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Neotenia

monikk64

Fiorin Florello
Il nostro @Stefano Sangiorgio ha colpito ancora.....
Seguendo un suo ( interessantissimo) link mi sono ( come al solito) persa in Wikipedia....
Trovo termini che non conosco, vado a vedere il significato e....ciao, accalappiata.

Uno di questi termini è, appunto, NEOTENIA.

<<Viene definito neotenìa[1] il fenomeno evolutivo per cui negli individui adulti di una specie permangono caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili.>> (wikipedia)

Fin qui, interessante, ma non sconvolgente....
Quello che mi ha sconvolto è il seguito....
Nel regno animale anche l'aspetto psichico è
soggetto a neotenia: il cane domestico viene considerato, dagli scienziati che si occupano di questa materia come forma neotenica del lupo, da cui discende....
Il gatto domestico viene considerato forma neotenica del gatto selvatico, da cui discende....
Vengono così considerati perché molti comportamenti dei nostri amici domestici sono quelli delle forme giovanili dei loro progenitori, che in questi ultimi scompaiono con la maturità....

Come se l'essere aiutati nella sopravvivenza li avesse indotti a restare psichicamente immaturi.

E qui viene il bello....


<< Nella postulazione dell'anatomofisiologo olandese Lodewijk Bolk, condivisa anche da Stephen Jay Gould [4], anche l'uomo viene considerato un esempio di neotenia, in quanto ha uno sviluppo fisiologico estremamente prolungato caratterizzato tra l'altro dalla lunga maturazione del sistema nervoso centrale che dura diversi anni dopo la nascita. Caratteristica neotenica nell'uomo è la capacità di digerire il latte da adulto (questa tolleranza al lattosio non è presente in tutte le popolazioni). Gli adulti umani, inoltre, presentano proporzioni corporee più simili a quelle giovanili rispetto agli altri primati. Ulteriori segnali di neotenia nell'essere umano rispetto agli altri primati sarebbero la scarsità di pelo corporeo.[5] Alcuni umani conservano a lungo tratti giovanili e fenomeni di neotenia psichica (da non confondere col ritardo mentale) ossia comportamenti molto più giovanili o infantili rispetto all'età reale. >>

quindi l' essere umano, essendosi ingegnato per semplificarsi la sopravvivenza, avrebbe innescato una forma progressiva di neotenia.....

provate a pensare alle ultime generazioni.....
i nostri nonni sopravvivevano a cose e stili di vita che per un ragazzino di oggi sarebbero impensabili......
Questo accade in coincidenza con uno straordinario sviluppo della tecnologia, che di fatto rende la vita umana più semplice, comoda, agevole.....

Quindi sta accelerando esponenzialmente la tendenza alla neotenia??????

Ora non ho più tempo, ma le mie seghe mentali non finiscono qui.......
Nel frattempo , se qualcuno si è mai interessato di neotenia e vuole aggiungere.....è il benvenuto!!!!!
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
iene definito neotenìa[1] il fenomeno evolutivo per cui negli individui adulti di una specie permangono caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili.>> (wikipedia)
E' una delle possibilità per vivere a lungo.
La Welwitschia uguale: è considerata come "a permanent seedling= una plantula a vita" e ha subito milioni di anni fa una duplicazione del genoma che le ha consentito di arrivare fino ai nostri giorni.
 

chebarba

Maestro Giardinauta
Il nostro @Stefano Sangiorgio ha colpito ancora.....
Seguendo un suo ( interessantissimo) link mi sono ( come al solito) persa in Wikipedia....
Trovo termini che non conosco, vado a vedere il significato e....ciao, accalappiata.

Uno di questi termini è, appunto, NEOTENIA.

<<Viene definito neotenìa[1] il fenomeno evolutivo per cui negli individui adulti di una specie permangono caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili.>> (wikipedia)

Fin qui, interessante, ma non sconvolgente....
Quello che mi ha sconvolto è il seguito....
Nel regno animale anche l'aspetto psichico è
soggetto a neotenia: il cane domestico viene considerato, dagli scienziati che si occupano di questa materia come forma neotenica del lupo, da cui discende....
Il gatto domestico viene considerato forma neotenica del gatto selvatico, da cui discende....
Vengono così considerati perché molti comportamenti dei nostri amici domestici sono quelli delle forme giovanili dei loro progenitori, che in questi ultimi scompaiono con la maturità....

