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Libri deludenti

Tabby

Aspirante Giardinauta
Un libro che proprio non mi è piaciuto....mmmm....
è ... "il giardino dei Finzi-Contini"..che noiaaa..dovuto leggere per la scuola
 

giulia67

Maestro Giardinauta
Anch'io come Anna 1983 ho trovato deludenti i libri scritti da comici...mai più! Per quanto riguarda La solitudine dei numeri primi (una tristezza!!!) non so se posso dire di essere delusa perchè...è colpa mia..l'ho letto nonostante il titolo mooolto esplicativo (mai titolo fu così azzeccato..tra l'altro). Un libro che ha veramente deluso le MIE aspettative invece, è stato ...Cent'anni di solitudine. Tanto di cappello a Màrquez ma non ho apprezzato. La lettura mi risultava difficile...troppi personaggi con nomi simili..ho dovuto rileggere molte volte le stesse pagine. Comunque l'ho tenuto sul comodino per tanto di quel tempo che alla fine...mi ci ero affezionata!!!!
 

Olmo60

Guru Master Florello
Cara Olmo, se non ti piace come scrivo, non leggermi, forse eviti il maldistomaco o voltastomaco, come preferisci.
E' evidente che leggo molto ma non ho imparato a scrivere, se pur santa ho i miei limiti

Ma dai!!! Stai al gioco, per una volta....:froggie_r...a me hanno fatto "pelo e contropelo" per due verbi che in definitiva erano pure giusti, ma sai....Finni aveva ragione ugualmente: era il "se" che stonava...proprio una brutta frase (anche se corretta nel contenuto): la mia come la tua era scritta male....tutto qui...solo che a te Finni non lo dice (eh!eh!eh!) ma io lo perdono...:love:...poi ti dico che mi diverte leggerti: non ho altri a cui fare le pulci...se non qualche volta a paOla...vi manca l'ironia e allora, visto che sei onnivora, mi sento di consigliarti Raymond Queneau e nello specifico "Esercizi di stile" tradotto da Umberto Eco: è esilarante
e colto: un episodio di vita quotidiana, di sconcertante banalità, e 99 variazioni sul tema, in cui la storia viene ridetta mettendo alla prova tutte le figure retoriche e i diversi generi letterari (dall'epico al drammatico, dal racconto gotico alla lirica giapponese) in un gioco linguistico che fa scompisciare dal ridere...da questo librettino, tutto il teatro moderno è stato influenzato...mica poco...Queneau era "matto" come un cavallo!!!!..( sicuramente Finni e Cheguevilla lo conoscono..)..se poi rimarrai delusa, lo metterai in questa discussione..:tupitupi:
 
Ultima modifica:

Picantina

Fiorin Florello
Forse la cosa migliore è non affidarsi alla critica. Ho comprato "La solitudine dei numeri primi", l'ho letto perché era l'unico libro che mi ero portata in vacanza.......ho pianto dalla gioia quando l'ho finito.


Il signore degli anelli è lì a metà (forse). Mi son persa nella Terrra di Mezzo.
E' il primo libro che inizio e non finisco.....incompatibilità con il genere.
 

akiro

Giardinauta Senior
adesso scatenerò un putiferio.
A me non son piaciuti "il deserto dei tartari" di buzzati e "la coscienza di Zeno" svevo.
:sleep2:
 

Sasti

Florello
adesso scatenerò un putiferio.
A me non son piaciuti "il deserto dei tartari" di buzzati e "la coscienza di Zeno" svevo.

La coscienza di Zeno è piaciuto solo a me mi sa...forse perchè mi sono molto ritrovata nel capitolo 'fumatore'.
Così come solo a me è piaciuto Il nome della rosa ma resti fra noi.

Non credo di averne altri da citare:lol:
 

Commelina

Master Florello
Anch'io come Anna 1983 ho trovato deludenti i libri scritti da comici...mai più! Per quanto riguarda La solitudine dei numeri primi (una tristezza!!!) non so se posso dire di essere delusa perchè...è colpa mia..l'ho letto nonostante il titolo mooolto esplicativo (mai titolo fu così azzeccato..tra l'altro). Un libro che ha veramente deluso le MIE aspettative invece, è stato ...Cent'anni di solitudine. Tanto di cappello a Màrquez ma non ho apprezzato. La lettura mi risultava difficile...troppi personaggi con nomi simili..ho dovuto rileggere molte volte le stesse pagine. Comunque l'ho tenuto sul comodino per tanto di quel tempo che alla fine...mi ci ero affezionata!!!!

emmenomale che non sono la sola..... solo una volta sono arrivata a pag 40.... tutti gli altri tentativi finirono a pag 11.... (xDaria..... c'ho sempre da fa :lol:)
 

Tabby

Aspirante Giardinauta
Anche a me è piaciuto il nome della rosa !:D A parte in alcuni punti un pò pesante...l'ho letto senza problemi,anzi...non conoscendo minimamente la storia ero curiosa di sapere come andava a finire!
 

