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Modi di tenere le radici delle phalaenopsis

Drago84

Aspirante Giardinauta
Secondo voi le radici delle phalaenopsis riescono ad adattarsi alla terra? E invece in esatto contrario, cioè senza nulla solo all'aria? Qualcuno ha esperienze o esempi in merito?
 

massimogreen

Giardinauta
Per esperienza "visiva" di una signora che le aveva messe in vaso nel terriccio, nel giro di qualche mese era marcia ..... in aria io l'ho tenuta e nn mi è successo nulla ma dovevo sempre spruzzare le radici poichè lacqua evaporava subito..
 

ScarletObsession

Giardinauta
Io ho avuto un'esperienza indiretta con una phal nel terriccio. La pianta non era mia, ma di conoscenti che hanno sperimentato. A distanza di un po' di tempo abbiamo notato diverse cose :) Il vero e proprio problema della terra è che da bagnata impiega molto tempo ad asciugare e le radici delle phal che necessitano di costante aria vengono soffocate dal composto compatto e troppo umido. Anche il colletto se troppo vicino alla superficie rischia di marcire in poco tempo. Tuttavia la terra è più ricca di sostanze rispetto a qualche pezzetto di corteccia e se si riesce a superare il problema della poca aria/troppa umidità la pianta fiorisce e vegeta che è una meraviglia ! (la phal in questione ha vissuto un paio di anni in vaso di coccio e terriccio e poi però è morta) Personalmente non credo sia un metodo raccomandabile a lungo termine...le mie tutte coltivate con i classici metodi, non mi azzardo più di tanto. Solo una nel vaso di plastica ha radici nude nella parte inferiore del vaso e qualche pezzo di bark grosso tra le radici superiori. Non so se si può parlare di "semi radici nude" hahaha. Scusate la lunghezza del messaggio ;)
 

biro46

Maestro Giardinauta
un amico le tiene appese una decina a radice nuda ad un tutore di quelli dei philodendri unico problema che le deve bagnare con molta frequenza. Poi dipende anche di quale Phalaenopsis si parla ad esempio le Doritis che appartengono alla famiglia delle Phalaenopsis sono terricole o litofite, io le coltivo in vaso in un substrato di fibra di cocco, sfagno, poco bark, pomice e ghiaietto non coltiverei mai una doritis come una classica Phalaenopsis
 
Ultima modifica:
M

Millian

Guest
Ma dentro al vaso di vetro non c è nulla come substrato?

dipende dalla dimensione del vaso...
in alcuni casi ho riempito parte del vaso con dei sassi, ma le radici sono solo appoggiate e non hanno "traumi" durante la crescita.
cmq non uso altro substrato.
 

cscarfo

Esperto di Orchidee
Ciao,
la risposta è semplice: dovrebbero crescere come in natura. Più ti avvicini alle condizioni naturali e meglio è.
Questo è l'habitat della Phalaenopsis corningiana e di altre Phal delle Filippine, Giava, Sumatra, etc. (non le cinesi):
Come vedi hanno le radici in aria o attaccate a un tronco. A causa della fortissima umidità dell'aria traspirano poca acqua cosicché l'acqua delle pioggie è sufficiente.
Non consiglio di ricreare una specie di palude in casa.... Quindi dato che in casa la pianta traspira molto di più a causa della bassa umidità dell'aria, in estate bisognerebbe bagnare due o tre volte al giorno le radici, cosa non molto pratica o possibile.

La soluzione più logica è mettere le radici in un contenitore, ad es. un vaso di plastica, per mantenere l'aria umida un po' più a lungo.
Se poi tra le radici metti dei pezzi di corteccia grossa (oppure sassi, plastica, etc.) l'umdità rimarrà ancora più a lungo, diciamo 6 ore e basterà una innaffiatura al giorno o meno. Con corteccia di due-tre cm l'umidità rimarrà per diciamo 12 ore e basterà innaffiare ogni 2-3 giorni (considerando di essere in estate in un appartamento).
Riducendo la dimensione della corteccia l'umidità rimarrà per 24 ore e così via.