Come se l'essere aiutati nella sopravvivenza li avesse indotti a restare psichicamente immaturi.

E qui viene il bello....


<< Nella postulazione dell'anatomofisiologo olandese Lodewijk Bolk, condivisa anche da Stephen Jay Gould [4], anche l'uomo viene considerato un esempio di neotenia, in quanto ha uno sviluppo fisiologico estremamente prolungato caratterizzato tra l'altro dalla lunga maturazione del sistema nervoso centrale che dura diversi anni dopo la nascita. Caratteristica neotenica nell'uomo è la capacità di digerire il latte da adulto (questa tolleranza al lattosio non è presente in tutte le popolazioni). Gli adulti umani, inoltre, presentano proporzioni corporee più simili a quelle giovanili rispetto agli altri primati. Ulteriori segnali di neotenia nell'essere umano rispetto agli altri primati sarebbero la scarsità di pelo corporeo.[5] Alcuni umani conservano a lungo tratti giovanili e fenomeni di neotenia psichica (da non confondere col ritardo mentale) ossia comportamenti molto più giovanili o infantili rispetto all'età reale. >>

quindi l' essere umano, essendosi ingegnato per semplificarsi la sopravvivenza, avrebbe innescato una forma progressiva di neotenia.....

provate a pensare alle ultime generazioni.....
i nostri nonni sopravvivevano a cose e stili di vita che per un ragazzino di oggi sarebbero impensabili......
Questo accade in coincidenza con uno straordinario sviluppo della tecnologia, che di fatto rende la vita umana più semplice, comoda, agevole.....

Quindi sta accelerando esponenzialmente la tendenza alla neotenia??????

Ora non ho più tempo, ma le mie seghe mentali non finiscono qui.......
Nel frattempo , se qualcuno si è mai interessato di neotenia e vuole aggiungere.....è il benvenuto!!!!!
Molto interessante, grazie, @monikk64
 

cmr

Maestro Giardinauta
Ora non ho più tempo, ma le mie seghe mentali non finiscono qui.......
Nel frattempo , se qualcuno si è mai interessato di neotenia e vuole aggiungere.....è il benvenuto!!!!!
Mi sono occupato della neotenia quando scrissi un articoletto a proposito delle differenze tra l'Aloe vera e la Aloe vera var. chinensis ipotizzando, appunto, che quest'ultima potesse essere (oltre ad essere la già descritta Aloe lanzae) in realtà una forma neotenica dell'Aloe vera. Fu pubblicato nel Notiziario A.Di.P.A. del 2017 e se ti interessa cerco di pubblicarlo qui sotto. Ma devo ritrovare il formato elettronico e mi serve un po di tempo. Seghe mentali: menomale che ci sono!
 

cmr

Maestro Giardinauta
Un estratto:
Ma cosa è la “neotenia”?

“La neotenia è un fenomeno noto dello sviluppo degli organismi viventi. Essa comporta che una specie possa presentare tratti acerbi, mancando di maturare del tutto, in alcune sue parti o anche nella sua globalità rispetto a specie che l’hanno preceduta nella storia evolutiva.” (R. Weitnauer -2005)

Diventa, in pratica, una delle molte strategie di sopravvivenza che attuano alcuni organismi viventi, animali o piante, che li aiuta ad ampliare la capacità di adattabilità ambientale, pur raggiungendo la maturità riproduttiva e riproducendo individui con le medesime specifiche neoteniche. Ancor più semplicemente, negli individui adulti permangono caratteristiche del periodo infantile del soggetto adulto da cui hanno originato. Si può continuare teorizzando che la neotenia è un fenomeno che non può essere indotto e che non è reversibile, almeno nel nostro caso.