Hélène

Esperta Sezz. Rose
Posso dire di non aver mai lasciato un libro a metà, nel senso che mi sforzo sempre di finire ciò che leggo, anche se non mi piace, magari perchè ho la speranza che migliori nel finale, che ci sia una rivelazione o non so che. Credo anche che un'opera debba essere giudicata nel suo complesso quindi leggerne solo una parte non abbia un grande senso.

E' anche vero che quando un libro non mi piace mi chiedo se eventualmente sono io inadeguata, se c'è qualcosa che mi è sfuggito, che non ho saputo cogliere (specie se l'opera è famosa e apprezzata).
Molte volte il gradimento di un libro dipende anche da quanto ricalca il nostro modo di vedere o quanto ci riporta o ci fa riflettere su situazioni e esperienze che ci appartengono, aiutandoci a riviverle e ad analizzarle sotto punti di vista nuovi.

Per questo penso che per esempio i classici, di cui si è parlato, siano ottimi da leggere da giovani, ma l'ideale è leggerli e soprattutto rileggerli da adulti, quando si ha l'esperienza e il vissuto per apprezzarne tutte le sfaccettature e i livelli.
 

giulia67

Maestro Giardinauta
Forse la cosa migliore è non affidarsi alla critica. Ho comprato "La solitudine dei numeri primi", l'ho letto perché era l'unico libro che mi ero portata in vacanza.......ho pianto dalla gioia quando l'ho finito.


Il signore degli anelli è lì a metà (forse). Mi son persa nella Terrra di Mezzo.
E' il primo libro che inizio e non finisco.....incompatibilità con il genere.



Idem!!!!!!
 

Tabby

Aspirante Giardinauta
Posso dire di non aver mai lasciato un libro a metà, nel senso che mi sforzo sempre di finire ciò che leggo, anche se non mi piace, magari perchè ho la speranza che migliori nel finale, che ci sia una rivelazione o non so che. Credo anche che un'opera debba essere giudicata nel suo complesso quindi leggerne solo una parte non abbia un grande senso.

E' anche vero che quando un libro non mi piace mi chiedo se eventualmente sono io inadeguata, se c'è qualcosa che mi è sfuggito, che non ho saputo cogliere (specie se l'opera è famosa e apprezzata).
Molte volte il gradimento di un libro dipende anche da quanto ricalca il nostro modo di vedere o quanto ci riporta o ci fa riflettere su situazioni e esperienze che ci appartengono, aiutandoci a riviverle e ad analizzarle sotto punti di vista nuovi.

Per questo penso che per esempio i classici, di cui si è parlato, siano ottimi da leggere da giovani, ma l'ideale è leggerli e soprattutto rileggerli da adulti, quando si ha l'esperienza e il vissuto per apprezzarne tutte le sfaccettature e i livelli.
Io penso dipenda anche dai gusti...c'è a chi piace un genere a chi un'altro. Chi un tipo di scrittura,chi un'altro. Quindi tutto è soggettivo....è chiaro che se tutti dicono che è bello e riceve buone critiche,si presume sia un buon libro....ma può sempre non piacere.
Io per esempio (ora scatenerò il finimondo aahah) ho apprezzato molto la saga di Twilight..Sarà che sono giovane...sarà che mi piace il genere fantasy...ma li ho divorati!
Niente a che vedere con i film eh,sono due cose distinte

Libri che all'inizio non mi piacevano proprio ne ho incontrati...uno l'avevo interrotto alle prime pagine....qualche mese dopo l'ho ripreso in mano e superato quel pezzo ho scoperto un bellissimo libro...
 
Io penso dipenda anche dai gusti...c'è a chi piace un genere a chi un'altro. Chi un tipo di scrittura,chi un'altro. Quindi tutto è soggettivo....

oddio, "tutto è soggettivo" sono parole grosse e sopratutto è un concetto elementare di cui -in generale- si abusa un po' troppo. Per essere precisi è il frutto di una mentalità consumistica che è stata inculcata nelle persone, una semplificazione del concetto di "gusto" utile a vendere e creare mode. Un po' come le storie di Twilight che, senza offesa, sono il colpo di grazia alla letteratura "vampiresca" con l'affermazione di personaggi assurdi e che si comportano come qualsiasi cosa ma certo non come il Vampiro originario e che è da sempre metafora ed estremizzazione delle pulsioni umane... roba facile da vendere, facile da seguire, e che alla fine non ti lascia assolutamente nulla. Unica scrittrice moderna che ha saputo conservare i tratti salienti dei vampi pure nella modernità, è Anne Rice, il resto (secondo me) è monnezza.
Punto fondamentale: i vampiri sono morti, non hanno anima, non possono amare: tant'è che lo stesso Louis (bradde pitte nel film "intervista"), unico vampo a conservare gran parte del suo passato umano, è un essere tormentato e infelice, solitario, senza equilibrio.
 

