Alessandro2005
Esperto in Fitopatologie
L'oziorrinco furioso
La fuga di Angelica - Canto I, parte 2^
Il cavaliere giunto alla riviera è Sacripante, re di Circassia, il quale afflitto sospira e invoca il vago oggetto dei suoi desideri, che manco a farlo apposta è la bella e inconsapevole Angelica. Nascosta, ella spia tra tra le fronde fiorite
il giovine Saracino
studiando se 'farselo amico'
Cavatina di Angelica http://www.youtube.com/watch?v=BysvxpzzxtM&mode=related&search=
Pur tra quei boschi il ritrovarsi sola
le fa pensar di tor costui per guida;
se questa occasion or se ne invola,
non troverà mai più scorta sì fida.
Ma in questo mezzo un gran rumore che suona
dal vicin bosco, l'orecchio le rintrona.
Ecco pel bosco un cavalier venire,
di nero e d'oro è il suo vestire.
Sacripante non sopporta l'arrivo dell'intruso, che si rivelerà in un secondo tempo essere Bradamante la donna guerriera, e lo sfida...
Non si vanno i leoni o i tori in salto
a dar di petto, ad accozzar sì crudi
come li dui guerrier al loro assalto:
che parimenti si passar gli scudi.
L'incognito campion che restò ritto,
e vide l'altro col cavallo in terra,
stimando avere assai da quel conflitto,
non si curò di rinnovar la guerra.
Angelica, dopo aver rincuorato l'ancor più sconsolato Sacripante rimasto solo stordito dal disarcionamento, riprende la fuga per le lande di Guascogna; ma il suo cavallo s'imbizzarrisce e galoppa e nuota freneticamente tra mare e terra: ella non può far altro che tenersi salda in sella raccogliendo le vesti inzuppate dagli spruzzi del mare. Finalmente in cavallo si acqueta e la riporta, spossata, a terra, in luogo selvaggio sul calar delle tenebre.
Tra scuri sassi e spaventose grotte
già cominciando ad oscurar la notte;
ella tenea le vesti in su raccolte
per le spalle le chiome iva disciolte.
Oh! miser donzelle che trasporta
Fortuna ingloriosa al lito infausto,
dove genti van dal mare a costa
per far de le straniere olocausto.
Povera Angelica, finita sulle coste dirimpettaie dell'isola Ebuda, abitata da crudeli pirati che la catturano e infine la incatenano ad uno scoglio per offrila come vergine vittima sacrificale al terribile Mostro marino. Ma nel preciso momento in cui la bestia sorge dalle acqua, ecco che si trova a passar proprio di lì, volando sull'ippogrifo di ritorno da una missione in Angleterra per conto di Carlo Magno, il paladino Ruggiero...
Quindi Ruggier, poi che di blanda in blanda,
vide gli Inglesi, andò in Irlanda.
E nel passar vide, mirando in basso,
Angelica legata al nudo sasso.
Ecco che appare lo smisurato Mostro
mezzo ascoso ne l'onde e mezzo sorto.
La donna è mezza morta di paura,
né per conforto altrui si rassicura.
(Con prossimo fascicolo ci sarà in omaggio CD con l'Orlando Furioso di Vivaldi...approfittatene!!!)
La fuga di Angelica - Canto I, parte 2^
Il cavaliere giunto alla riviera è Sacripante, re di Circassia, il quale afflitto sospira e invoca il vago oggetto dei suoi desideri, che manco a farlo apposta è la bella e inconsapevole Angelica. Nascosta, ella spia tra tra le fronde fiorite
il giovine Saracino
studiando se 'farselo amico'
Cavatina di Angelica http://www.youtube.com/watch?v=BysvxpzzxtM&mode=related&search=
Pur tra quei boschi il ritrovarsi sola
le fa pensar di tor costui per guida;
se questa occasion or se ne invola,
non troverà mai più scorta sì fida.
Ma in questo mezzo un gran rumore che suona
dal vicin bosco, l'orecchio le rintrona.
Ecco pel bosco un cavalier venire,
di nero e d'oro è il suo vestire.
Sacripante non sopporta l'arrivo dell'intruso, che si rivelerà in un secondo tempo essere Bradamante la donna guerriera, e lo sfida...
Non si vanno i leoni o i tori in salto
a dar di petto, ad accozzar sì crudi
come li dui guerrier al loro assalto:
che parimenti si passar gli scudi.
L'incognito campion che restò ritto,
e vide l'altro col cavallo in terra,
stimando avere assai da quel conflitto,
non si curò di rinnovar la guerra.
Angelica, dopo aver rincuorato l'ancor più sconsolato Sacripante rimasto solo stordito dal disarcionamento, riprende la fuga per le lande di Guascogna; ma il suo cavallo s'imbizzarrisce e galoppa e nuota freneticamente tra mare e terra: ella non può far altro che tenersi salda in sella raccogliendo le vesti inzuppate dagli spruzzi del mare. Finalmente in cavallo si acqueta e la riporta, spossata, a terra, in luogo selvaggio sul calar delle tenebre.
Tra scuri sassi e spaventose grotte
già cominciando ad oscurar la notte;
ella tenea le vesti in su raccolte
per le spalle le chiome iva disciolte.
Oh! miser donzelle che trasporta
Fortuna ingloriosa al lito infausto,
dove genti van dal mare a costa
per far de le straniere olocausto.
Povera Angelica, finita sulle coste dirimpettaie dell'isola Ebuda, abitata da crudeli pirati che la catturano e infine la incatenano ad uno scoglio per offrila come vergine vittima sacrificale al terribile Mostro marino. Ma nel preciso momento in cui la bestia sorge dalle acqua, ecco che si trova a passar proprio di lì, volando sull'ippogrifo di ritorno da una missione in Angleterra per conto di Carlo Magno, il paladino Ruggiero...
Quindi Ruggier, poi che di blanda in blanda,
vide gli Inglesi, andò in Irlanda.
E nel passar vide, mirando in basso,
Angelica legata al nudo sasso.
Ecco che appare lo smisurato Mostro
mezzo ascoso ne l'onde e mezzo sorto.
La donna è mezza morta di paura,
né per conforto altrui si rassicura.
(Con prossimo fascicolo ci sarà in omaggio CD con l'Orlando Furioso di Vivaldi...approfittatene!!!)
