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Ma è vero che l'oleandro è velenoso?

Gio72

Aspirante Giardinauta
E per il compost?

Posso aggiungere che l'oleandro in forma di estratto acquoso (soluzione filtrata di macerato di foglie finemente tritate e lasciate in ammollo per 24 h) è stato testato contro l'oziorrinco confidando in una azione repellente dei succhi ad alto tenore di glucidi di questa pianta. Ha vinto l'oziorrinco con uno score del 78% (direi alla grande!)

Alessandro, non ho capito nulla! Che c'entra lo "zio enrico" con l'oleandro? :)
A parte gli scherzi, per chi (come me) non sa cos'è l'oziorrinco, ecco qui un link utile.

Ed ecco qui un'altra domanda: ma la potatura dell'oleandro si può usare (magari tritata) per il compostaggio, da usare nel giardino E nell'orto?

Buona giornata a tutti!
 
M

mammagabry

Guest
A me mio padre raccontava che teneva lontani gli scarafaggi!
E adesso capisco il perche',mica fessi gli scarafaggi.
 

Vincenzo VA

Florello
e VINCENZO, nella casistica dei vari centri antiveleni l'avvelenamento pediatrico da oleandro è inesistente......

A quali centri ti riferisci?
Inesistente? Non direi.
Forse intendevi dire che ci sono rari casi fatali...l'importante è che il raro caso fatale non sia il propro figlio.
Scusami, sai, ma ho passato molto tempo a vigilare che i miei figli non mangiassero fiori e foglie di oleandro, quando erano piccoli.

Dal sito del Centro Antiveleni di Firenze:

EpidemiologiaLe fonti principali di notizie relative all'epidemiologia delle intossicazioni, vere o presunte, da tossine vegetali sono i dati pubblicati dai Centri Antiveleni, che però fatalmente non registrano il non trascurabile numero dei casi trattati direttamente dai medici di famiglia e dai farmacisti.
Le intossicazioni da piante costituiscono il 4.8 - 6.6 % del numero totale delle richieste di informazioni relative ad avvelenamenti, nelle casistiche armonizzate dei Centri Antiveleni Italiani relative all'ultimo decennio. Dati simili sono estrapolabili sia dall'analisi dei dettagliati Annual Reports della APCC (American Association of Poison Control Centers), da cui emerge che nel 2002 il numero di chiamate giunte risultano circa il 3.6 % del totale (84.578 su 2.380.028), sia dalle statistiche fornite annualmente dai Centri Antiveleni Europei. Dati altrettanto omogenei sono quelli indicativi sia dell'età dei pazienti Intossicati, in quanto in circa l'80% dei casi trattasi di bambini al di sotto dei 5 anni, sia di come le piante di appartamento rappresentino la maggiore fonte di esposizione. Fortunatamente la maggior parte di questi incidenti (80%) rimane asintomatica, mentre nel 15% risultano soltanto effetti minori da irritazione delle mucose orofaringee e gastrointestinali. Nel 7% dei casi è necessario ricorrere ad un approccio medico, ma in meno dell'1% sono osservabili segni di transitori (ipertermia, ipotensione, disorientamento) di intossicazione sistemica. In realtà poche specie botaniche (Nerium oleander, Digitalis purpurea, Ricinus communis, Cicuta maculata, Solanum pseudocapsicum, Nicotiana glauca, Datura stramonium, Veratrum spp, Senecio longilobus, Colchicum autumnale etc.) sono in grado di indurre una intossicazione grave (0.02% dei casi) e rari (0.001%) sono i casi fatali riportati annualmente nelle casistiche internazionali. Il relativo impatto clinico delle intossicazioni da piante emerge dal confronto con i dati relativi al totale generale delle intossicazioni, che indicano un'incidenza di quadri clinici minori nel 22.3% dei casi, moderati nel 2.3%, gravi nel 0.3%, mortali nel 0.04%.

Questo è il sito...ma è il primo che ho aperto

http://www.antiveleni.altervista.org/piante/index.html

Certamente ci sono dati più interessanti negli Annual Reports della APCC.
 
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S

scardan123

Guest
Come la vedete abbinata a dell'ibiscus?