Queste cifre sono indicative: mantenendo fissa la dimensione della corteccia l'umidità verrà trattenuta più o meno a lungo in base alla temperatura, alla ventilazione, all'umdità dell'aria, alle dimensioni del vaso e alla capacità di assorbire acqua della corteccia (corteccia fresca e dura assorbe poco, quella vecchia e decomposta di più).

Giocando con la dimensione della corteccia o altri substrati si può arrivare a innaffiare una volta alla settimana oppure ogni due (sempre in estate) però sorge un problema: riduciamo la dimensione del substrato perché l'aria circoli meno e l'umidità venga trattenuta più a lungo.
Ma le radici naturali, come abbiamo visto, crescono all'aria e senza di essa muoiono. Non in un giorno, ma nell'arco di una settimana o mesi. a seconda della frequenza e della durata della mancanza di aria. In un substrato fino l'acqua sostituisce l'aria e le radici soffrono. Tanto più si riduce la dimensione del substrato, per la nostra comodità, tanto più entriamo nella zona di "rischio". E basta poco: se in estate, con 30°C la pianta stava bene con una innaffiatura a settimana, alla fine dell'inverno con la stessa frequenza probabilmente avremo ammazzato buona parte delle radici.

Per essere chiari: si può sperimentare quanto si vuole, ma con le radici all'aria non si rischia mai nulla, mentre con substrati via via più fini bisogna stare via via più attenti, tenere nota delle annaffiature, fare delle prove ad es. estrarre la pianta a 3 giorni dall'innaffiatura e poi a 7, etc. per verificare esattamente l'umidità del substrato alle temperature dei giorni scorsi e regolarsi nel futuro. Ma poi bisogna considerare che da un anno all'altro il substrato cambia. Soprattutto quello fino si compatta e diventa più assorbente nell'arco di mesi e di conseguenza le prove fatte l'anno precedente oggi non valgono più, mentre entriamo sempre più nella zona di "rischio".

D'altro canto è anche vero che le piante si adattano. Mi è capitato di vedere Phal che campicchiavano in un substrato totalmente marcio e fradicio grazie alle poche radici vive perché vicino alla superficie e questo bastava alla pianta.
C'è anche chi coltiva in idroponica totale e a quanto pare va bene.

In conclusione posso offrire la mia esperienza pratica. Ho Phal in corteccia grossa, in sfagno e su zattera di sughero coperta di fbra di cocco. Stanno tutte bene. Lo sfagno in teoria permette di innaffiare con minor frequenza. In pratica non è così perché lo sfagno va al massimo inumidito. Rispetto alla corteccia si salta qualche innaffiatura e basta.
Su zattera e fibra di cocco bisogna bagnare ogni giorno, in media in inverno, due o più volte in estate: è un impegno non da poco perché non ci si può assentare per una settimana. Con sfagno o corteccia si innaffia bene, si abbassano le persiane e non succede niente. Le Phal su zattera sono visibilmente sofferenti, le radici si fermano e la pianta stenta a ripartire.
La corteccia fina non risolve perché al centro del vaso bisogna mettere un vasetto rovesciato o un sasso perché altrimenti al centro nei vasi grandi le radici dopo un anno sono marce perché di riffe o di raffe non ci si regola mai bene con le innafiature. Con il vasetto o sasso il volume della corteccia è poco e alla fine si innaffia quasi come la corteccia grossa.
Alla fine, in appartamento, la corteccia dura da 2-3 cm e vaso in plastica trasparente è la soluzione più pratica, meno costosa e fuori dalla zona di "rischio" anche dopo tre-quattro anni. Ma dopo tre anni spesso la pianta è cresciute fuori dal vaso e va rinvasata e allora si sostituisce la corteccia.
La coltivazione su zattera è "speciale" , le zattere possono essere appese ai lati di una finestra guadagnando spazio, però poi in vacanza bisogna portarsela dietro....

Ciao

Carlo
 
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