Applicando questi concetti al mondo vegetale proviamo a chiarire con un esempio; un bonsai non si può considerare una forma neotenica in quanto se tolto dal proprio ambiente, il vaso, e coltivato senza le cure tipiche dell’arte bonsai, questo prende a crescere come tutti gli altri esemplari della sua specie, diventando in breve tempo uno splendido e fronduto albero. Oppure pensate a certe siepi di sempreverdi, lauroceraso, edera o lauro nobile, che se potate in continuazione iniziano a far crescere le proprie foglie con dimensioni più contenute ma se lasciate produrre succhioni, questi hanno foglie di dimensioni assolutamente normali.

Riferendoci alle aloe in questione, pensiamo ad una Aloe vera e ai suoi piccoli polloni che appena spuntati presentano sulle pagine delle loro giovani foglie i caratteristici spot ellittici bianchi. Questa caratteristica scomparirà nel giro di pochi mesi per lasciar sviluppare le classiche foglie color verde oliva che tutti conosciamo.

Nella Aloe vera v. chinensis i giovani polloni sono esattamente identici a quelli della Aloe vera ed è a tutti gli effetti impossibile distinguerli ma, a differenza di quelli della Aloe vera, la caratteristica degli spot bianchi presenti sulle foglie persisterà anche sulle foglie adulte.

E già questo, secondo me, potrebbe bastare per avvalorare questa teoria.

Le pressioni ambientali che potrebbero aver generato in piante di Aloe vera coltivate in estremo oriente questo fenomeno neotenico si possono tranquillamente far rientrare in tutti quei dubbi irrisolti che ancora accompagnano il mondo vegetale come la variegatura o le forme teratopiche (Perche si sviluppano? In quali condizioni? Perche in alcuni ecosistemi sono presenti diversi episodi di questi fenomeni mentre in altri, anche simili, sono pressoché sconosciuti? ecc.).

A questo punto, però, un’altra domanda ci accorgiamo non aver risposta; esiste veramente l’Aloe vera v. chinensis a fiore giallo descritta da A. Berger o, come abbiamo già appurato, qualcuno ha creduto di averla vista e si è preso la briga di descriverla? In effetti non abbiamo mai visto una sua immagine, non abbiamo mai visto una Aloe vera v. chinensis con le foglie maculate e i fiori gialli. L’iconografia di Blanco e di Todaro ci ha sempre presentato una pianta di aloe con foglie maculate e fiore rosso. E’ sufficiente il fatto che l’Aloe vera possa avere il colore del fiore sia giallo che rosso per avvalorare la teoria secondo cui anche nella Aloe vera v. chinensis se ne può avere una forma a fiore giallo? Credo di no. Alla luce di quanto esposto, credo non sia un errore ripristinare Aloe lanzae - Todaro (syn. Aloe vera v. lanzae - Berger e syn. Aloe vera v. chinensis - Berger) considerandola come forma neotenica di Aloe vera a fiore rosso.
 

miciajulie

Fiorin Florello
Un estratto:
Ma cosa è la “neotenia”?

“La neotenia è un fenomeno noto dello sviluppo degli organismi viventi. Essa comporta che una specie possa presentare tratti acerbi, mancando di maturare del tutto, in alcune sue parti o anche nella sua globalità rispetto a specie che l’hanno preceduta nella storia evolutiva.” (R. Weitnauer -2005)

Diventa, in pratica, una delle molte strategie di sopravvivenza che attuano alcuni organismi viventi, animali o piante, che li aiuta ad ampliare la capacità di adattabilità ambientale, pur raggiungendo la maturità riproduttiva e riproducendo individui con le medesime specifiche neoteniche. Ancor più semplicemente, negli individui adulti permangono caratteristiche del periodo infantile del soggetto adulto da cui hanno originato. Si può continuare teorizzando che la neotenia è un fenomeno che non può essere indotto e che non è reversibile, almeno nel nostro caso.

Applicando questi concetti al mondo vegetale proviamo a chiarire con un esempio; un bonsai non si può considerare una forma neotenica in quanto se tolto dal proprio ambiente, il vaso, e coltivato senza le cure tipiche dell’arte bonsai, questo prende a crescere come tutti gli altri esemplari della sua specie, diventando in breve tempo uno splendido e fronduto albero. Oppure pensate a certe siepi di sempreverdi, lauroceraso, edera o lauro nobile, che se potate in continuazione iniziano a far crescere le proprie foglie con dimensioni più contenute ma se lasciate produrre succhioni, questi hanno foglie di dimensioni assolutamente normali.