Li vedo molto bene, li ho anch'io in giardino :D : fiori e zero manutenzione, vivono della pioggia, non si ammalano, sono colorati e perfettamente autosufficienti (mi riferisco all'ibisco di tipo siriaco)

Quanto alla tossicità, moltisisme piante sono velenose, ma solo se le pappi :food: ! Mica vai a mangiare piante che non conosci, no?

Se hai bambini piccoli, basta una piccola rete intorno, che tra l'altro finché la pianta è piccola aiuta anche a non falciarla via col tosaerbe o col decespugliatore per errore.
Comunque molte delle piante velenose hanno anche un saporaccio o spine o comunque altre adifese oltre al veleno per non farsi mangiare. Ben poche sono così subdole da essere tenere, gustose e velenose!

PS: anche alcune delle piante con i cui semi a volte si vendono dei braccialettini "etnici" sono velenose, ma mica li mangi! E anche molte delel cose che hai in casa sono velenose, a iniziare dai prodotti per lucidare i metalli, ma mica te li bevi, no? Basta insegnare ai bambini che sono cose da non smanazzare/sbevazzare e non c' nessun problema.
 

Gio72

Aspirante Giardinauta
Li vedo molto bene, li ho anch'io in giardino :D : fiori e zero manutenzione, vivono della pioggia, non si ammalano, sono colorati e perfettamente autosufficienti (mi riferisco all'ibisco di tipo siriaco)

Quanto alla tossicità, moltisisme piante sono velenose, ma solo se le pappi :food: ! Mica vai a mangiare piante che non conosci, no?

Punto uno: Grazie e condivido che si abbinano bene
Punto due: peccato, niente insalata di oleandro! :)
 
R

Ruggero83

Guest
Anchio ho cercato in giro riguardo la tossicità dell'oleandro.

Le indicazioni sono:
1- non mangiarlo
2- non farci nulla alla brace
3- non usarlo per fare il fuoco perchè è tossico anche il fumo
4- non concimarci nulla e stare attenti alla terra dove cola la linfa

Poi voglio dire, è velenoso no? Perchè farci questo e quello?
 

kiwoncello

Master Florello
A quali centri ti riferisci?
Inesistente? Non direi.
Forse intendevi dire che ci sono rari casi fatali...l'importante è che il raro caso fatale non sia il propro figlio.
Scusami, sai, ma ho passato molto tempo a vigilare che i miei figli non mangiassero fiori e foglie di oleandro, quando erano piccoli.

Dal sito del Centro Antiveleni di Firenze:

EpidemiologiaLe fonti principali di notizie relative all'epidemiologia delle intossicazioni, vere o presunte, da tossine vegetali sono i dati pubblicati dai Centri Antiveleni, che però fatalmente non registrano il non trascurabile numero dei casi trattati direttamente dai medici di famiglia e dai farmacisti.
Le intossicazioni da piante costituiscono il 4.8 - 6.6 % del numero totale delle richieste di informazioni relative ad avvelenamenti, nelle casistiche armonizzate dei Centri Antiveleni Italiani relative all'ultimo decennio. Dati simili sono estrapolabili sia dall'analisi dei dettagliati Annual Reports della APCC (American Association of Poison Control Centers), da cui emerge che nel 2002 il numero di chiamate giunte risultano circa il 3.6 % del totale (84.578 su 2.380.028), sia dalle statistiche fornite annualmente dai Centri Antiveleni Europei. Dati altrettanto omogenei sono quelli indicativi sia dell'età dei pazienti Intossicati, in quanto in circa l'80% dei casi trattasi di bambini al di sotto dei 5 anni, sia di come le piante di appartamento rappresentino la maggiore fonte di esposizione. Fortunatamente la maggior parte di questi incidenti (80%) rimane asintomatica, mentre nel 15% risultano soltanto effetti minori da irritazione delle mucose orofaringee e gastrointestinali. Nel 7% dei casi è necessario ricorrere ad un approccio medico, ma in meno dell'1% sono osservabili segni di transitori (ipertermia, ipotensione, disorientamento) di intossicazione sistemica. In realtà poche specie botaniche (Nerium oleander, Digitalis purpurea, Ricinus communis, Cicuta maculata, Solanum pseudocapsicum, Nicotiana glauca, Datura stramonium, Veratrum spp, Senecio longilobus, Colchicum autumnale etc.) sono in grado di indurre una intossicazione grave (0.02% dei casi) e rari (0.001%) sono i casi fatali riportati annualmente nelle casistiche internazionali. Il relativo impatto clinico delle intossicazioni da piante emerge dal confronto con i dati relativi al totale generale delle intossicazioni, che indicano un'incidenza di quadri clinici minori nel 22.3% dei casi, moderati nel 2.3%, gravi nel 0.3%, mortali nel 0.04%.

