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[Monografia] Mal bianco delle ornamentali

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Mal bianco delle ornamentali (nome comune inglese: powdery mildew)

Classificazione:
Nome scientificoSphaerotheca pannosa var. rosae (rosa), Erysiphe polygoni (ranuncolo, dalia, crisantemo, ortensia, etc.),
Golovinomyces cichoracearum (margherita, settembrina, verbasco, etc.), Erysiphe alphitoides (glicine),
Podosphaera xanthii (verbena, petunia, etc.), Microsphaera evonymi (evonimo), etc.
ClasseAscomycota
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FamigliaErysiphaceae
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Categoria fitosanitaria EPPO
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Non ci sono specie considerate pericolose, unica registrazione:
Erysiphe cf. euphorbiicola (su Poinsettia) = Alert List: added in 2002 deleted in 2004



Caratteri generali e sintomatologia:
Il mal bianco od oidio è un tipo di malattia fungina che in patologia vegetale è definita trofica o adattiva, in quanto il fungo stabilisce un rapporto parassitario con l’ospite dal quale preleva elementi nutritizi per il proprio accrescimento. Il legame anatomico tra parassita e ospite è dato da una particolare formazione del primo, chiamata austorio, che penetra all’interno delle cellule del secondo e che stabilisce un canale di scorrimento di sostanze alimentari verso il fungo. Il termine adattivo sta a sottolineare il fatto che il rapporto, almeno nelle prime fasi, ha la caratteristica di una pseudo-simbiosi, ossia il fungo, avendo bisogno delle sostanze prodotte dalle cellule vive dell’ospite, tende a manifestare una forma blanda di parassitismo in modo da assicurare una prolungata sopravvivenza dei tessuti dell’ospite. Salvo poche eccezioni, gli oidi sono ectoparassiti, cioè si sviluppano sulle superficie degli organi attaccati (foglie e parti verdi) a cui aderiscono mediante una struttura speciale chiamata appressorio che funziona come una ventosa, e da lì perforano attivamente l’epidermide dell’ospite per mezzo dell’austorio. L’insieme di ife e organi riproduttivi del fungo appaiono tipicamente come una patina polverulenta di color bianco-biancastro, perciò la malattia è solitamente di facile diagnosi (fig. 1) (su tale materiale fungino non di rado si può osservare una coccinella micofaga, Psyllobora vigintiduopunctata fig. 2, che di esso si alimenta).

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1 Da dx a sx e dall’alto al basso: mal bianco quercia, mal bianco petunie, mal bianco rosa,
mal bianco glicine (in questo oidio i filamenti bianchi fungini sono molto radi, per cui i sintomi di necrosi
prodotti dal patogeno possono essere confusi con quelli causati da altri agenti di maculature fogliari)
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2 A sx adulto di Psyllobora 22punctata, una piccola coccinella di 3-5 mm; a dx adulto e larva su foglia
di topinambur invasa da oidio
 
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Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
I mal bianchi sono malattie in costante aumento per aggressività ed estensione, probabilmente favoriti dal cambiamento climatico, come testimoniano sia l’incremento dei livelli di dannosità sia il numero di nuovi casi (solo negli ultimi anni in Italia ci sono state ad es. le seguenti segnalazioni: Erysiphe sp. su enagra comune, Podosphaera sp. su euforbia e su phlox, Golovinomyces orontii su campanula, Golovonomyces biocellatus su menta e su origano). Gli agenti di mal bianco sono patogeni che generalmente necessitano per il loro sviluppo di poca umidità (vengono anzi ostacolati dalle piogge ), mentre l’intervallo di temperatura per la loro crescita va dai 3-4 ai 32-34 °C, con un optimum di moltiplicazione intorno a 20-22 °C: grazie a questa grande adattabilità essi sono in grado di provocare attacchi ininterrottamente dalla primavera all’autunno.

