Ciao,
la risposta è semplice: dovrebbero crescere come in natura. Più ti avvicini alle condizioni naturali e meglio è.
Questo è l'habitat della Phalaenopsis corningiana e di altre Phal delle Filippine, Giava, Sumatra, etc. (non le cinesi):
Come vedi hanno le radici in aria o attaccate a un tronco. A causa della fortissima umidità dell'aria traspirano poca acqua cosicché l'acqua delle pioggie è sufficiente.
Non consiglio di ricreare una specie di palude in casa.... Quindi dato che in casa la pianta traspira molto di più a causa della bassa umidità dell'aria, in estate bisognerebbe bagnare due o tre volte al giorno le radici, cosa non molto pratica o possibile.
La soluzione più logica è mettere le radici in un contenitore, ad es. un vaso di plastica, per mantenere l'aria umida un po' più a lungo.
Se poi tra le radici metti dei pezzi di corteccia grossa (oppure sassi, plastica, etc.) l'umdità rimarrà ancora più a lungo, diciamo 6 ore e basterà una innaffiatura al giorno o meno. Con corteccia di due-tre cm l'umidità rimarrà per diciamo 12 ore e basterà innaffiare ogni 2-3 giorni (considerando di essere in estate in un appartamento).
Riducendo la dimensione della corteccia l'umidità rimarrà per 24 ore e così via.
Queste cifre sono indicative: mantenendo fissa la dimensione della corteccia l'umidità verrà trattenuta più o meno a lungo in base alla temperatura, alla ventilazione, all'umdità dell'aria, alle dimensioni del vaso e alla capacità di assorbire acqua della corteccia (corteccia fresca e dura assorbe poco, quella vecchia e decomposta di più).
Giocando con la dimensione della corteccia o altri substrati si può arrivare a innaffiare una volta alla settimana oppure ogni due (sempre in estate) però sorge un problema: riduciamo la dimensione del substrato perché l'aria circoli meno e l'umidità venga trattenuta più a lungo.
Ma le radici naturali, come abbiamo visto, crescono all'aria e senza di essa muoiono. Non in un giorno, ma nell'arco di una settimana o mesi. a seconda della frequenza e della durata della mancanza di aria. In un substrato fino l'acqua sostituisce l'aria e le radici soffrono. Tanto più si riduce la dimensione del substrato, per la nostra comodità, tanto più entriamo nella zona di "rischio". E basta poco: se in estate, con 30°C la pianta stava bene con una innaffiatura a settimana, alla fine dell'inverno con la stessa frequenza probabilmente avremo ammazzato buona parte delle radici.
Per essere chiari: si può sperimentare quanto si vuole, ma con le radici all'aria non si rischia mai nulla, mentre con substrati via via più fini bisogna stare via via più attenti, tenere nota delle annaffiature, fare delle prove ad es. estrarre la pianta a 3 giorni dall'innaffiatura e poi a 7, etc. per verificare esattamente l'umidità del substrato alle temperature dei giorni scorsi e regolarsi nel futuro. Ma poi bisogna considerare che da un anno all'altro il substrato cambia. Soprattutto quello fino si compatta e diventa più assorbente nell'arco di mesi e di conseguenza le prove fatte l'anno precedente oggi non valgono più, mentre entriamo sempre più nella zona di "rischio".
D'altro canto è anche vero che le piante si adattano. Mi è capitato di vedere Phal che campicchiavano in un substrato totalmente marcio e fradicio grazie alle poche radici vive perché vicino alla superficie e questo bastava alla pianta.
C'è anche chi coltiva in idroponica totale e a quanto pare va bene.
In conclusione posso offrire la mia esperienza pratica. Ho Phal in corteccia grossa, in sfagno e su zattera di sughero coperta di fbra di cocco. Stanno tutte bene. Lo sfagno in teoria permette di innaffiare con minor frequenza. In pratica non è così perché lo sfagno va al massimo inumidito. Rispetto alla corteccia si salta qualche innaffiatura e basta.
Su zattera e fibra di cocco bisogna bagnare ogni giorno, in media in inverno, due o più volte in estate: è un impegno non da poco perché non ci si può assentare per una settimana. Con sfagno o corteccia si innaffia bene, si abbassano le persiane e non succede niente. Le Phal su zattera sono visibilmente sofferenti, le radici si fermano e la pianta stenta a ripartire.
La corteccia fina non risolve perché al centro del vaso bisogna mettere un vasetto rovesciato o un sasso perché altrimenti al centro nei vasi grandi le radici dopo un anno sono marce perché di riffe o di raffe non ci si regola mai bene con le innafiature. Con il vasetto o sasso il volume della corteccia è poco e alla fine si innaffia quasi come la corteccia grossa.
Alla fine, in appartamento, la corteccia dura da 2-3 cm e vaso in plastica trasparente è la soluzione più pratica, meno costosa e fuori dalla zona di "rischio" anche dopo tre-quattro anni. Ma dopo tre anni spesso la pianta è cresciute fuori dal vaso e va rinvasata e allora si sostituisce la corteccia.
La coltivazione su zattera è "speciale" , le zattere possono essere appese ai lati di una finestra guadagnando spazio, però poi in vacanza bisogna portarsela dietro....
Ciao
Carlo