Questo è il sito...ma è il primo che ho aperto

http://www.antiveleni.altervista.org/piante/index.html

Certamente ci sono dati più interessanti negli Annual Reports della APCC.

Scusami Vincenzo, non voglio fare il puntiglioso ma se leggi meglio quanto scritto ti renderai conto del fatto che vi viene indicato come l'impatto clinico delle intossicazioni vegetali nel suo insieme sia minimo e che inoltre l'oleandro vi viene considerato insieme con altre essenze anche ben più tossiche come potenziale fonte di intossicazione ma non precisamente additato come frequente causa di avvelenamenti. Almeno è quanto mi consta visto anche che l'argomento è pane per i miei denti.
 

Vincenzo VA

Florello
Io non ho mai detto che è frequente causa di avvelenamento, tu invece affermi che "nella casistica dei vari centri antiveleni l'avvelenamento pediatrico da oleandro è inesistente".
Il riferimento che ho indicato (ma è solo un esempio) nega questo fatto...se poi dobbiamo basarci sui casi che capitano a te personalmente nel tuo ambito lavorativo...scusami sai, ma mi sembra che una simile indagine statistica utilizzi un campione decisamente troppo ristretto.
E' noto che i morti per avvelenamento da piante sono spesso persone anziane che raccolgono e mangiano "verdure" che credono commestibili, ma ciò non significa che i bambini siano esenti da pericoli.
 
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scardan123

Guest
ragazzi adesso non mettetevi a battibeccare su fenomeni che comunque hanno un'incidenza statistica talmente bassa da essere rumore. Se anche i casi non sono zero possiamo comunque approssimarli a zero: 0,001% vuol dire 1 su centomila i casi mortali sul totale (già di per sé scarso) dei casi. Mi sembra siate d'accordo entrambi se diciamo che i casi mortali sono super-rarissimi, zero o praticamente zero.

Penso infatti che comunque abbiamo chiarito il punto a chi ha fatto la domanda iniziale da cui è partito il topic: l'oleandro è velenoso, ma non per questo averne uno in giardino rappresenta un pericolo. Statisticamente è più probabile morire scivolando in bagno.

Gli oleandri non mordono, quindi basta non andare a morderli.
 
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cipca

Aspirante Giardinauta
Ciao a tutti, ho trovato questo sito navigando come una matta!!!
Ho un problema...nel mio terrazzo ho un sacco di piante ma ho anche un sacco di bestiole per casa; quattro gatti, dieci tarta e un furetto. Il problema è questo: ho scoperto navigando navigando che ho un sacco di piante velenose o tossiche; nei siti in generale ci sono degli elenchi di piante dannose ma non c'è il corrispettivo elenco di piante innocue. i gatti non sono scemi ma ogni tanto vedo il mio Beniamino che si mangia le foglie del bambù nano sigh...devo toglierlo vero? per quanto riguarda le tarta non arrivano a mangiare le mie amichette ma potrebbero ingoiare qualche seme (o bacche) caduto da esemplari tipo lantana, bosso o bella di notte.
AAAAhrrrrgggh!!!! Voglio il verdeeeeee!!!! Che faccio? Sapete dove posso trovare un elenco di piante possibili? Amo le siepi più che i fiori.
Grazie grazie
 
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scardan123

Guest
Beh, piante velenose ce ne sono tantissime, ma poche sono mortali, e spesso servono dosi enormi, assurde, per uccidere animali grandi come una mucca o un umano. Si parla di LD (letal dosis).

E' più semplice se fai un elenco delle piante che hai e vediamo se e quanto sono velenose. COmunque io vivo in campagna, ci sono molti animali miei e di altri in zona e selvatici (gatti, cani, galline, ricci, gazze, picchi, cardellini, etc): mai visto nessuno di loro ucciso da una pianta.
Qui comunque trovi un elenco, anche se non esaustivo comunque è meglio che niente; però la tossicità delle piante qui in lista varia tantissimo! Alcune sono pericolosissime, come l'abrus precatorius e la cicuta, moltissime altre al massimo ti fanno mal di pancia se ne mangi una insalatona. Spesso però le piante velenose hanno anche un saporaccio.