Le erisifacee non sempre hanno una forma sessuata (= teleomorfica), ma quando essa è presente si manifesta attraverso corpi fruttiferi di forma sferica (cleistoteci, fig. 3), molto piccoli ma ancora visibili a occhio nudo in quanto scuri. Entro tali corpi fruttiferi maturano gli aschi contenenti le ascospore. La riproduzione asessuata avviene a mezzo di conidi (= conidiospore) (fig. 4): in questa fase, che rappresenta la forma anamorfica e per alcune specie è la sola a comparire nel ciclo vitale, i mal bianchi vengono chiamati oidi in quanto in passato classificati nel gruppo dei cosiddetti Funghi Imperfetti , fam. Mucedinaceae, gen. Oidium (è ancora in uso la doppia denominazione del patogeno riferita alla forma imperfetta o asessuata e a quella perfetta o sessuata, come ad es. il mal bianco della vite: Uncinula necator/Oidium tuckeri).

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3 Cleistoteci del mal bianco della quercia tra l’intreccio delle ife; nell’immagine di destra
sono visibili le appendici dette fulcri che si ritiene facilitano la disseminazione del
cleistotecio
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4 A sx tipiche fruttificazioni conidiche a catenella (mal bianco del frumento); a dx aspetto dei conidi ..
(mal bianco del platano)



Biologia ed epidemiologia:
Come sopra riportato non tutte le erisifacee presentano un ciclo vitale completo con alternanza di fasi e di generazioni, e più in generale la formazione di spore generate per via sessuale (ascospore) rappresenta, dal punto di vista epidemiologico, un mezzo di moltiplicazione e diffusione secondario, mentre è prevalente quello asessuale tramite i conidi. L’ibernamento è sostenuto in varie forme: cleistoteci , elementi vegetativi interni (c.d. micelio vivace entro le gemme), micelio esterno, conidi. Prendendo a riferimento il mal bianco della rosa, l’oidio sverna come micelio dormiente tra le scaglie o all’interno delle gemme, più raramente come cleistotecio, e in primavera, con la schiusura delle gemme, il micelio inizia a sporulare e diffondere l’infezione . Su rosa l’optimum di attività vegetativa e riproduttiva dell’oidio si ha con temperatura attorno ai 21 °C e U.R. piuttosto alta (in serra o con clima mite il mal bianco continua nello sviluppo per tutta la stagione con cicli infettivi ripetuti). Quando i conidi raggiungono la superficie delle foglie possono germinare in poche ore ed entro 25 ore si ha il massimo di percentuale di germinazione (optimum 22 °C con intervallo 5-35 °C, umidità relativa da 23% a 93%; la bagnatura è invece di ostacolo): l’infezione trova le condizioni migliori quando a notti relativamente fresche e umide (≈ 16 °C, U.R. oltre 90%) succedono dì piuttosto caldi e secchi (≈ 27 °C, U.R. 40-70 %); un completo ciclo infettivo si può svolgere in un tempo molto breve (72-96 ore).



Danni:
Il mal bianco può rivelarsi fortemente dannoso essendo in grado di provocare, se le condizioni ambientali sono favorevoli, una grave compromissione della capacità fotosintetica della pianta e perdita delle foglie stesse che finiscono per seccare a causa dell’attività trofica del fungo. Su rosa gli attacchi sono da attendersi , come sopra riferito, durante tutta la stagione quando le piogge sono assenti o scarse, le notti sono fresche e umide e i dì caldi e asciutti; in caso di infezioni particolarmente severe possono essere addirittura colpiti anche i petali esterni dei boccioli con decolorazione e i fiori poi non si aprono.



