo qualsiasi utilizzo di animali non consono alla loro natura nonché un loro utilizzo che li sottoponga a violenze, stress o atteggiamenti irrispettosi della loro dignità”: esattamente il contrario di quanto avvenuto durante Pechino Express.
“Sollecitiamo quindi la Rai e nello specifico il Direttore di Raidue a vigilare, anche nei confronti di produzioni esterne come nel caso di Pechino Express, affinché non si debba più assistere a scene violente contro gli animali, nel rispetto di quanti considerano inaccettabile l’uso di animali come fossero oggetti – prosegue Nadia Masutti – Considerato, inoltre, l’enorme impegno, anche a livello Comunitario, affinché popoli come quelli asiatici affrontino la questione animale in modo molto più etico, chiediamo alla Rai di porre la massima attenzione nel garantire un servizio pubblico avanzato sul piano culturale ed etico".