Abrus precatorius
Acer rubrum
Aconitum napellus
Aesculus glabra
Aesculus hippocastanum
Agrostemma githago
Ailanthus altissima
Allamanda cathartica
Allium canadense
Allium cepa
Allium sativum
Allium schoenoprasum
Aloe arborescens
Aloe barbadensis
Alstroemeria ligtu
Amaranthus blitoides
Amaranthus hybridus
Amaranthus retroflexus
Amaryllis belladonna
Amaryllis vittata
Amelanchier alnifolia
Amsinckia intermedia
Anagallis arvensis
Anthurium andraeanum
Apocynum androsaemifolium
Apocynum cannabinum
Arisaema triphyllum
Armoracia rusticana
Asarum canadense
Asclepias speciosa
Asclepias syriaca
Asclepias verticillata
Asimina triloba
Astragalus adsurgens
Astragalus bisulcatus
Astragalus canadensis
Astragalus lentiginosus
Astragalus miser
Avena sativa
Baptisia leucantha
Baptisia tinctoria
Barbarea vulgaris
Bassia hyssopifolia
Brassaia actinophylla
Brassica campestris
Brassica juncea
Brassica napus
Brassica oleracea
Caladium bicolor
Calla palustris
Cannabis sativa
Caulophyllum thalictroides
Centaurea repens
Centaurea solstitialis
Cephaelis ipecacuanha
Ceratocephalus testiculatus
Chelidonium majus
Chenopodium album
Chrysanthemum indicum
Chrysothamnus nauseosus
Cicuta douglasii
Cicuta maculata
Cicuta virosa
Clivia miniata
Codiaeum variegatum
Colchicum autumnale
Conium maculatum
Convallaria majalis
Croton Tiglium
Cucumis colocynthis
Cyclamen persicum
Cynoglossum officinale
Cypripedium acaule
Cypripedium calceolus
Cypripedium reginae
Daphne cneorum
Daphne laureola
Daphne mezereum
Datura innoxia
Datura stramonium
Delphinium bicolor
Delphinium glaucum
Delphinium menziesii
Descurainia pinnata
Dicentra canadensis
Dicentra cucullaria
Dicentra formosa
Dictamnus albus
Dieffenbachia amoena
Dieffenbachia bausei
Dieffenbachia maculata
Dieffenbachia seguine
Digitalis purpurea
Dirca palustris
Echium vulgare
Equisetum arvense
Equisetum palustre
Erysimum cheiranthoides
Euonymus atropurpureus
Euonymus europaeus
Eupatorium rugosum
Euphorbia cyparissias
Euphorbia esula
Euphorbia helioscopia
Euphorbia lactea
Euphorbia lathyris
Euphorbia milii
Euphorbia peplus
Euphorbia pulcherrima
Euphorbia tirucalli
Fagopyrum esculentum
Galanthus nivalis
Ginkgo biloba
Glechoma hederacea
Gloriosa superba
Glyceria grandis
Gutierrezia sarothrae
Gymnocladus dioicus
Hedera helix
Helenium autumnale
Helenium flexuosum
Helianthus annuus
Heliotropium curassavicum
Heracleum mantegazzianum
Humulus lupulus
Hyacinthoides nonscripta
Hydrangea macrophylla
Hymenoxys richardsonii
Hyoscyamus niger
Hypericum perforatum
Ilex aquifolium
Ilex opaca
Ipomoea tricolor
Iris pseudacorus
Iris versicolor
Iva xanthifolia
Juglans nigra
Kalanchoe daigremontiana
Kalmia angustifolia
Kalmia polifolia
Kochia scoparia
Laburnum anagyroides
Lactuca scariola
Lantana camara
Laportea canadensis
Lathyrus odoratus
Lathyrus sativus
Leonurus cardiaca
Ligustrum vulgare
Linaria vulgaris
Lobelia cardinalis
Lobelia inflata
Lobelia siphilitica
Lonicera tatarica
Lonicera xylosteum
Lupinus argenteus
Lupinus burkei
Lupinus polyphyllus
Lupinus pusillus
Lupinus sericeus
Maclura pomifera
Mangifera indica
Medicago sativa
Melilotus alba
Melilotus officinalis
Menispermum canadense
Menziesia ferruginea
Monstera deliciosa
Narcissus poeticus
Narcissus pseudonarcissus
Nerium oleander
Nicotiana tabacum
Nux vomica
Onoclea sensibilis
Ornithogalum umbellatum
Oxytropis lambertii
Oxytropis sericea
Papaver nudicaule
Papaver orientale
Papaver rhoeas
Papaver somniferum
Parthenocissus quinquefolia
Pastinaca sativa
Persea americana
Phacelia campanularia
Phalaris arundinacea
Philodendron cordatum
Philodendron scandens
Phoradendron flavescens
Physalis alkekengi
Physalis peruviana
Phytolacca americana
Pinus ponderosa
Podophyllum peltatum
Primula obconica
Prunus pensylvanica
Prunus serotina
Prunus virginiana
Pteridium aquilinum
Quercus alba
Quercus rubra
Quercus velutina
Ranunculus bulbosus
Ranunculus sceleratus
Raphanus raphanistrum
Raphanus sativus
Rhamnus cathartica
Rhamnus frangula
Rheum rhaponticum
Rhododendron albiflorum
Rhododendron macrophyllum
Rhus diversiloba
Rhus radicans
Rhus vernix
Ricinus communis
Robinia pseudoacacia
Rudbeckia laciniata
Rudbeckia serotina
Rumex acetosa
Rumex acetosella
Rumex venosus
Sambucus canadensis
Sambucus nigra
Sarcobatus vermiculatus
Scilla siberica
Semen contra
Senecio integerrimus
Senecio jacobaea
Senecio vulgaris
Sinapis arvensis
Solanum dulcamara
Solanum nigrum
Solanum pseudocapsicum
Solanum tuberosum
Solidago mollis
Sorghum bicolor
Sorghum halepense
Sorghum sudanense
Suckleya suckleyana
Symphoricarpos albus
Symphytum asperum
Symphytum officinale
Symplocarpus foetidus
Tanacetum vulgare
Taxus baccata
Taxus canadensis
Taxus cuspidata
Thermopsis rhombifolia
Thlaspi arvense
Trifolium hybridum
Trifolium pratense
Trifolium repens
Triglochin maritima
Triglochin palustre
Tulipa gesneriana
Urtica dioica
Veratrum viride
Viburnum opulus
Vicia faba
Vicia sativa
Vicia villosa
Wisteria floribunda
Xanthium strumarium
Zigadenus elegans
Zigadenus venenosus
 