Controllo:
Contro il mal bianco il rimedio storico è dato dallo zolfo, il cui impiego è documentato a partire dai primi dell’Ottocento. Lo zolfo agisce previa sublimazione e interferendo, allo stato di vapore, sulla struttura delle membrane del fungo e sul suo metabolismo respiratorio impedendo la germinazione delle conidiospore: ha una efficacia preventiva (non è in grado di distruggere il micelio ed eradicare la malattia se già in atto), inoltre esso è attivo solo con temperatura di almeno 12 °C mentre sopra i 30 °C risulta fitotossico provocando ustioni sulle foglie; attualmente sono in commercio zolfi micronizzati oppure a base terpenica da distribuirsi in soluzione acquosa che assicurano il massimo di efficacia con il minimo dosaggio (in serra lo zolfo può essere vaporizzato in appositi fornelli da accendere nelle ore notturne, fig. 5). Sempre prendendo in considerazione la rosa, esistono molte alternative allo zolfo, impiegando sia anticrittogamici di sintesi , sia prodotti biologici sia naturali o a basso impatto : tra i primi, facilmente reperibili per il gardening, sono indicati il dodemorf (fungicida sistemico preventivo e curativo) , i triazoli (es. tebuconozalo, un fungicida sistemico che ha azione preventiva-curativa-eradicante), le strobilurine (es. trifloxistrobina, fungicida mesositemico); tra i secondi un fungo antagonista (Ampelomyces quisqualis); tra i terzi bicarbonato di potassio (dose=3g/l), gli olii essenziali (in particolare quello di garofano) e altri quali l’aceto, il diidrogeno fosfato di potassio (fig. 6).

Come misure complementari per contenere lo sviluppo del mal bianco si suggerisce di: rimuovere e bruciare i residui di potatura; mantenere le piante in buon stato di vigore preparando un adeguato terreno (ben drenato, provvisto di sostanza organica, tendenzialmente sub-acido), mettendole a dimora in luogo soleggiato e distanziandole opportunamente in modo da favorire la circolazione dell’aria; concimare in modo equilibrato evitando eccessi di azoto; astenersi da eccessivi apporti di acqua di irrigazione.


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5 In questa serra il produttore ha scelto di impiegare
fornelli atti a sublimare lo zolfo (i cilindri rossi appesi)
per prevenire gli attacchi di oidio
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6 La tabella mostra i risultati di prove di lotta
contro l’oidio della rosa condotte dal CRA-FSO
di Sanremo (AQ10 è il fungo iperparassita
Ampelomyces quisqualis); l’aceto di vino è stato
irrorato alla dose di 50ml/l, il sale di potassio
in ragione di 5g/l




Legenda fonte immagini

®web
*Alessandro2005
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gnometto - 02/04/2010
 
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Cytisus

Aspirante Giardinauta
Buongiorno Alessandro2005
Ho letto con con interesse la chiara descrizione del Mal Bianco e dei suoi rimedi,
non so se è un problema solo mio ma non riesco a vedere le foto.
Cordiali Saluti a tutti gli interessati di Giardinaggio.
 

lisyy

Esperta in identificazione delle piante
E' un problema di tutti, da quando hanno fatto il restyling al forum, sono sparite tutte le foto.
Peccato, per i post divulgativi come questo.
 

aci41

Aspirante Giardinauta
Buongiorno Alessandro 2005.
Sono nuovo nel forum. Letto ed apprezzato testo descrittivo su oidio. Ero curioso di vedere le foto, con ife, micelio, spore, ma non riesco.
Ho fatto tesi di laurea tanti anni fa sulle muffe termofile !!
 

elebar

Wonder Moderatrice Suprema
Membro dello Staff
Non è colpa del restyling del forum se non si vedono più le foto ma del sito che ospitava le foto, che di punto in bianco ha deciso di eliminare i vecchi account. :cautious:
 

riccarddoPV

Aspirante Giardinauta
Buongiorno a tutti..
io mi sono dilettato a coltivare una ghianda di quercia da un anno a questa parte. E' cresciuta ed adesso è circa 10-12cm con un po' di rametti e tante belle foglioline.
Si è impestata di biancume fogliare, e ho dedotto che fosse oidio. Ovunque ho trovato che per curarlo, bisognasse fare i trattamenti con lo zolfo. Ho trovato dello zolfo ramato da spruzzare (contro l'oidio, così dice la confezione) e così ho fatto.

Ora però mi sale un dubbio: leggevo qui che è solo preventivo?? Non curativo?
Mi dite cosa ne pensate?

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