Riferendoci alle aloe in questione, pensiamo ad una Aloe vera e ai suoi piccoli polloni che appena spuntati presentano sulle pagine delle loro giovani foglie i caratteristici spot ellittici bianchi. Questa caratteristica scomparirà nel giro di pochi mesi per lasciar sviluppare le classiche foglie color verde oliva che tutti conosciamo.

Nella Aloe vera v. chinensis i giovani polloni sono esattamente identici a quelli della Aloe vera ed è a tutti gli effetti impossibile distinguerli ma, a differenza di quelli della Aloe vera, la caratteristica degli spot bianchi presenti sulle foglie persisterà anche sulle foglie adulte.

E già questo, secondo me, potrebbe bastare per avvalorare questa teoria.

Le pressioni ambientali che potrebbero aver generato in piante di Aloe vera coltivate in estremo oriente questo fenomeno neotenico si possono tranquillamente far rientrare in tutti quei dubbi irrisolti che ancora accompagnano il mondo vegetale come la variegatura o le forme teratopiche (Perche si sviluppano? In quali condizioni? Perche in alcuni ecosistemi sono presenti diversi episodi di questi fenomeni mentre in altri, anche simili, sono pressoché sconosciuti? ecc.).

A questo punto, però, un’altra domanda ci accorgiamo non aver risposta; esiste veramente l’Aloe vera v. chinensis a fiore giallo descritta da A. Berger o, come abbiamo già appurato, qualcuno ha creduto di averla vista e si è preso la briga di descriverla? In effetti non abbiamo mai visto una sua immagine, non abbiamo mai visto una Aloe vera v. chinensis con le foglie maculate e i fiori gialli. L’iconografia di Blanco e di Todaro ci ha sempre presentato una pianta di aloe con foglie maculate e fiore rosso. E’ sufficiente il fatto che l’Aloe vera possa avere il colore del fiore sia giallo che rosso per avvalorare la teoria secondo cui anche nella Aloe vera v. chinensis se ne può avere una forma a fiore giallo? Credo di no. Alla luce di quanto esposto, credo non sia un errore ripristinare Aloe lanzae - Todaro (syn. Aloe vera v. lanzae - Berger e syn. Aloe vera v. chinensis - Berger) considerandola come forma neotenica di Aloe vera a fiore rosso.
capricorno, eh?:whistle:
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Applicando questi concetti al mondo vegetale proviamo a chiarire con un esempio; un bonsai non si può considerare una forma neotenica in quanto se tolto dal proprio ambiente, il vaso, e coltivato senza le cure tipiche dell’arte bonsai, questo prende a crescere come tutti gli altri esemplari della sua specie, diventando in breve tempo uno splendido e fronduto albero. Oppure pensate a certe siepi di sempreverdi, lauroceraso, edera o lauro nobile, che se potate in continuazione iniziano a far crescere le proprie foglie con dimensioni più contenute ma se lasciate produrre succhioni, questi hanno foglie di dimensioni assolutamente normali.
Mi fai venire in mente la TOPOFISI
"Prelevando succhioni per fare talee da un melo ad es, si avranno piante con spiccati caratteri vegetativi"
"Prelevando da una conifera (abete) la freccia =cima e innestandola si avrà un albero normale ma se si taglia un ramo laterale e lo si innesta si ha la forma prostrata che è una cultivariant della forma eretta".
 

monikk64

Fiorin Florello
Mi fai venire in mente la TOPOFISI
"Prelevando succhioni per fare talee da un melo ad es, si avranno piante con spiccati caratteri vegetativi"
"Prelevando da una conifera (abete) la freccia =cima e innestandola si avrà un albero normale ma se si taglia un ramo laterale e lo si innesta si ha la forma prostrata che è una cultivariant della forma eretta".
Ecco come fanno!!!!!
Grande Ste!
Giusto il primo dell'anno, passeggiando a Bardonecchia, ho visto in un giardino una bellissima conifera prostrata...( in verità piangente, perché aveva un portainnesto alto...) e mi ero posta delle domande....
 
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