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cipca

Aspirante Giardinauta
Allora..per ora ti posso dire quelle di cui conosco il nome,di altre non me lo ricordo sigh! devo imparare a sapere prima il nome, poi controllare e poi nel caso comperare.:martello:
Lantana
Bambù nano
Ginepro
bella di notte
begliuomini
biancospino
petti d'angelo
calluna
Sto facendo la foto ad altre tre piante, poi le metto; di loro non mi ricordo il nome.
Grazie sei un angelo
P.S. metto una foto per post per non appesantire? Va bene se le metto tramite imageshake (spero si scriva così)?
 

Vincenzo VA

Florello
La velenosità delle piante non è un fatto casuale come non lo è la capacità degli animali di evitare gli avvelenamenti: le due cose sono il risultato di un percorso evolutivo iniziato milioni di anni fa e ancora in corso.
Gli adattamenti degli animali sono spesso facilmente osservabili e comprensibili perchè abbastanza evidenti. Ad esempio tutti sanno che i carnivori predatori hanno denti lunghi e affilati e che le prede sono invece spesso dotate di agilità e velocità per fuggire.
Nessuno fatica a comprendere una simile informazione.
Meno immediata è la comprensione della ragione per cui le piante spesso sono velenose.
Ebbene, la velenosità delle piante si configura quasi sempre come un adattamento finalizzato ad evitare la defoliazione da parte di animali che altrimenti le divorerebbero :food: completamente, uccidendole.
E’ interessante notare che le piante possono benissimo avere foglie velenose e produrre frutti perfettamente commestibili poiché un altro obiettivo evolutivo importante è quello di favorire al massimo la disseminazione spesso ottenuta proprio con l’aiuto degli animali. Insomma, la pianta può avere foglie velenose per evitare di farsele mangiare, ma produrre frutti dolci, colorati e profumati in modo che gli animali li mangino portando lontano i semi e favorendo l’affermazione biologica di quel vegetale. Non so se mi sono spiegato: una stessa pianta adotta un espediente per non far mangiare le foglie un altro per far mangiare i frutti e far portare in giro i semi.
Una raffinatezza che le piante usano è la capacità di ottenere situazioni diverse anche a breve tempo di distanza: ad esempio, alcuni frutti acerbi oltre ad avere un cattivo sapore, sono tossici; quando diventano maturi sono commestibili. La pianta infatti non ha interesse a far mangiare un frutto acerbo nel quale i semi non sono ancora pronti.
Questo meccanismo ovviamente non è attuato dalle piante nè in modo volontario nè cosciente. Diversamente da quello che credono molti (romantici) :love: giardinauti, le piante non possiedono alcun tipo di sistema nervoso :crazy: e quindi non sono in grado di effettuare alcune ragionamento. Sì, amici, le piante sono coscienti del loro status di esseri viventi al pari o anche meno del vostro piede sinistro: se danneggiate un vegetale, soffre...ma non si cat: arrabbia, non dice :angue: parolacce, non vi odia.
E allora come avviene il processo che porta una pianta a diventare velenosa nel corso dell’evoluzione?
Senza addentrarmi in questioni troppo tecniche e semplificando al massimo, si può dire che le sostanze presenti nei vegetali per normali ragioni metaboliche di funzionamento e di sopravvivenza, qualora risultino dannose (velenose) per gli animali, possono favorire la sopravvivenza delle piante evitando la defoliazione. Le piante che contengono tali sostanze, risultano favorite e possono essere “selezionate favorevolmente” dalla natura riuscendo quindi a superare la barriera del tempo.
Dopo milioni di anni le piante contengono veleni efficaci contro gli animali esistenti intorno a loro. :ciglione:
Curiosità: il gusto stesso degli animali, evolvendosi anch’esso ed essendo finalizzato a permettere la scelta dei cibi per consentire la sopravvivenza, si adatta alla situazione.
