La
neoavanguardia fu un movimento
letterario italiano del
Novecento che si caratterizzò per la forte tensione nella sperimentazione formale.
Il movimento della neoavanguardia, che aveva caratteri differenti dall'
avanguardia storica, andò manifestandosi soprattutto nella prima metà degli
anni sessanta e interessò soprattutto la
poesia, ma anche la
prosa. Esso era stato promosso ed in parte preceduto, a partire dal
1956, dalle ricerche della rivista diretta da
Luciano Anceschi,
Il Verri.
A questo movimento collaborarono molti validi scrittori come
Nanni Balestrini,
Edoardo Sanguineti,
Umberto Eco,
Antonio Porta,
Elio Pagliarani,
Alfredo Giuliani,
Giorgio Manganelli,
Luigi Malerba,
Germano Lombardi,
Francesco Leonetti,
Massimo Ferretti,
Franco Lucentini,
Amelia Rosselli e altri.
Caratteristiche della neoavanguardia
I caratteri della
neoavanguardia si presentano simili a quelli del
futurismo e sarà proprio per merito di alcuni studiosi e critici del movimento che si deve la rivalutazione del
futurismo italiano.
Non è molto facile delineare un panorama ideologico della neovanguardia a causa delle differenze tra i vari scrittori, anche se si può affermare che in comune a tutti vi era il rifiuto dell'
ideologia neocapitalista e nello stesso tempo il disprezzo per l'intimismo crepuscolare, che avevano caratterizzato fino a quel momento tutta la poesia del Novecento.
I nuovi poeti contrapposero il
linguaggio quotidiano a quello razionale e freddo del neocapitalismo arrivando ad un uso del linguaggio che fu definito "linguaggio
parodistico". Il linguaggio infatti venne manipolato in modo anarchico e dissacrato nella certezza che, solamente in questo modo, sarebbe stato possibile riformare il codice linguistico e contemporaneamente quello del comportamento, eliminando ogni falsificazione
ideologica.
Tra le forme più interessanti e coerenti che assunse l'avanguardia fu la riduzione dell'
arte a gioco-gratuito e l'assunzione di una poetica della
non-significanza.
La provocazione dovuta al
non-senso linguistico doveva invitare ad una rifondazione che coinvolgesse la letteratura e l'ideologia ma soprattutto l'autenticità del rapporto tra gli uomini. Il carattere di sperimentazione della neovanguardia ebbe effetto anche sulla prosa che essi coltivarono accanto alla poesia.
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I novissimi e il Gruppo '63
Il gruppo che si forma in questo periodo viene dapprima nominato i "novissimi" e in seguito, allargandosi, nel cosiddetto "
Gruppo '63" che stabilirà molto presto fitte relazioni con i gruppi analoghi di altri paesi, soprattutto
francesi e
tedeschi.
Il Gruppo '63 si riunì la prima volta, dal
3 all'
8 ottobre del
1963, presso l'Hotel Zagarella a
Solunto, a pochi chilometri da
Palermo, dove giunsero una trentina di scrittori e critici la maggior parte proveniente dal
Verri al quale si erano aggiunti altri intellettuali finora non appartenenti a nessun schieramento.
All'incontro di Palermo erano presenti anche alcuni scrittori provenienti da
Officina e dal '
Menabò.
Dopo Palermo piovvero contro la nuova avanguardia ogni tipo di accuse: furono accusati da alcuni come dei
formalisti irrazionali e decadenti e da altri come pericolosi rivoluzionari e inguaribili
marxisti o peggio di appartenere ad un'"
Arcadia di ritorno", ad una "retroguardia dell'avanguardia" o peggio "futuristi in ritardo". Ma nessuna di queste accuse sembrò toccare gli esponenti del movimento che, invece di dimostrarsi preoccupati, sembravano soddisfatti di essere considerati
les enfants terribles della
letteratura italiana.
Occorre però ricordare che ogni esponente del gruppo operava da solo con proprie dichiarazioni e autonome scelte.
Una delle caratteristiche essenziali del gruppo era infatti quella di non possedere nessuna struttura rappresentativa ufficiale e che, a differenza delle avanguardie di inizio secolo, il Gruppo 63 non aveva prodotto nessun manifesto nel quale fossero elencati i principi fondamentali del gruppo e le strategie poetiche.
Nella neovanguardia pertanto convivevano le personalità più diverse che portavano avanti, separatamente, la loro battaglia in nome della propria concezione di avanguardia.