Occorre, innanzi tutto, non confondere l’Ascelpias fruticosa (o Gomphocarpus fruticoso) che ha i frutti più allungati e a punta dall’Asclepias physocarpa (Gomphocarpus physocarpus) che li ha più arrotondati.
L’Asclepias fruticosa è detta anche Albero della seta (come un’altra Asclepiadacea, la Araujia sericofera o sericifera, un rampicante sempreverde) perché all’interno dei frutti i semi sono avvolti da lunghi filamenti che sembra fossero usati come fibra tessile per l’imbottitura delle coltri, per farne cappelli, stoppini di candela, ecc….. Per questo motivo pare che in Lombardia fosse stato avviata una coltivazione sugli argini delle risaie.
Non ha particolari esigenze di coltivazione ma è’ sensibile al gelo, richiede pieno sole e terreno ben drenato ed è considerata invasiva e di difficile debellamento a causa del suo apparato radicale molto profondo nell’esemplare adulto.
La pianta fornisce cibo per l'adulto della farfalla monarca e anche una area di nidificazione per le uova e le larve; attira anche coccinelle, api, vespe, formiche e falene. Dicono anche che i bruchi siano ghiotti delle sue foglie e spesso viene consigliato di impiantarla in zone decentrate del giardino perché le foglie rosicchiate dai bruchi non sono belle da vedere.
Su questo potrai dare tu una conferma o una smentita.
La pianta, se scalfita, emette un latice bianco irritante e tossico. Produce, infatti un gruppo di tossine che la protegge dagli erbivori e dagli insetti "succhiatori". Tuttavia, alcuni animali sono in grado di mangiarla senza effetti negativi.