E’ quindi errato dire che le piante velenose hanno anche un saporaccio; bisognerebbe dire: le sostanze velenose delle piante, sono “associate” dal cervello degli animali a sapori sgradevoli per evitare che queste sostanze siano mangiate causando danni.
(Anche il riconoscimento del potere calorico di un cibo si è evoluto col tempo: le cose buone sono caloriche...o meglio, il nostro cervello associa un sapore gradevole a ciò che è nutriente e favorisce la sopravvivenza. Peccato che un’altra parte del cervello oggi vuole fare la dieta!)
Come ho già detto, l’acquisizione del concetto di sapore gradevole, purtroppo, non avviene sempre sin dalla nascita. I bambini impegano alcuni anni per capire che la candeggina non ha un buon sapore.
Qui si inserisce il discorso della conoscenza istintiva e culturale dei sapori.
La conoscenza istintiva c’è dalla nascita. Una sostanza amara di solito non è gradita ad un bambino. Se provate a dare un ciuffo d’erba ad una capra, potrete notare che la capra, usando la lingua, scarta l’erba che non gradisce e mangia quella che per lei è buona. Come fa? In parte lo fa istintivamente, in parte ha imparato osservando la madre che brucava. Allo stesso modo gli umani istintivamente rifiutano alcuni vegetali amari, ma sono capaci di scartarne altri, magari gradevoli e velenosi, perchè hanno imparato a riconoscerli come pericolosi.
Potrei fare mille esempi: i gorilla, l’elefante, il cavallo... scelgono sia istintivamente sentendo il sapore sia imparando nel corso di anni. Molti erbivori fanno vere lezioni ai propri figli e li puniscono :martello2 se non ascoltano: la sopravvivenza prima di tutto.
L’ultima cosa che voglio chiarire è questa: gatti, cani, galline, ricci, gazze, picchi e cardellini...e aggiungo lumache, anfibi....non sono uguali e non hanno caratteristiche comparabili.
Mi spiego.
Ogni animale ha caratteristiche sue ottenute nel corso dell’evoluzione.
Un esempio diverso.
La talpa scava sotto terra. Nella terra è ampiamente diffuso il clostridium tetani che causa il tetano. La talpa non muore con 750 dosi letali di tossina tetanica: la tossina che potrebbe uccidere 750 uomini, non uccide una piccola talpa. L’evoluzione della talpa ha selezionato favorevolmente le talpe capaci di sopportare dosi enormi di questa tossina.
Allo stesso modo, non è guardando i cardellini in salute che posso applicare all’uomo il concetto di commestibilità di una pianta.
Nelle piante sono presenti sostanze, non necessariamente tossiche in partenza, che ingerite da animali possono determinare effetti nocivi o essere trasformate in sostanze che determinano effetti nocivi.
Ciascun animale ha le sue caratteristiche metaboliche e...un suo fegato diverso da quello di altri animali.
Credo che sia ovvio il fatto che nessuno di noi sopravviverebbe se seguisse la capretta di cui parlavo prima e mangiasse ciò che mangia lei.
Alcuni uccelli si cibano abitualmente di bacche che causano la morte dell’uomo in poche ore.
Figuratevi che alcuni improvvisati cercatori di funghi, guardano se il fungo è stato mangiato da qualche lumaca, come se il fatto in sè potesse escludere la velenosità del fungo!
La lumaca forse sta benissimo, essendo diversa dall’uomo...o forse è morta a 10 metri di distanza....alla faccia di chi non ha visto mai morire ricci, picchi e cardellini.
Tanto per fare un esempio tra i mille: la pianta sudafricana Dichapetalum cymosum causa convulsioni e morte dei numerosi animali che la ingeriscono, nel giro di un’ora. Il fluoracetato contenuto nelle foglie è usato industrialmente per produrre veleno per i topi che ne sono ghiotti.
Ho parlato forse con troppa ironia e me ne scuso, ma volevo fare un po’ di chiarezza su un tema importante che almeno noi giardinauti dovremmo affrontare con un po’ di attenzione, senza cadere nelle banalità che si sentono dire alla fermata del bus. :Saluto:
 
