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La Tecnica dello Scolapasta

Seraph

Giardinauta
Salve ragazzi, oggi mi permetto di chiarire un po' le idee su questo argomento, poichè sul web, si possono trovare indicazioni, ma molto frammentate e generiche. Prima di iniziare a parlare di questa tecnica, faccio una premessa a più punti:

1) Questo non è Vangelo, è solo una dimostrazione di questa tecnica, dopo ricerche online e su vari libri, e delle mie conclusioni, poi ognuno è libero di agire come preferisce.
2) E' una guida fatta per neofiti che trovano piccole piantine in natura, ma scoraggiati dal tempo, non le prendono, ovviamente per piante più grandi i procedimenti sono simili, ma i risultati possono variare.
3) Le piante in natura si raccolgono solo in suoli privati con l'autorizzazione del proprietario del terreno, infatti la pianta su cui sono state fatte queste lavorazioni, si trovava in un'aiuola della mia villa.
4) La pianta presa in considerazione è un Pino d'Aleppo, quindi una conifera, che per i neofiti non è proprio il massimo, detto questo consiglio vivamente a chi è proprio alle prime armi una latifoglia o caducifoglia.

Ora parliamo della lavorazione a cui seguiranno le foto; questa tecnica permette a piante spesse quanto una matita di ingrandirsi con una relativa velocità. Ma come funziona? La tecnica dello scolapasta si basa su vari principi; il primo è indubbiamente l'areazione delle radici, che produrranno capillari in quantità, aiutati sia dal terriccio drenante, sia dallo scolapasta; il secondo principio riguarda proprio quest ultimo, poichè la radice, trovando l'aria, secca la punta, e questo favorisce la crescita di capillari periferici sulla radice a cui la punta si è seccata, come scolapasta potete usare uno qualsiasi, io ho trovato proprio quello usato in agricoltura, ma l'importante è che sia ricoperto di buchi; il terzo principio invece si basa sul terriccio, infatti, utilizzando un terriccio molto drenante e concimi a lenta cessione, i ritmi di vegetazione della pianta si velocizzano all'inverosimile, perchè la pomice (lapillo e simili) hanno una discreta capacità di scambio cationico (lo scambio cationico, in parole povere, è la capacità di un materiale di trattenere le sostanze nutritive presenti nel concime, quindi usando un concime liquido, all'annaffiatura successiva non rimarrà nulla, mentre usando un concime a lenta cessione, gradualmente i minerali si arricchiranno) e inoltre usando questi terreni, si dovrà annaffiare molto spesso, in questo modo l'acqua usata, arricchita dal concime a lenta cessione, sarà sempre ricca di sostanze utili alla pianta. Io consiglio a chi volesse avventurarsi in questa tecnica, di non usare l'akadama, perchè contro le maglie dello scolapasta si frantumerebbe e le otturerebbe e dalla buona ha solamente il fatto di avere uno scambio cationico maggiore, ma in piante che si trovano in coltivazione, soprattutto per un neofita, è estremamente costosa; infatti io ho usato un substrato composto da 60% Pomice, 20% Lapillo, 20% Carbone, chiariamo anche l'utilizzo del carbone, il carbone funge da catalizzatore di sostanze dannose, stabilizzatore di ph e, nei suoi limiti, riserva d'acqua, ma allo stesso tempo drena, per cui io ne metto una buona percentuale in tutte le mie piante.
Procediamo con le foto e le didascalie!

Nella foto qui sotto vedete il cumulo di substrato durante il lavaggio, E' FONDAMENTALE CHE IL SUBSTRATO SIA PRIVO DI POLVERE, poichè la polvere bloccherebbe tutti i buchi e renderebbe inutile tutta la lavorazione.

Questo è il terriccio una volta pulito, come ho detto prima 60% Pomice 20% Lapillo 20% Carbone

La pianta una volta presa è stata spolverata con ormone radicante, fissata al vaso, ed è stata data una prima filatura (non la migliore che abbia mai visto, c'era vento e non avevo portato la raffia e le tronchesi)

E ora il fronte scelto, purtroppo non ho foto di come era la pianta prima, ma vi dico solo che era perfettamente dritta


Ora rimarrà solo da aspettare che la pianta attecchisca e che cresca, inoltre ricordo a tutti che non si fanno miracoli, e che chi parte con piante del genere, normalmente dovrebbe aspettare una quindicina di anni, invece con questa tecnica bastano anche 4/5 anni per avere una pianta credibile.

Spero di esservi stato utile, Andrea. :Saluto:
 
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