Tabby

Aspirante Giardinauta
oddio, "tutto è soggettivo" sono parole grosse e sopratutto è un concetto elementare di cui -in generale- si abusa un po' troppo. Per essere precisi è il frutto di una mentalità consumistica che è stata inculcata nelle persone, una semplificazione del concetto di "gusto" utile a vendere e creare mode. Un po' come le storie di Twilight che, senza offesa, sono il colpo di grazia alla letteratura "vampiresca" con l'affermazione di personaggi assurdi e che si comportano come qualsiasi cosa ma certo non come il Vampiro originario e che è da sempre metafora ed estremizzazione delle pulsioni umane... roba facile da vendere, facile da seguire, e che alla fine non ti lascia assolutamente nulla. Unica scrittrice moderna che ha saputo conservare i tratti salienti dei vampi pure nella modernità, è Anne Rice, il resto (secondo me) è monnezza.
Punto fondamentale: i vampiri sono morti, non hanno anima, non possono amare: tant'è che lo stesso Louis (bradde pitte nel film "intervista"), unico vampo a conservare gran parte del suo passato umano, è un essere tormentato e infelice, solitario, senza equilibrio.
So bene che non sono vampiri "tradizionali"...Ho letto anche Dracula e conosco le differenze.Però continuo a pensare che non sia male. Non so...Il "tutto è soggettivo " forse è un pò un esagerazione...è chiaro che il gusto personale dipende fino ad un certo punto... Ma che ti devo dire...a me la saga di Twilight è piaciuta,non ti dico che siano i libri migliori che abbia mai letto...ma la trama dal mio punto di vista non è male ,soprattutto l'ultimo libro,che è pieno di eventi.E nemmeno il modo di scrivere. Tu li hai letti?

Nel genere Fantasy si scrive un pò quello che si vuole...si da spazio alla fantasia...Non ci trovo nulla di male a distaccarsi dai vampiri originari...

Poi non so se la saga è stata ideata per vendere...Può anche darsi...
 
ma la trama dal mio punto di vista non è male ,soprattutto l'ultimo libro,che è pieno di eventi.E nemmeno il modo di scrivere. Tu li hai letti?

certamente no: mi è stato sufficiente subire 12 minuti di uno dei film e ritrovarmi spossato e depresso. Non è roba per me, lo riconosco: rimanere fossilizzato e/o imbalsamato su ciò che è riuscito ad emozionarmi, lo trovo più rassicurante del deprimermi nel tentativo di legittimare uno pseudovampiro pubescente ed effeminato che agisce da bimbominkia...

Nel genere Fantasy si scrive un pò quello che si vuole...si da spazio alla fantasia..

non esattamente, anche se la nuova manovra finanziaria si può inserire tranquillamente nel genere.
Nel narrare storie o scrivere sceneggiature ci sono regole, temi e fonti che sono ormai assunte come fondamenta del genere e che lo rendono credibile donandogli nel tempo un substrato "storico" reale... che poi vengano trasgredite arbitrariamente per mandare a spasso aborti e/o giustificare improbabili artifici narrativi è un altro discorso. Di solito si costruisce la vicenda attorno al tipo di personaggio, non viceversa. Questa è un'abitudine che si è assunta negli ultimi 30 anni e proviene direttamente da quel laboratorio frankensteiniano che è Hollywood, capace di creare mostruosità senza precedenti e di riuscire ad imporle al pubblico millantandone la novità.

Non ci trovo nulla di male a distaccarsi dai vampiri originari..
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Non si parla di bene o male, attenzione, si parla di usare dei "tipi" di personaggio in maniera impropria e caotica: distaccarsi è un conto, arrogarsi il diritto di smontare e rimontare un tipo di personaggio per questioni di mercato, un altro. Un vampiro che non si disintegra alla luce del sole e che si innamora di qualcuno non è un vampiro, è un pupazzone pallido con i canini posticci. E' normale che anche la vicenda cambierà modi spazi e tempi di essere narrata. Le storie di vampiri devono essere per forza crepuscolari, altrimenti è come permettere ad una coppia di tonni dalle pinne gialle di passeggiare in bicicletta per il centro di Roma alla ricerca della Principessa Cozza e obbligarli a combattere contro Capitan Findus sulle rive del Tevere per la salvezza del genere ittico.

Poi non so se la saga è stata ideata per vendere...Può anche darsi...

Di certo non è stata scritta per lasciare un'impronta indelebile nella storia del cinema nè tantomeno della letteratura:sono storie post-adolescenziali costruite su blocchi narrativi ormai standardizzati e collaudati dai risultati di vendita (come i film-libri di Brown, pronti per essere convertiti in film o viceversa), e si pongono sullo stesso piano di roba tipo Harry Fotter, destinata ad un range di pubblico il più vasto possibile. Le storie sono ipertrofiche, movimentate, dinamiche, senza dubbio avvincenti, non lasciano il tempo di pensare: non è certo il ritmo della classica storia di vampiri. Infatti vengono dimenticate in breve e non diverranno mai classici perchè non hanno aggiunto nulla di nuovo o di particolarmente memorabile al genere.

noto comunque quanti si dedichino alla "letteratura" derivata dal cinema: oggigiorno chi si avvicina al Signore degli Anelli, ad esempio, è perchè prima ha visto il film. Accidenti, in 20 anni le cose sono cambiate completamente.
 
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