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Vagabonda

Florello Senior
voglio aggiungere una mia personale esperienza diretta; il mio cane ha morso,giocando, per 3 volte un ramo di oleandro. DOpo pochi istanti ha cominciato ad avere bava e schiuma. Ma si è limitato a quello, con un po' di acqua bevuta ha eliminato l'eccesso di bava e non ha mai avuto altri effetti. Certo è che sarebbe meglio evitare. Conosco casi di cani che hanno ingerito alcune foglie di piante (come ad esempio il "falso" gelsomino, non so il nome esatto) e che hanno sviluppato problemi gravi al fegato.
 

gabriele'78

Giardinauta Senior
ci hanno fatto pure un film sulla velenosità dell'oleandro!
nessuno di voi ha visto il film di Michelle Pfeiffer " White Oleander " ? :ciglione: :ciglione:
 
S

scardan123

Guest
...morale: tutti a casa mia per una bella insalatona!!! Mi raccomando: portate le suocere e i cani dei vicini!!!
 

cipca

Aspirante Giardinauta
ciao vincenzo, tutto quello che hai scritto lo sapevo o lo potevo intuire.
sono d'accordissimo con te, ci devono essere piante velenose e no, ma scusa mi sento proprio molto cretina se comperando una pianta da mettere sul mio terrazzo che se pur grande è limitato e tenerla a disposizione di mici e tartarughe.
il mio gatto Beniamino non è un panda e scambia il bambù con l'erba. Certo tu dirai "e che l'hai comperato a fare?" Non ci ho pensato ed inoltre fino a pochi mesi fa lui lo ignorava mentre adesso se lo mangia come se non ci fosse la sua erbetta a disposizione.
Una tartaruga ha chilometri di terreno e probabilmente non incontrerà mai nel suo habitat le piante che ho messo io, o se le incontra probabilmente non ingoierà i semi o le bacche perchè vanno nella terra e non sono a portata di bocca.
Quindi, concludendo, io vorrei solo sapere quali sono le piante che posso tenere senza avere apprensione per i miei beniamini.
Nei vivai quando chiedo se la pianta che desidero può essere nociva per qualche animale non sanno rispondermi.
Esempio: quando ho comperato il Buxus nessuno nel vivaio mi ha detto che è pericoloso (in un sito che ho trovato consigliano addirittura di trattarlo coi guanti...in tutti i sensi)
Nei siti, se digiti piante velenose, c'è solo l'elenco delle tossiche , solo in uno c'era anche quello delle consentite ma riguardava i pappagalli. e come dici tu non tutti gli animali sono uguali.
 
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